Il concorso da ricercatori è per soli uomini: sotto accusa il Policlinico di Messina (che poi rettifica il bando)

Un requisito che ha scatenato una polemica quasi inarrestabile: è quello comparso in un bando, del Policlinico universitario di Messina, per una borsa di studio da 40mila euro lordi finanziata con Fondi Next Generation Eu, ovvero risorse utilizzate per affrontare le sfide più importanti in Europa. Tra le caratteristiche richieste ai candidati - come ad esempio cittadinanza italiana, laurea in Medicina, specializzazione in radiodiagnostica e iscrizione all’ordine dei medici - ce n'era anche uno che ha fatto saltare dalla sedia parecchi aspiranti borsisti ma soprattutto borsiste: essere uomini. Ebbene sì, il punto 6 del bando elencava tra i criteri di selezione l’appartenenza al “genere maschile”. Una scelta che non è passata inosservata, anche perché la ricerca finanziata riguarda la prevenzione del cancro al seno nelle donne ad alto rischio. Indice L'università ci ripensa: un errore di battitura Interviene anche il Ministro Roccella: “Paradossale” Fondi europei e gender gap: la contraddizione  L'università ci ripensa: un errore di battitura Dopo l’inevitabile bufera scoppiata sui social e il malcontento degli specializzandi, la struttura ha fatto dietrofront. Secondo quanto comunicato, come riporta ‘Tgcom 24’, si sarebbe trattato di un semplice errore materiale di scrittura, di un refuso. Che ha portato all'immediata rettifica del bando e al ripristino della parità di genere per l'accesso. Una mossa che, però, non è bastata a calmare del tutto le acque. Tantissimi hanno continuato a commentare online con tono sarcastico e amareggiato: “Incredibile ma vero: un concorso riservato solo ai maschi, solo al genere maschile”. “Essere maschio è uno dei requisiti richiesti dall'azienda ospedaliera. E poi dicono che il patriarcato non esiste più!”. “E queste sono le Pari Opportunità!”.  Interviene anche la ministra Roccella: “Paradossale” Il caso è arrivato fino a Roma, dove è intervenuto la Ministra per la Famiglia e le pari opportunità, Eugenia Roccella. Con parole molto nette ha dichiarato: "Bene che il Policlinico universitario di Messina abbia rettificato il bando per un posto da ricercatore che inizialmente prevedeva fra i requisiti di accesso l'appartenenza al genere maschile: sarebbe paradossale", ha osservato, "che mentre si fa di tutto per promuovere le pari opportunità, il lavoro femminile, la rimozione del gender gap nella scienza, proprio in ambito scientifico e universitario, per giunta con fondi dello stesso Pnrr che promuove la parità di genere come obiettivo, e su un tema sensibile come quello del cancro al seno, si prevedessero incarichi di studio e ricerca per soli uomini. Tutto è bene quel che finisce bene, sperando", ha concluso Roccella, "che la prossima volta oltre a finire bene si cominci meglio…". Fondi europei e gender gap: la contraddizione  L’elemento che ha reso il caso ancora più controverso è che, come ha appunto sottolineato Rocella, il progetto finanziato dal bando rientra tra quelli sostenuti dall’Unione Europea con i Fondi Next Generation EU. Uno degli obiettivi dichiarati di questi finanziamenti è proprio la promozione della parità di genere, in particolare nei settori scientifici e accademici, dove il divario tra uomini e donne è ancora marcato. Per questo, molti hanno trovato inaccettabile che una selezione finanziata con questi fondi potesse contenere un requisito che esplicitamente escludeva le donne.

Apr 11, 2025 - 18:35
 0
Il concorso da ricercatori è per soli uomini: sotto accusa il Policlinico di Messina (che poi rettifica il bando)

bando solo per uomini all'università di messina che poi rettifica

Un requisito che ha scatenato una polemica quasi inarrestabile: è quello comparso in un bando, del Policlinico universitario di Messina, per una borsa di studio da 40mila euro lordi finanziata con Fondi Next Generation Eu, ovvero risorse utilizzate per affrontare le sfide più importanti in Europa.

Tra le caratteristiche richieste ai candidati - come ad esempio cittadinanza italiana, laurea in Medicina, specializzazione in radiodiagnostica e iscrizione all’ordine dei medici - ce n'era anche uno che ha fatto saltare dalla sedia parecchi aspiranti borsisti ma soprattutto borsiste: essere uomini.

Ebbene sì, il punto 6 del bando elencava tra i criteri di selezione l’appartenenza al “genere maschile”. Una scelta che non è passata inosservata, anche perché la ricerca finanziata riguarda la prevenzione del cancro al seno nelle donne ad alto rischio.

Indice

  1. L'università ci ripensa: un errore di battitura
  2. Interviene anche il Ministro Roccella: “Paradossale”
  3. Fondi europei e gender gap: la contraddizione 

L'università ci ripensa: un errore di battitura

Dopo l’inevitabile bufera scoppiata sui social e il malcontento degli specializzandi, la struttura ha fatto dietrofront. Secondo quanto comunicato, come riporta ‘Tgcom 24’, si sarebbe trattato di un semplice errore materiale di scrittura, di un refuso. Che ha portato all'immediata rettifica del bando e al ripristino della parità di genere per l'accesso.

Una mossa che, però, non è bastata a calmare del tutto le acque. Tantissimi hanno continuato a commentare online con tono sarcastico e amareggiato: “Incredibile ma vero: un concorso riservato solo ai maschi, solo al genere maschile”. “Essere maschio è uno dei requisiti richiesti dall'azienda ospedaliera. E poi dicono che il patriarcato non esiste più!”. “E queste sono le Pari Opportunità!”. 

Interviene anche la ministra Roccella: “Paradossale”

Il caso è arrivato fino a Roma, dove è intervenuto la Ministra per la Famiglia e le pari opportunità, Eugenia Roccella.

Con parole molto nette ha dichiarato: "Bene che il Policlinico universitario di Messina abbia rettificato il bando per un posto da ricercatore che inizialmente prevedeva fra i requisiti di accesso l'appartenenza al genere maschile: sarebbe paradossale", ha osservato, "che mentre si fa di tutto per promuovere le pari opportunità, il lavoro femminile, la rimozione del gender gap nella scienza, proprio in ambito scientifico e universitario, per giunta con fondi dello stesso Pnrr che promuove la parità di genere come obiettivo, e su un tema sensibile come quello del cancro al seno, si prevedessero incarichi di studio e ricerca per soli uomini. Tutto è bene quel che finisce bene, sperando", ha concluso Roccella, "che la prossima volta oltre a finire bene si cominci meglio…".

Fondi europei e gender gap: la contraddizione 

L’elemento che ha reso il caso ancora più controverso è che, come ha appunto sottolineato Rocella, il progetto finanziato dal bando rientra tra quelli sostenuti dall’Unione Europea con i Fondi Next Generation EU. Uno degli obiettivi dichiarati di questi finanziamenti è proprio la promozione della parità di genere, in particolare nei settori scientifici e accademici, dove il divario tra uomini e donne è ancora marcato.

Per questo, molti hanno trovato inaccettabile che una selezione finanziata con questi fondi potesse contenere un requisito che esplicitamente escludeva le donne.