Il capo della procura. Dito: "Indagini più veloci ma ci manca personale. Regia comune sull’oro"
Un anno di lavoro tra indagini sull’ondata di furti alle aziende e la necessità di abbreviare i tempi dell’iscrizione dei reati .

I reati aumentano ma la procura è più veloce. Tutte le iscrizioni delle notizie di reato passano dalla scrivania della procuratrice Gianfederica Dito che dal suo arrivo, dal giugno dell’anno scorso, ha dato la sua impronta alla procura. I numeri lo confermano: nel primo trimestre del 2025, rispetto ai primi tre mesi del 2024, i procedimenti sono durati un mese di meno. E anche sul fronte investigativo i risultati si sono visti con gli arresti alle bande che avevano terrorizzato le aziende orafe.
Dottoressa Dito, quasi un anno ad Arezzo, che bilancio fa?
"Come tutti i bilanci ci sono pro e contro: tra gli aspetti meno positivi c’è quello di passare da una metropoli a una piccola cittadina dove si perde riservatezza, si finisce spesso sotto i riflettori. Però c’è la parte positiva: una città dove tutto è più facile e i servizi sono migliori. Qui c’è una grande compartecipazione, c’è un tessuto sociale a misura di uomo".
Dal punto di vista degli organici ci sono state difficoltà?
"Sì, dal 2014 non c’è un dirigente amministrativo in questa procura. Questo comporta che un procuratore capo debba svolgere anche compiti amministrativi: così molto tempo viene portato via quindi al mio lavoro di magistrato. E oltre al dirigente sono scoperti 12 posti, su 36, nel personale amministrativo".
A livello di magistrati, invece?
"Molto bene. La procura di Arezzo è a pieno organico: ci sono otto sostituti, più il procuratore. Un pm si trasferirà a Firenze ma entro l’anno verrà già sostituito".
Il 2024 è stato l’anno dell’assalto all’oro, il 2025 quello delle indagini che hanno portato a diversi arresti...
"Ero appena arrivata, feci una riunione con i vertici dei carabinieri e della polizia. Mi resi conto che le denunce che arrivavano, arrivavano in modo estemporaneo senza che venissero convogliati in un unico filone: in quel modo il singolo caso veniva trattato come un caso a sé stante. E anche in procura erano distribuite tra i vari pm. Allora ho assegnato quelle con dati in comune ad un singolo magistrato e l’assegnazione automatica è andata alla pm Julia Maggiore. Così, guardando al fenomeno nel suo insieme, siamo arrivati a buoni risultati".
Ce ne saranno altri?
"Sono soddisfatta ma c’è ancora altro da fare. Anche perché quando si arriva a indagare a 360 gradi, allora si riesce anche a formulare delle misure cautelari perché si accerta una regia comune. Poi c’è un altro filone importante di indagine è quello che sta seguendo la guardia di finanza e riguarda il sequestro di materiali d’argento".
Procedimenti più rapidi, tempi scanditi con precisione, dicono le toghe nelle aule. Qual è stata la ricetta?
"La presenza di una figura di riferimento è molto importante. Già il fatto che sia arrivato un procuratore, dopo un periodo di interregno, è uno stimolo importante per tutti. Quando sono arrivata, ho trovato dei ritardi nelle iscrizioni delle notizie di reato ma se si parte male di lì allora tutto si paralizza. E allora tutte le iscrizioni passano dal mio ufficio. Da dire che c’è una grande collaborazione dei giudici per le indagini preliminari e del tribunale. Qui la giustizia funziona, le udienze vengono fissate in modo rapido".