Il calcio in mano alle speculazioni dei fondi di private equity

Il 2024 è stato l’anno record per le acquisizioni dei fondi di private equity nello sport in generale e in particolare nel calcio L'articolo Il calcio in mano alle speculazioni dei fondi di private equity proviene da Valori.

Apr 2, 2025 - 07:42
 0
Il calcio in mano alle speculazioni dei fondi di private equity

Quando a metà marzo è stata presentata l’offerta di acquisto sullo stadio di San Siro si è scritto che Milan e Inter avrebbero comprato l’impianto. Così non è, perché l’offerta è stata avanzata da due fondi di investimento, che incidentalmente controllano anche le due squadre di calcio milanesi. Se saranno quindi venduti, lo stadio di San Siro e tutta l’area che lo circonda diventeranno quindi proprietà di RedBird Capital Partners e Oaktree Capital Management.

La particolarità è che entrambi sono fondi di private equity. Quindi non quotati in Borsa e finanziati attraverso altri fondi, a cui devono restituire cedole immediate di guadagno per l’investimento ricevuto. La ragione sociale dei fondi di private equity è quindi la pura speculazione finanziaria, intesa come guadagno.

E nel caso dell’acquisto di terreni in un contesto urbano, evidentemente, la speculazione edilizia. Intesa qui non come pratica illecita da un punto di vista giudiziario. Ma come pratica urbanistica che permetta un immediato guadagno a prescindere dalla sua utilità economica e sociale per il resto della città. Questo, insieme alle speculazioni sui diritti di riproduzione delle immagini, sul player trading, sulle nuove tecnologie, sulle sponsorizzazioni e sul merchandising, è il motivo per cui i fondi di private equity investono nello sport. E il 2024 è stato il loro anno record. Delle oltre 400 transazioni avvenute nel mondo dello sport globale, quasi la metà sono state fatte da fondi di private equity.

La crescita esponenziale dei fondi di private equity nel calcio e negli altri sport

Come racconta la ricerca della società di consulenza finanziaria Oaklins, il 2024 è stato l’anno record tra fusioni e acquisizioni nel settore sportivo da parte dei fondi di private equity. Sono state 190 su 410 in totale. Il 44% in più rispetto al 2023, quando furono 96 su 285. In costante crescita dal 2018, quando ci furono i primi investimenti di questo tipo. E «destinati a incrementare anche nel 2025», come spiega Derk Verheul, uno degli analisti di Oaklins che hanno redatto il report.

In generale, questo vertiginoso aumento è dovuto alla crescita di alcuni sport di nicchia, come padel e pickleball, e allo sviluppo delle tecnologie e del marketing relativo allo sport in generale. Ma il cuore di queste speculazioni resta l’acquisto dei grandi club degli sport più diffusi e delle loro proprietà immobiliari.

In particolare il report segnala come per la prima volta ci sia stato l’ingresso dei fondi di private equity anche nel football americano. Nel 2024 parte della composizione societaria delle proprietà di Buffalo Bills e Miami Dolphins è passata nelle mani dei fondi di private equity Arctos Partners Lp e Ares Management. Il primo, Arctos Partners Lp, oltre a diverse squadre dell’Nba e della Nhl è presente nel calcio attraverso quote in varie squadre – e rispettive proprietà immobiliari – come Atalanta, Liverpool e Paris Saint-Germain. Mentre Ares Management tra le altre investe in Chelsea, Atletico Madrid e Inter Miami, quella di Messi e Beckham per intenderci. Entrambi i fondi poi prestano soldi a vari club per operazioni immobiliari o in cambio di futuri accordi commerciali o sui diritti tv.

Il Milan di Red Bird farà la fine dell’Inter di Zhang? L’importante è costruire lo stadio

Nel calcio tra le varie acquisizioni il report sottolinea quella avvenuta nel settembre 2024 quando la famiglia Friedkin, già proprietaria della As Roma, ha comprato l’Everton e le sue proprietà immobiliari attraverso il fondo di private equity Roundhouse Capital. A conferma che anche quello degli americani a Roma è un tipo di investimento puramente finanziario. Una speculazione che punta, tra le altre cose, alla costruzione del contestatissimo nuovo stadio nella zona di Pietralata.

Non è invece considerato il passaggio di proprietà nel maggio 2024 dell’Inter a Oaktree Capital Management, uno dei fondi di private equity più attivi nel calcio. Questo solo perché tecnicamente non si è trattato di acquisizione o fusione, ma dell’escussione di un pegno quando la famiglia Zhang non fu più in grado di pagare i quasi 400 milioni di debiti che aveva con il fondo.

Uno scenario che potrebbe riproporsi nel 2028, nella stessa città e nello stesso stadio. Nel 2028 infatti RedBird Capital Partners dovrà estinguere il suo debito con il fondo Elliott, da cui aveva comprato a debito il Milan facendosi prestare i soldi dallo stesso fondo Elliott. Dopo aver rifinanziato il vecchio debito lo scorso dicembre con una prima tranche di 170 milioni, oggi il nuovo debito ammonta a 489 milioni. Grazie a interessi altissimi oltre il 7%.

E visti i disastrosi risultati sportivi ed economici del Milan, con la mancata partecipazione alla Champions League e forse a tutte le competizioni europee del prossimo anno, chissà se nel 2028 il fondo di private equity, pagate le cedole ai suoi azionisti, avrà i soldi per pagare il nuovo debito. È però probabile che per quella data saranno partite le speculazioni sul nuovo stadio di San Siro. E a quel punto dei risultati sportivi non fregherà nulla a nessuno degli eventuali proprietari, solo a quegli illusi dei tifosi.

L'articolo Il calcio in mano alle speculazioni dei fondi di private equity proviene da Valori.