Il Brasile è il primo Paese al mondo ad inserire la cultura oceanica nei programmi scolastici (e tutti dovrebbero seguirlo)

Il Brasile ha compiuto un passo pionieristico nell’ambito dell’educazione ambientale, diventando il primo Paese al mondo a inserire ufficialmente la cultura oceanica nei programmi scolastici. Questa innovazione è stata annunciata durante il Fórum Internacional Currículo Azul, svoltosi a Brasília, dove è stato firmato un protocollo d’intenti con il sostegno dell’Unesco e dei Ministeri brasiliani dell’Istruzione...

Apr 17, 2025 - 14:11
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Il Brasile è il primo Paese al mondo ad inserire la cultura oceanica nei programmi scolastici (e tutti dovrebbero seguirlo)

Il Brasile ha compiuto un passo pionieristico nell’ambito dell’educazione ambientale, diventando il primo Paese al mondo a inserire ufficialmente la cultura oceanica nei programmi scolastici. Questa innovazione è stata annunciata durante il Fórum Internacional Currículo Azul, svoltosi a Brasília, dove è stato firmato un protocollo d’intenti con il sostegno dell’Unesco e dei Ministeri brasiliani dell’Istruzione e della Scienza, Tecnologia e Innovazione.

Il cosiddetto “curriculum blu” mira a trasformare la percezione degli oceani, facendo comprendere agli studenti che il mare non è solo sinonimo di vacanza o pesca, ma un ecosistema fondamentale per la regolazione climatica, la biodiversità e la lotta al cambiamento climatico. In un momento storico segnato da crisi ambientali globali, questa iniziativa arriva come risposta concreta e urgente.

La rivoluzione partita da una singola città

Tutto è cominciato nel 2021 a Santos, città costiera nello stato di San Paolo, che ha introdotto una legge pionieristica sull’educazione oceanica. Oggi oltre 100.000 studenti brasiliani partecipano ad attività educative legate agli oceani: dai club di scienze alle olimpiadi del mare, fino alla formazione di giovani ambasciatori oceanici.

La misura è parte della Década da Ciência Oceânica (2021–2030), proclamata dalle Nazioni Unite per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso la valorizzazione del sapere marino. Secondo l’Unesco, il Brasile è un modello da seguire: ha trasformato conoscenze scientifiche in politiche pubbliche inclusive, coinvolgendo università, scuole e comunità locali.

Una delle grandi sfide è quella di modificare la LDB (Legge di Direttive e Basi dell’Educazione Nazionale) per rendere permanente questa proposta nei cicli scolastici fondamentali e medi. Il progetto di legge è attualmente in discussione al Senato, con il sostegno di senatori e relatori che vedono in questa riforma un’opportunità per formare generazioni più consapevoli e responsabili.

Il cambiamento passa attraverso le nuove generazioni

Un’iniziativa che rappresenta una straordinaria speranza per il futuro. In un mondo spesso paralizzato dall’inazione di fronte alle emergenze ambientali, vedere un Paese assumersi la responsabilità di educare le nuove generazioni alla tutela degli oceani è un segnale estremamente positivo.

Inserire la cultura oceanica nei programmi scolastici significa non solo trasmettere conoscenze scientifiche, ma coltivare un nuovo sguardo sul pianeta. Significa far crescere bambini e ragazzi con la consapevolezza che ogni nostra azione ha un impatto sull’equilibrio naturale e che proteggere il mare è proteggere noi stessi.

È incoraggiante vedere che un progetto nato in una singola città abbia saputo trasformarsi in una politica nazionale, coinvolgendo scuole, università, governi e perfino le Nazioni Unite. Questo dimostra che il cambiamento parte dal basso, ma può diventare contagioso.

La sfida climatica può sembrare immensa, ma azioni come questa ci ricordano che attraverso la conoscenza, la collaborazione e l’impegno collettivo è possibile costruire un futuro più sano, giusto e sostenibile. In un’epoca segnata da tante incertezze, il curriculum blu ci regala una certezza luminosa: la scuola e le nuove generazioni possono davvero cambiare il mondo.

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Fonte: UNESCO

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