I relatori ONU (di nuovo) contro il dl Sicurezza: “lede i diritti umani, va abrogato”
Dopo la lettera risalente a qualche mese fa, nella quale si esprimeva il timore che le norme contenute nel nuovo dl Sicurezza potessero ledere i diritti umani e civili dei cittadini italiani, cinque relatori speciali delle Nazioni Unite sono tornati a scrivere al governo italiano, per chiedere la definitiva abrogazione della norma recentemente approvata. I […] The post I relatori ONU (di nuovo) contro il dl Sicurezza: “lede i diritti umani, va abrogato” appeared first on L'INDIPENDENTE.

Dopo la lettera risalente a qualche mese fa, nella quale si esprimeva il timore che le norme contenute nel nuovo dl Sicurezza potessero ledere i diritti umani e civili dei cittadini italiani, cinque relatori speciali delle Nazioni Unite sono tornati a scrivere al governo italiano, per chiedere la definitiva abrogazione della norma recentemente approvata. I relatori si sono detti «allarmati» dalla modalità con la quale il governo ha velocizzato l’approvazione della norma (trasformata in un decreto legge per renderne più rapida l’approvazione, aggirando la discussione in Parlamento), impedendo così «il controllo pubblico» sulla decisione. La norma, riferiscono gli esperti, prevede «definizioni vaghe e ampie disposizioni relative al terrorismo che potrebbero portare a un’applicazione arbitraria» oltre a «mettere a rischio la libertà di espressione», colpendo «in modo sproporzionato gruppi specifici», soprattutto tra le minoranze.
Il decreto Sicurezza è stato approvato lo scorso venerdì 4 aprile, anche se con qualche ridimensionamento a causa delle osservazioni avanzate dal Colle circa l’incostituzionalità di alcuni passaggi. Molte delle misure-bandiera della maggioranza sono tuttavia rimaste intatte: tra queste, il carcere fino a due anni per i blocchi stradali, il divieto di vendita e consumo di cannabis “light”, il nuovo reato contro le occupazioni abusive, l’aumento del tetto al rimborso delle spese legali per i membri delle forze dell’ordine che affrontano il processo e la possibile autorizzazione agli appartenenti ai servizi segreti a partecipare e dirigere associazioni terroristiche o mafiose.
Nella loro seconda lettera indirizzata al governo italiano, i relatori speciali dell’ONU hanno ricordato come avessero già in precedenza segnalato che l’approvazione delle norme contenute nel decreto avrebbe comportato la violazione, da parte dell’Italia, dei suoi «obblighi derivanti dal diritto internazionale dei diritti umani, tra cui quello di proteggere i diritti alla libertà di movimento, alla privacy, a un processo equo e alla libertà, e di proteggere dalla detenzione arbitraria». Come già sottolineato in precedenza, il decreto include «definizioni vaghe e ampie disposizioni relative al terrorismo che potrebbero portare a un’applicazione arbitraria». I relatori avevano segnalato che, in caso di approvazione, il decreto Sicurezza avrebbe potuto contenere violazioni di numerose normative internazionali, tra le quali: «l’art. 9 (diritto alla libertà e alla sicurezza e la proibizione della detenzione arbitraria), 12 (diritto alla libertà di movimento), 14 (diritto a un giusto processo), 17 (diritto alla privacy), 19 (diritto alla libertà di espressione e opinione), 21 (libertà di riunione pacifica) e 22 (libertà di associazione) del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (ICCPR)». Il testo potrebbe anche contenere violazioni degli obblighi dell’Italia specificati all’interno della Convenzione Aarhus (sui diritti dei cittadini alla partecipazione nei processi decisionali e all’accesso alla giustizia sui temi ambientali) della Commissione Economica per l’Europa (UNECE), ratificata dall’Italia nel 2001.
Nel frattempo, il decreto appena entrato in vigore potrebbe già fare acqua da tutte le parti. Nel difendere un ragazzo al quale è stato contestato il reato di resistenza aggravata per non essersi fermato a un posto di blocco e per aver discusso successivamente con le forze dell’ordine, l’avvocato difensore Eugenio Losco ha presentato, in sede di udienza, la questione di costituzionalità del decreto, in quanto mancherebbero le ragioni di «necessaria e straordinaria urgenza» per l’approvazione del “pacchetto Sicurezza” in fretta e furia.
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