I redditi dichiarati oltre mille miliardi. Irpef, il 64% è pagato dal ceto medio
I redditi dichiarati dai contribuenti italiani sfondano la soglia dei mille miliardi. Un importo record figlio della ripresa post Covid. Ma l’imposta sui redditi delle persone fisiche mostra tutte le sue crepe, con profonde e ormai radicate disuguaglianze sia tra chi dichiara (e paga) sia a livello territoriale. La fotografia che emerge dai dati statistici […] L'articolo I redditi dichiarati oltre mille miliardi. Irpef, il 64% è pagato dal ceto medio proviene da Iusletter.

I redditi dichiarati dai contribuenti italiani sfondano la soglia dei mille miliardi. Un importo record figlio della ripresa post Covid. Ma l’imposta sui redditi delle persone fisiche mostra tutte le sue crepe, con profonde e ormai radicate disuguaglianze sia tra chi dichiara (e paga) sia a livello territoriale. La fotografia che emerge dai dati statistici del dipartimento Finanze sulle dichiarazioni 2024 (relative all’anno d’imposta 2023) restituisce – come sempre – un’immagine parziale, perché manca all’appello il convitato di pietra del Fisco italiano: il sommerso. Negli ultimi dati disponibili (riferiti al 2021), il tax gap (la differenza tra imposta dovuta e quella effettiva) dell’Irpef ammontava a oltre 33 miliardi, di cui l’88% relativo al lavoro autonomo e ai redditi d’impresa.
Tornando all’emerso, sulla scia della crescita del Pil nel 2023 (+6,7% in termini nominali e +0,7% in termini reali), il reddito complessivo dichiarato dalle persone fisiche supera i mille miliardi con un aumento del 5,9% sull’anno d’imposta 2022. Il valore medio si attesta così a 24.830 euro. Su 42,5 milioni di contribuenti che si denunciano al Fisco l’84% dichiara di avere redditi da lavoro dipendente e da pensione.
L’imposta netta, ossia quella effettivamente versata all’Erario, cresce del 9% arrivando a 189,9 miliardi per un valore procapite di 5.660 euro. Tuttavia sono oltre 9 milioni i soggetti che dichiarano un’imposta pari a zero. E si arriva addirittura a 11,8 milioni di soggetti che, pur avendo un reddito, non versano tasse grazie al bonus integrativo, i vecchi 80 e poi 100 euro.
Come anticipato restano le disparità. A pagare le tasse in Italia è sempre quello che viene etichettato con una formula spesso troppo onnicomprensiva come «ceto medio», ma che in realtà riguarda quei contribuenti che si collocano sopra i 35mila euro dichiarati. Il 22% (ossia circa uno su cinque) dichiara il 64% dell’Irpef, addirittura il 30% si colloca tra i 35mila e i 70mila euro. Solo lo 0,2% ha un reddito complessivo superiore ai 300mila euro e dichiara il 7,1% dell’Irpef netta totale. Naturalmente anche in questo caso va ribadita la cautela che non si tratta di ricchi, ma dei più fedeli al Fisco.
Ancora disparità se si guarda a livello territoriale. In Lombardia il reddito medio complessivo è il più elevato e supera di poco i 29mila euro procapite. Segue la Provincia autonoma di Bolzano con 28.780 euro, mentre la maglia nera spetta alla Calabria con 18.230 euro. Resta dunque significativa la distanza tra i redditi medi delle regioni centro settentrionali e quelli delle regioni meridionali.
A dichiarare il reddito più elevato sono i professionisti e gli autonomi con una media che sale da poco più di 64mila euro del 2022 a 70.360 euro. Quello dichiarato dagli imprenditori va su e tocca i 29.250 euro, mentre il reddito medio dei dipendenti si attesta sui 23.290 euro e quello dei pensionati a 21.260 euro. La differenza tra i redditi dei dipendenti e quelli di autonomi e imprenditori è principalmente legata alla diversa modalità di indicazione dei contributi previdenziali all’interno di questi redditi dove per i dipendenti sono riportati al netto delle quote versate alla previdenza mentre per partite Iva e imprese i redditi sono al lordo dei contributi con un valore medio dichiarato di poco più di 10mila euro.
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