Sprechi alimentari di Pasqua e Pasquetta: come limitarli

Pasqua e Pasquetta generano una perdita economica, dovuta agli sprechi alimentari, che supera i 150 milioni di euro. Cosa fare per limitarli e i consigli utili per smaltire i rifiuti

Apr 20, 2025 - 12:36
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Sprechi alimentari di Pasqua e Pasquetta: come limitarli

I costi della spesa pasquale aumentano, ma anche gli eccessi si pagano. Durante le festività di Pasqua e Pasquetta, le abitudini di consumo delle famiglie italiane tendono a cambiare, portando con sé un aumento significativo degli sprechi alimentari e un conseguente impatto sull’ambiente, con la conseguenze che ne derivano. Non si tratta solo di un errore per il portafoglio, riempire la spazzatura di avanzi del pranzo di Pasqua è dannoso per l’ambiente che ci circonda. La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) ha lanciato un vero e proprio allarme riguardo i comportamenti poco sostenibili legati a questi giorni di festa, evidenziando la necessità di adottare scelte più responsabili.

I numeri dello spreco alimentare

Secondo i dati diffusi da Sima, ogni anno circa il 10% dei cibi preparati o acquistati per Pasqua viene sprecato, con una perdita economica stimata tra i 150 e i 200 milioni di euro. Questo spreco riguarda soprattutto frutta, verdura, pane, latticini, carne e dolciumi. L’accumulo di avanzi, spesso non riutilizzati o mal conservati, contribuisce alla produzione di rifiuti alimentari, i quali generano elevate emissioni di CO2. Basti pensare che una sola tonnellata di cibo sprecato può produrre fino a 4,2 tonnellate di anidride carbonica.

A questi effetti si sommano quelli legati ai maggiori spostamenti durante le festività. L’utilizzo intensivo di auto private, bus e aerei comporta infatti un incremento delle emissioni di polveri sottili e sostanze tossiche, come l’ossido di azoto, che incidono negativamente sulla qualità dell’aria.

Le stime di Sima sottolineano la portata del problema. Ogni anno, durante il periodo pasquale, si verifica uno spreco alimentare pari al 10% dei consumi del periodo, un dato che si traduce in centinaia di milioni di euro di alimenti gettati via. Oltre al danno economico, questo comportamento incide in modo significativo sull’ambiente, aumentando la produzione di rifiuti organici e di emissioni nocive. I prodotti più spesso coinvolti nello spreco includono alimenti freschi, come frutta e verdura, ma anche pane, carne, formaggi e dolci, in particolare colombe e uova di cioccolato.

Come limitare gli sprechi durante le festività

Per ridurre gli sprechi alimentari durante Pasqua e Pasquetta, è utile cominciare da una pianificazione attenta degli acquisti. Acquistare solo ciò che è realmente necessario e prestare attenzione alle quantità consente di evitare un surplus di cibo difficile da gestire.

È importante anche conservare correttamente gli alimenti, rispettando le indicazioni di temperatura e scadenza, in modo da prolungarne la durata ed evitare che vengano buttati. Gli avanzi possono essere consumati nei giorni successivi, ma anche congelati per un uso futuro o trasformati in nuove ricette, contribuendo così a ridurre la quantità di rifiuti organici.

Per chi si trova con eccedenze non consumabili, esistono diverse soluzioni per donare il cibo rimasto, anche grazie a applicazioni e iniziative locali che facilitano la redistribuzione a persone in difficoltà. Alcuni supermercati e associazioni offrono punti di raccolta per alimenti ancora integri e confezionati.

Infine, anche i produttori hanno un ruolo attivo nella gestione delle eccedenze. Le uova di Pasqua invendute, ad esempio, vengono spesso riutilizzate per creare altri dolci, oppure destinate al compostaggio o donate grazie agli incentivi fiscali previsti dalla legge.

Come smaltire i rifiuti di Pasqua

Un altro problema molto comune segnalato da Sima riguarda lo smaltimento scorretto degli imballaggi, in particolare quelli legati ai prodotti tipici delle festività, come le uova di cioccolato e le colombe pasquali. Le confezioni delle uova presentano diversi materiali: l’involucro metallizzato, ad esempio, è in polipropilene e va gettato nella plastica, così come il bicchiere di supporto e la bustina delle sorprese. Il cartoncino va nella carta, mentre il cordoncino decorativo richiede una verifica delle disposizioni locali, trattandosi di materiale tessile (codice TEX 62).

Per quanto riguarda le colombe, la scatola esterna va nella carta, l’involucro trasparente nella plastica, mentre la maniglia e il pirottino deve essere smaltito nell’indifferenziata. Questi accorgimenti, se seguiti correttamente, possono contribuire a un notevole abbattimento dell’impatto ambientale complessivo delle festività.

Secondo il presidente della Sima, Alessandro Miani, i cittadini possono fare la differenza “attraverso scelte responsabili e comportamenti corretti”. Tra le raccomandazioni principali figurano una spesa mirata, una buona conservazione degli alimenti e il riutilizzo creativo degli avanzi, oltre alla possibilità di donare il cibo in eccesso.