I Paesi baltici e scandinavi si preparano alla guerra: nuove basi militari e potenziamento di quelle Nato. Poi centinaia di carri armati

Lituania, Svezia, Norvegia e Finlandia assieme vogliono acquistare centinaia di tank CV90 svedesi. L’Estonia costruirà una base militare al confine con la Russia, mentre la Lettonia è già uscita dalla convenzione contro le mine anti uomo. E Vilnius ha un piano di evacuazione

Apr 23, 2025 - 22:56
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I Paesi baltici e scandinavi si preparano alla guerra: nuove basi militari e potenziamento di quelle Nato. Poi centinaia di carri armati


Roma, 22 aprile 2025 - I Paesi Baltici si preparano al peggio, non si fidano di Valdimir Putin, e sono sempre più convinti che la Russia non si fermerà a Kiev, con o senza l’ok di Trump. Per questo motivo i Paesi a rischio invasione russa si stanno organizzando, potenziando le difese e la forza militare. Lituania, Svezia, Norvegia e Finlandia vogliono acquistare congiuntamente alcune centinaia carri armati CV90 di produzione svedese. Il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, dando la notizia ha parlato di un primo passo verso una rafforzata cooperazione nel campo della sicurezza regionale.

Carro armato CV 90 di produzione svedese

Estonia

Per lo stesso motivo l'Estonia sta per costruire una nuova base militare nella città di Narva, proprio al confine con la Federazione russa. La base avrebbe lo scopo di regolarizzare la presenza militare nella regione, rafforzando la sicurezza dello stato e fornendo alla popolazione rassicurazioni sulla sicurezza. Lì le unità saranno schierate per svolgere compiti di emergenza e combattimento. L'Estonia inoltre oggi ha fatto sapere che non riconoscerà mai l'annessione alla Federazione russa dei territori occupati dell'Ucraina. "Anche in questo momento, dobbiamo sostenere l'Ucraina il più possibile e fare pressione sulla Russia", ha affermato oggi il primo ministro estone, Kristen Michal, commentando il piano di Washington che prevederebbe il riconoscimento dell'annessione della Crimea alla Russia.

Lituania

Anche la Lituania progetta di investire circa 300 milioni di euro per l'ammodernamento della base dell'aeronautica militare di Siauliai, quella utilizzata dalle forze Nato impegnate nelle operazioni di polizia aerea nella regione baltica. Inoltre il governo oggi ha approvato lo stanziamento di ulteriori 187 milioni di euro per la Difesa, autorizzando l'acquisto di 27 veicoli da combattimento Boxer di produzione tedesca e sistemi di difesa aerea Nasams. Nei piani anche il potenziamento e la fortificazione di un secondo percorso attraverso il temuto corridoio di Suwałki, il passaggio cruciale lungo il confine con la Polonia, considerato una delle aree dove Mosca potrebbe attaccare l'Unione Europea e la Nato. Il corridoio di Suwałki è un tratto di pianura boscosa scarsamente popolato, lungo 100 chilometri, che collega la Polonia e la Lituania e confina con la Bielorussia e con l'exclave russa di Kaliningrad. Infine la capitale Vilnius ha già predisposto un piano di evacuazione dei cittadini dalla capitale in caso d'invasione russa.

Inoltre timori della Lituania si basano anche su un rapporto del Dipartimento per la sicurezza dello stato (Dss) in cui si denuncia la strategia di intimidazione nei confronti dei cittadini bielorussi residenti in Lituania da parte di agenti di Minsk e di Mosca. Secondo il rapporto i servizi dei due Paesi starebbero cercando di diffondere l'idea dell'appartenenza storica di Vilnius allo stato bielorusso fomentando così la destra nazionalista lituana.

Lettonia

La Lettonia ospita la base Nato di Adazi, da dove l'Alleanza Atlantica controlla il Mar Baltico, e che garantisce una certa sicurezza a Riga. La Polonia da pochi giorni ha fatto sapere che invierà in Lettonia altri soldati, tra cui militari specializzati in armi chimiche. Il ministro Andris Spruds della Difesa lettone ha affermato: "Stiamo collaborando alla costituzione di una brigata multinazionale. Questo presuppone che tutti i settori vengano coperti: inviando degli esperti di armi chimiche, noi miriamo esattamente a questo". E solo una settimana fa sempre il parlamento di Riga ha lanciato un messaggio chiaro alle intenzioni di Putin: il via libera all'uscita della Lettonia dalla convenzione internazionale che vieta le mine antiuomo. "Il ritiro dalla Convenzione di Ottawa darà alle nostre forze armate un margine di manovra in caso di minaccia militare e consentirà loro di utilizzare tutti i mezzi possibili per difendere i nostri cittadini", ha spiegato Inara Murniece, presidente della commissione parlamentare per gli Affari esteri. Infine sempre la Lettonia intende modernizzare 570 rifugi per la popolazione civile sfruttando i sovvenzionamenti del Fondo europeo per lo sviluppo regionale.