I nostri antenati dell’Età del Ferro producevano porpora in un grande impianto (che ha funzionato per 5 secoli)
Incredibile scoperta archeologica: un gruppo di ricerca dall’Università di Haifa (Israele) ha scoperto un vero e proprio impianto “proto-industriale” di porpora dell’Età del Ferro che ha prodotto per ben 5 secoli una tintura viola, un tempo apprezzata da molte società mediterranee dell’epoca. Come spiega il Museo delle Origini della Sapienza Università di Roma, l’Età del...

Incredibile scoperta archeologica: un gruppo di ricerca dall’Università di Haifa (Israele) ha scoperto un vero e proprio impianto “proto-industriale” di porpora dell’Età del Ferro che ha prodotto per ben 5 secoli una tintura viola, un tempo apprezzata da molte società mediterranee dell’epoca.

©PLOS ONE
Come spiega il Museo delle Origini della Sapienza Università di Roma, l’Età del Ferro segna un importante periodo della storia umana ed in Italia si ascrive circa tra il 950 e 720 a.C. In questa fase si assiste in effetti ad un significativo mutamento nella produzione di manufatti metallici, prima realizzati in bronzo ed ora in ferro.
Ma nessuno prima pensava potesse esistere davvero un impianto di produzione: gli scienziati hanno invece identificato oggi un insediamento costiero nel territorio che oggi è Israele, dove esisteva davvero un impianto di produzione di una tintura viola, un tempo apprezzata da molte società mediterranee dell’Età del Ferro.
Precedenti ricerche avevano infatti già dimostrato che tessuti di lana dai colori unici, ottenuti con una tintura nota come porpora di Tiro, erano molto in voga tra le popolazioni che vivevano lungo la costa del Mediterraneo durante quell’epoca.
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©PLOS ONE
Inoltre, poiché i materiali sono stati rinvenuti in molte località, si era già ipotizzato che da qualche parte dovesse esistere un grande impianto di produzione, ma fino ad ora la sua ubicazione era rimasta un mistero.
In questo nuovo studio, i ricercatori hanno scoperto grandi tini macchiati di viola dalla tintura, insieme ad altri 176 manufatti relativi al processo di produzione che trasformava una materia prima in una tintura. Il sito di scavo non è lontano dall’odierna Haifa, in quello che un tempo era noto come il villaggio di pescatori di Tel Shiqmona.

©PLOS ONE
La materia prima usata, in particolare, è muco estratto da lumache di mare usato da loro per difendersi, ed è verde, ma diventa viola quando esposta all’aria. La sua trasformazione in tintura avrebbe richiesto quindi l’esecuzione di diversi passaggi chimici per consentirle di legarsi a un tessuto. Inoltre le vasche ritrovate erano abbastanza grandi da contenere 350 litri, il che suggerisce che il sito fosse un impianto di produzione su larga scala.

©PLOS ONE
E c’è di più, perché le prove rinvenute nel sito di scavo suggeriscono che tale impianto sia stato utilizzato per gran parte dell’Età del Ferro: i ricercatori ritengono infatti che la produzione del colorante sia iniziata nel sito circa 3.000 anni fa, sebbene su piccola scala, e che in seguito, con l’espansione del Regno di Israele, la produzione aumentò.
La produzione diminuì poi nuovamente, secondo gli autori, dopo la caduta del Regno di Israele, per poi aumentare nuovamente dopo la conquista della regione da parte degli Assiri.
Il lavoro è stato pubblicato su PLOS ONE.
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