I mercati festeggiano la tregua commerciale Usa-Cina, ma restano molte incognite

“La notizia del passo indietro di Cina e Stati Uniti rispetto alle politiche che avevano praticamente l’effetto di provocare un embargo commerciale tra i due Paesi è stata accolta con entusiasmo dai mercati finanziari”, osserva Sean Shepley, Senior Economist di Allianz Global Investors. L’accordo siglato prevede una tregua di 90 giorni, durante la quale la... Leggi tutto

Mag 16, 2025 - 13:40
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I mercati festeggiano la tregua commerciale Usa-Cina, ma restano molte incognite

“La notizia del passo indietro di Cina e Stati Uniti rispetto alle politiche che avevano praticamente l’effetto di provocare un embargo commerciale tra i due Paesi è stata accolta con entusiasmo dai mercati finanziari”, osserva Sean Shepley, Senior Economist di Allianz Global Investors. L’accordo siglato prevede una tregua di 90 giorni, durante la quale la Cina ridurrà i dazi sulle merci statunitensi al 10%, mentre gli Stati Uniti porteranno le imposte sui prodotti cinesi al 30%.

L’obiettivo è chiaro: guadagnare tempo per negoziare un’intesa più duratura che, pur senza eliminare la rivalità strategica tra le due superpotenze, offra almeno un minimo di stabilità e prevedibilità per le imprese. Nel frattempo, gli investitori hanno reagito con ottimismo. “Sia negli USA che in Cina le azioni sono salite ben al di sopra dei livelli registrati al momento dell’annuncio dei dazi il 2 aprile”, rileva Shepley.

Dollaro e yuan in recupero, ma le banche centrali restano prudenti

La risposta dei mercati non si è limitata all’azionario. Le aspettative di inflazione negli Stati Uniti sono scese di circa lo 0,25% il giorno dopo l’annuncio, segno che gli operatori vedono nella distensione un potenziale freno all’aumento dei prezzi. Tuttavia, “le aspettative di un allentamento da parte delle banche centrali sono diminuite in tutti i mercati principali a fronte della percepita diminuzione del rischio di recessione”, precisa l’economista.

Anche il cambio ha reagito. Il dollaro ha recuperato circa un terzo del terreno perso nei tre mesi precedenti, mentre lo yuan cinese si è addirittura rafforzato più del dollaro, un segnale di fiducia nella stabilità della Cina in questo nuovo contesto.

L’oscillazione dell’umore: da Trump all’instabilità

Negli ultimi mesi, il sentiment dei mercati ha vissuto forti oscillazioni. “I mercati sono passati dal grande ottimismo di novembre in occasione delle elezioni presidenziali… alla profonda disperazione di aprile”, nota Shepley, richiamando le aspettative deluse rispetto a un’amministrazione Trump che si credeva più favorevole al business.

Ora l’attenzione è tutta rivolta alla politica economica statunitense. Le manovre di deregolamentazione e gli stimoli fiscali potrebbero ridare fiato a famiglie e imprese, la cui fiducia resta su livelli molto bassi. Ma resta da capire se anche l’economia reale seguirà questa traiettoria positiva.

Rimbalzo tecnico o ripresa vera?

Una delle principali incognite riguarda gli effetti temporanei degli acquisti anticipati da parte delle imprese, che hanno cercato di aggirare l’impatto dei dazi. “A marzo si osservano un’impennata delle importazioni negli USA e un eccezionale aumento della produzione farmaceutica tedesca”, segnala Shepley, citando il settore farmaceutico come esempio emblematico.

Nel primo trimestre dell’anno, gli ordini effettuati per assicurarsi la consegna delle merci prima dell’entrata in vigore dei dazi hanno gonfiato i dati di export. Tuttavia, questo potrebbe tradursi in un calo dei nuovi ordinativi nei prossimi mesi. “In alcuni casi, l’effetto potrebbe essere consistente e persistere fino all’estate”, avverte l’economista.

Lavoro e sentiment: indicatori chiave per il futuro

Una delle aree dove gli effetti della distensione potrebbero farsi sentire più chiaramente è il mercato del lavoro. “Nella ripresa post-pandemia, le aziende, temendo una possibile carenza di forza lavoro, avevano cercato di non ridurre il personale”, scrive Shepley. La tregua commerciale potrebbe rafforzare questa prudenza, con impatti positivi su fiducia e consumi.

Tuttavia, il vero banco di prova sarà rappresentato dai dati sull’occupazione. Se l’incertezza dovesse spingere le imprese a tagliare posti di lavoro, il ciclo economico potrebbe entrare in una fase più critica. “Le statistiche del mercato del lavoro USA saranno probabilmente l’indicatore più importante per capire se l’incertezza delle imprese diventerà tanto insostenibile da far aumentare i licenziamenti”, conclude Shepley.

La prossima settimana: occhi puntati sui PMI

Lo sguardo degli analisti si sposta ora sui dati macroeconomici attesi nei prossimi giorni. I più rilevanti saranno gli indici PMI di maggio, che offriranno un primo sguardo sulla tenuta dell’attività economica dopo la tregua sui dazi. Nell’Eurozona, segnali di ripresa arrivano dall’indice tedesco ifo, mentre in Germania si attendono anche i dati sul PIL del primo trimestre e i prezzi alla produzione.

Negli Stati Uniti, l’attenzione sarà sulle vendite di case nuove e sulle richieste di sussidi di disoccupazione. In Cina si prevedono numeri in rallentamento per produzione industriale e vendite al dettaglio. Nel Regno Unito, infine, l’inflazione è destinata a salire oltre il 3%, con una fiducia dei consumatori che resta debole a causa del mercato del lavoro in difficoltà.