I dati indicano che la cautela inizia a radicarsi

L'incertezza rimarrà elevata ancora per un po’ di tempo ma il modo migliore per affrontarla è concentrarsi sul lungo termine e diversificare il portafoglio.A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM

Apr 2, 2025 - 07:42
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I dati indicano che la cautela inizia a radicarsi

Occupati ADP USA di marzo in uscita oggi alle 14:15 (stima 118k contro 77k di febbraio). Come noto, la variazione di febbraio era risultato decisamente al di sotto delle attese di 140k, con perdite di posti di lavoro nel settore del commercio (-33k), istruzione e sanità (-26k) e informazione (-14k). L'incertezza delle politiche e il rallentamento della spesa dei consumatori potrebbero aver portato a licenziamenti e ad un rallentamento delle assunzioni. I dati, combinati con altri indicatori recenti, suggeriscono una titubanza nell'assunzione da parte dei datori di lavoro mentre valutano il clima economico futuro. Secondo le attese di marzo, l’incertezza sembra essere stata di breve durata.

In deciso miglioramento a marzo la disoccupazione dell’Italia (5.9% contro 6.3% attesa e 6.2% a febbraio). PMI manifatturiero dell’Europa di marzo leggermente inferiore alle attese (48.6 punti contro 48.7 attese), ma in miglioramento rispetto al dato di febbraio (47.6 punti). Inflazione dell’Europa di marzo, pari al +2.2%, in linea con le attese e in leggera flessione rispetto al +2.3% di febbraio.

PMI manifatturiero USA di marzo, pari a 50.2 punti, più elevato delle attese (49.8), ma in flessione rispetto al dato di febbraio, pari a 52.7 punti. ISM manifatturiero di marzo, pari a 49 punti, più basso delle attese (49 punti) e in calo rispetto al dato di febbraio 50.3 punti. Nonostante il PMI si sia mantenuto leggermente al di sopra della soglia dei 50 punti che indica recessione, la tendenza è piuttosto chiara. Probabilmente è solo una questione di tempo prima l’attività produttiva del paese scivoli sotto i 50 punti. Ovviamente anche l’occupazione potrebbe risentirne in modo negativo. Da sottolineare che di fatto il rallentamento sta avvenendo senza gli effetti dei dazi della nuova amministrazione.

Le azioni e i rendimenti dei Treasury a breve termine sono scesi dai massimi poiché letture dell'inflazione più forti del previsto, minacce di ulteriori tariffe e ulteriori segnali di indebolimento del sentiment dei consumatori hanno spinto gli investitori a giocare sulla difensiva. Le azioni in settori come i beni di consumo di base hanno registrato guadagni, mentre settori come la tecnologia hanno registrato performance inferiori alle aspettative.

Le azioni del settore tecnologico sono scese nelle ultime settimane, poiché l'incertezza sull'economia è aumentata. Il settore tecnologico è sceso del 12,7% circa dall'inizio dell'anno, con i Magnifici Sette in calo del 14,6% circa. I cali per le azioni hanno segnato la quarta settimana su cinque in cui i principali indici azionari hanno registrato perdite.

In ciascuna delle settimane in ribasso, le domande trainanti dietro le vendite erano le stesse: i dazi e l'inflazione rigida faranno sì che la Fed resti in disparte? In tal caso, la crescita economica si fermerà o si contrarrà? Mentre Trump ha suggerito che la politica tariffaria assumerà una forma più solida questa settimana (in quello che ha definito "giorno della liberazione"), potrebbe volerci ancora del tempo prima che le domande nella mente degli investitori trovino risposta, soprattutto perché il prossimo meeting della Fed (7 maggio) è ancora piuttosto lontano. Fino ad allora, è molto probabile che l'incertezza continui e potrebbe causare volatilità. Inoltre, finché non emergerà un quadro più chiaro, c'è un rischio crescente che i consumatori diventino sempre più cauti e possano iniziare a ridurre le spese.

In effetti, i risultati finali del sondaggio sulla fiducia dei consumatori dell'Università del Michigan di febbraio mostrano che la cautela sta iniziando a radicarsi. La lettura è in calo di circa 22 punti rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Mentre le opinioni sulle condizioni attuali sono scese modestamente durante il mese, le aspettative per l'anno a venire sono crollate a 52.6 punti, in calo di 11 punti circa per il mese e di 25 punti circa anno su anno.

Il risultato è stato un notevole deterioramento delle opinioni sul mercato del lavoro. I risultati finali del sondaggio di marzo mostrano che circa due terzi dei consumatori prevedono che la disoccupazione aumenterà nel corso del prossimo anno. Per contestualizzare, questo è il livello più alto dal 2009, quando l'economia stava ancora risentendo della grande crisi finanziaria. Crediamo che questa tendenza riveli una vulnerabilità chiave per i consumatori, dato che i mercati del lavoro e i redditi solidi sono stati la principale fonte di forza a sostegno della spesa dei consumatori negli ultimi anni.

Sebbene l'attuale incertezza abbia portato gli investitori ad assumere una visione pessimistica e i dati recenti suggeriscano che l'inflazione rimane rigida, crediamo che il percorso da seguire non sia ancora determinato. L'economia globale è dinamica e, come abbiamo già visto, le politiche economiche possono essere modificate man mano che il loro impatto (positivo o negativo) diventa evidente. Pertanto, non siamo convinti che gli investitori debbano apportare modifiche sostanziali alla loro strategia a lungo termine.

Un consulente finanziario saggio ha lavorato per sviluppare un piano finanziario coerente con le diverse strategie di investimento e quindi i portafogli sono stati probabilmente progettati per tenere conto del fatto che ogni ciclo economico attraversa periodi di incertezza. Un futuro imprevedibile porterà a opportunità imprevedibili per gli investitori nel medio e lungo termine. E il modo migliore per capitalizzare queste opportunità impreviste è attraverso la diversificazione.

Siamo convinti che l'incertezza rimarrà elevata ancora per un po’ di tempo ma crediamo anche che il modo migliore per affrontarla sia concentrarsi sul lungo termine e diversificare il portafoglio, al fine di evitare di concentrarsi troppo su un singolo segmento di mercato o su una classe di attività.