I casi delle meme coin $Libra e $Trump e le affinità elettive tra l’estrema destra e il mondo delle criptovalute

$Trump, $Melania, $Libra. Gli ultimi due mesi sono stati caratterizzati sui mercati anche dal proliferare di memecoin che, spesso, hanno fatto la fortuna di pochi e la sfortuna di molti. Iniziamo a capire di cosa si tratta. “Una moneta scherzo”, la definisce Stefano Bargiacchi, analista ed esperto di criptovalute ed IA. “È un sistema a […] L'articolo I casi delle meme coin $Libra e $Trump e le affinità elettive tra l’estrema destra e il mondo delle criptovalute proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 5, 2025 - 09:52
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I casi delle meme coin $Libra e $Trump e le affinità elettive tra l’estrema destra e il mondo delle criptovalute

$Trump, $Melania, $Libra. Gli ultimi due mesi sono stati caratterizzati sui mercati anche dal proliferare di memecoin che, spesso, hanno fatto la fortuna di pochi e la sfortuna di molti. Iniziamo a capire di cosa si tratta. “Una moneta scherzo”, la definisce Stefano Bargiacchi, analista ed esperto di criptovalute ed IA. “È un sistema a somma zero, in cui non c’è nessuna creazione di valore. Se entra uno, esce uno e viceversa. Chi le compra scommette su una salita a cui, inevitabilmente, segue prima o poi un analoga discesa”.

L’importante, insomma è uscire ed entrare al momento giusto. Il problema è che, spesso, il gioco è truccato. Chi emette la memecoin è chi la “stampa”, può decidere di tenere per se una grossa fetta per se stesso e, se e quando l’effetto virale attecchisce, vendere ed incassare. A quel punto, con l’offerta di memecoin che subissa la domanda, si assiste inesorabilmente alla repentina caduta del valore. Da non dimenticare poi che, a differenza delle normali criptovalute, queste “scherzo coin” non sono utilizzabili come mezzo di pagamento per comprare qualcosa, tutto si esaurisce all’interno del loro “circuito” (con una piccola eccezione per dogecoin)

Prendiamo il caso di $Trump, la memecoin lanciata sul mercato lo scorso 18 gennaio dal presidente statunitense. In pochissimo tempo il suo valore è cresciuto in modo esponenziale, portando la “capitalizzazione” fino ai 7 miliardi di dollari e poi oltre, fino a raggiungere i 27 miliardi. Poi è iniziata la prevedibile ed inesorabile discesa che ha lasciato con il cerino in mano quasi un milione di sottoscrittori.

“Si tratta di iniziative celebrative, osserva Bargiacchi. Immaginate l’emissione di un francobollo per ricordare un qualche evento. Donald e Melania Trump hanno lanciato i loro meme coin per celebrare la vittoria elettorale e capitalizzare la crescita della loro popolarità“. Un poco diverso è stato il caso di $Libra. Qui il presidente argentino Javier Milei non era l’emittente della memecoin ma si è limitato a sponsorizzarla con un post su X, sfruttando la sua popolarità per innescare l'”hype”. Non è finita bene.

Al di là dei casi da prima pagina, il fenomeno è ampio ed in crescita esponenziale. Il Sole 24 Ore ha ricordato come, secondo le stime, siano oggi in circolazione 11 milioni di criptovalute/token di varia natura, prevalentemente memecoin. Molte hanno vita effimera, altre scivolano nell’oblio, dimenticate su qualche piattaforma senza più alcun valore. Creare una memecoin su una piattaforma ad hoc, come può essere Solana, è inoltre estremamente veloce e semplice, pure per i non addetti ai lavori. In questo di monete, monetine, “scherzi”, non c’è il rischio che a risentirne sia tutto l’universo delle criptovalute? Secondo l’esperto non più di tanto.

“Il mondo cripto ormai è strutturato su tre livelli ben distinti. Il primo è quello del bitcoin, la criptovaluta di gran lunga più nota e diffusa che ha ormai acquisito un suo ruolo saldo e definito sui mercati e nella composizione dei portafogli. Il secondo livello è quello dei cosiddetti alt- Coin, come Ether o Solana. In questo caso, dietro alla moneta, c’è un progetto per la creazione di valore, comprarle equivale un po’ all’investimento fatto in una start up, rischioso ma potenzialmente molto redditizio. Il terzo e ultimo livello è quello dei meme coin, dove il gioco è prettamente speculativo”, spiega Bargiacchi.

Bannon, Musk, Trump, Milei, Bukele sono tutte figure che aderiscono ad una visione politica di destra, più o meno estrema, e mostrano uno spiccato interesse per le criptovalute. Non è un caso. Sebbene il bitcoin (e con lui l’universo criptovalute) abbia esercitato una certa fascinazione anche verso ambienti di sinistra, in virtù della promessa di tagliare fuori le banche dalle transazioni, è innegabile che esistano affinità elettive con ambienti ultra-liberisti, anarco capitalisti (come si definisce il presidente argentino Milei) e di estrema destra.

Del resto, storicamente, la predilezione per un sistema ad offerta limitata di moneta è proprio di una tradizione politica destrorsa. E non dimentichiamo che oltre il 90% dei bitcoin in circolazione fa capo al 2% degli account. Pochi fortunati che hanno in mano una ricchezza di circa 1.500 miliardi di dollari. Nel frattempo Donald Trump ha ribadito la sua intenzione di creare una riserva nazionale in criptovalute, includerà non solo bitcoin ma pure Solana e Cardano.

Come ben ricostruisce Brett Scott nel libro Cloudmoney, spesso i devoti del bitcoin guardano al capitalismo e al mercato come a due divinità e sono estremamente insofferenti a qualsiasi cosa possa interferire con il loro operare. Compagnie private e mercati sono ritenuti garanti dei diritti umani migliori rispetto alle democrazie statali. Il controverso Steve Bannon, consulente di Trump, ritiene, ad esempio, che il bitcoin sia un mezzo per promuovere la “rivolta populista mondiale”. Un’inchiesta del sito The Lever ha ricostruito i legami tra think tank di destra e le società di criptovalute che ruotano attorno alla presidenza Trump.

El Salvador è l’unico paese al mondo ad aver adottato il bitcoin come valuta nazionale. Alla guida del paese c’è Nayib Bukele, uno dei pochi capi di stato invitato da Trump al suo insediamento e che si è offerto di aprire le terribili carceri salvadoregne anche a detenuti statunitensi di cui Washington volesse disfarsi. Il presidente di El Salvador è vicino a Giancarlo Devasini e Paolo Ardoino, i due fondatori di Tether, che si apprestano a trasferire la sede della società nel paese centroamericano e che, a loro volta, sono entusiasti sostenitori di Trump e della sua visione politica. (Thether ha recentemente acquistato il 5% della Juventus, ndr)

Secondo il docente della Virginia Commowealth University David Golumbia, che espresse questa visione in The politics of Bitcoin: software as Right Wing Extremism, la tecnologia cripto mette insieme teorie economiche libertari con l’estrema destra populista. Come Golumbia ebbe modo di spiegare: “Bitcoin, e la tecnologia blockchain, sono un’espressione del forte pregiudizio anti-istituzionale e anti-democratico codificato nell’ infrastruttura digitale. Una realtà senza leader, “distribuito”, “decentralizzato”, impermeabile ai fatti empirici, infarcito di disprezzo cospirazionista per ciò che chiama variamente propaganda “mainstream” o “banchieri”, e tuttavia allo stesso tempo legato alle grandi macchine per fare profitti ed estrarre profitti al centro delle capitali finanziarie mondiali”.

Il docente, scomparso nel 2023, ricordava poi che il “Bitcoin non svolge sostanzialmente nessuna delle funzioni del denaro (…) poiché la sua enorme volatilità lo ha reso praticamente inutilizzabile a tal fine. Presentato come alternativa al presunto “furto di valore” della moneta ufficiale “inflazionistica”, si è rivelato lo strumento più inflazionistico (e deflazionistico) mai scambiato su larga scala. Venerato dai suoi seguaci come una risposta alla malversazione di Wall Street, ha ceduto alla sua stessa ostilità per la regolamentazione, tradendo una propensione alla frode e alla manipolazione che inizia a rivaleggiare con ciò che gli investitori incontrano nelle istituzioni finanziarie tradizionali”.

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