“Ho scoperto che mio marito era l’assassino di una ragazzina di 12 anni, segnalata come scomparsa. E sono riuscita a smascherarlo”: la storia di Angela Hicks diventa un documentario
I bambini scomparsi non dovevano essere dimenticati. Così Ronald Reagan nei primi anni ’80 decide di fare mettere le loro foto sui cartoni del latte, in modo che tutte le famiglie americane potessero vederne le facce e ricordarsi di loro. Tra questi bambini, comparve anche Jonelle Matthews. Aveva 12 anni, non più una bimba ma […] L'articolo “Ho scoperto che mio marito era l’assassino di una ragazzina di 12 anni, segnalata come scomparsa. E sono riuscita a smascherarlo”: la storia di Angela Hicks diventa un documentario proviene da Il Fatto Quotidiano.

I bambini scomparsi non dovevano essere dimenticati. Così Ronald Reagan nei primi anni ’80 decide di fare mettere le loro foto sui cartoni del latte, in modo che tutte le famiglie americane potessero vederne le facce e ricordarsi di loro. Tra questi bambini, comparve anche Jonelle Matthews. Aveva 12 anni, non più una bimba ma un’adolescente, ed era il 20 dicembre 1984 quando sparì senza lasciare traccia.
Siamo a Greeley, in Colorado, e la polizia non riuscì a trovare una pista credibile. Questo mistero lungo 40 anni lo racconta oggi il documentario Sky The Girl On The Milk Carton. A dare una svolta alle indagini è stata una donna, Angela Hicks. Come? Iniziando a sospettare di suo marito, Steve Pankey, un uomo manipolatore e violento.
Il giorno dopo la scomparsa di Jonelle, accade una cosa insolita nella famiglia Pankey perché Steve decide di fare una gita tutti insieme a Big Bear, in California. Nel documentario di Sky Crime, Angela ricorda: “Steve non era mai stato un tipo da festeggiare il Natale e anche quell’anno aveva detto di no all’invito di suo padre. Poi, improvvisamente, il 21 dicembre tornò a casa e disse: ‘Prepara tutto, domattina partiamo’. Io mi sentii malissimo perché avevamo due alani, ma Steve disse: ‘Non preoccuparti dei cani, li ho abbandonati. Prepara tutto'”.
Una volta arrivati a Big Bear, è subito chiaro che i nonni non li stanno aspettando. Una lite improvvisa li riporta quasi subito a casa, a Greeley. Durante il viaggio, Pankey sente ogni possibile aggiornamento radio sul caso di Jonelle Matthew: “Era totalmente concentrato su quelle notizie. Si comportava in modo ma io non riuscivo a capire”. Pochi giorno dopo, l’uomo dà fuoco alla propria auto.
Siamo al gennaio 1985, circa un mese dopo la scomparsa della ragazza, quando la polizia riceve una telefonata da un uomo che si spaccia per un pastore, un uomo di chiesa. Il pastore dichiara che un fedele, durante la confessione, gli ha detto di avere rapito e ucciso Jonelle ma di non poterne fare il nome per via del ‘privilegio pastorale’. L’uomo si presenta come padre Pankey e molto probabilmente era proprio Steve che cercava di depistare le forze dell’ordine. Accade però che la polizia non dà peso a quella telefonata.
Nel frattempo, a casa Pakey l’atteggiamento manipolatorio di Steve diventa sempre più pericoloso: “Mi diceva: ‘Se pensi di lasciarmi, guarderai mentre sparo ai nostri figli, poi a te, e infine a me. È questo che vuoi?’ Come avrei potuto uscire da quell’incubo?”, le parole di Angela Hicks. Passa del tempo. Una marea di tempo. È infatti solo alla fine degli anni ’90 che Angela trova dei fogli strrappati e scritti dal marito. Decide di ricomporli e scopre che parlavano di Jonelle e che contenevano moltissimi dettagli sconosciuti all’opinione pubblica. Va alla polizia ma, dopo qualche tempo, scopre che nessuno aveva considerato gli appunti.
Intanto, decide di divorziare da Steve e poco dopo di rivolgersi al detective Robert Cash, che al tempo della scomparsa di Jonelle era compagno di classe di sua sorella maggiore. “Angela Hicks aveva tantissime informazioni. Parlai con lei più volte nei mesi successivi. Portava copie dei documenti trovati in casa: appunti, scritti legali, note importanti. Mi raccontava le frasi che l’avevano gelata, il viaggio in California, l’abbandono dei cani, le violenze fisiche ed emotive che aveva subito”, le parole del detective nel documentario. Cash capisce la definitiva colpevolezza di Steve Pankey quando legge un dettaglio annotato sul diario dell’uomo: lui stesso aveva rastrellato la neve davanti a casa Matthews la notte della scomparsa di Jonelle. La ragazzina era sola e quel gesto indicava che l’uomo aveva tolto le sue impronte.
Nel luglio 2019, lo scheletro di Jonelle Matthews viene ritrovato con un foro di proiettile nel cranio. La famiglia viene informata. Grazie alla testimonianza di Angela in tribunale, Pankey è stato dichiarato colpevole e condannato all’ergastolo. “Sentivo il cuore battermi fortissimo. Hanno detto: rapimento di primo grado, colpevole; omicidio, colpevole”. Dopo 38 anni, la verità. Il documentario si chiama The Girl On The Milk Carton.
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