Guerra e pace | L’analisi di Goffredo Buccini
Vogliamo scuole e ospedali o missili e cannoni? “Parafrasando liberamente un arcinoto e drammatico discorso di Mussolini, alcuni leader italiani di maggioranza e di minoranza ci hanno ricondotto a questo bivio retorico dopo la svolta di Ursula von der Leyen sul riarmo europeo”. Così Goffredo Buccini sul Corriere della Sera: “La questione rimanda ai grandi […] L'articolo Guerra e pace | L’analisi di Goffredo Buccini proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Vogliamo scuole e ospedali o missili e cannoni? “Parafrasando liberamente un arcinoto e drammatico discorso di Mussolini, alcuni leader italiani di maggioranza e di minoranza ci hanno ricondotto a questo bivio retorico dopo la svolta di Ursula von der Leyen sul riarmo europeo”.
Così Goffredo Buccini sul Corriere della Sera: “La questione rimanda ai grandi temi della pace e dei mezzi per mantenerla. Ma il destino degli italiani è comune a tutti gli europei: sballottati in un mare procelloso che ha fatto saltare in meno di due mesi alleanze consolidate da ottant’anni. Lucrezia Reichlin ha spiegato su queste colonne come forza militare e innovazione tecnologica vadano insieme e, quindi, come Pil e capacità competitiva europea potrebbero infine trarre persino vantaggio da questo tornante obbligato: al dunque, diremmo noi, una porzione del benessere uscito dalla porta potrebbe rientrare dalla finestra. Ma la pigrizia delle ideologie fatica ad adeguarsi ai cambi di stagione.*
Da Yalta in poi – ricorda l’editorialista – gli interessi degli Stati Uniti nella spartizione delle sfere di influenza ci hanno illuso di poter vivere per sempre quali vassalli privilegiati, tagliando su armi ed eserciti per convertire la spesa in qualità della vita ed eguaglianza sociale. L’Europa, grazie a quest’illusione, è stata a lungo una meraviglia planetaria. Qualsiasi legittima riserva si abbia ora sulla qualità del piano di riarmo europeo, il dato di fatto è che questo Occidente non esiste più. Il protezionismo può essere prodromo di conflitti armati, come ha ricordato Sergio Mattarella. La brutalità mercantile di Trump ha squadernato l’evidenza che welfare e warfare sono, almeno in parte, entità per noi inversamente proporzionali, essendo un aumento di tassazione difficilmente praticabile.*
Il presidente degli Stati Uniti subisce la fascinazione di Putin, ma l’Ucraina in un pacco dono per Mosca sarebbe premessa di nuovi sconquassi, a cominciare dalla Moldavia e dalla Lituania. È il momento di passi dolorosi. Intendiamoci: la formula «meno previdenza e più armi» fa rabbrividire molti, e a ragione, creando curiose convergenze. Al netto di un certo pacifismo peloso – conclude – i veri idealisti, meritevoli di assoluto rispetto, non dovrebbero comunque ignorare che oggi la sicurezza militare di una collettività è diventata precondizione per il godimento di qualsiasi altro diritto, beneficio o sussidio”.
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