Guerra dei dazi, una sfida per l’innovazione della logistica

Imprese della logistica chiamate alla sfida commerciale dei nuovi dazi internazionali: innovazione tecnologica e qualità per riposizionarsi sui mercati.

Apr 17, 2025 - 11:18
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Guerra dei dazi, una sfida per l’innovazione della logistica

La guerra dei dazi avviata dagli USA con l’Amministrazione Trump, come spesso accade nel mondo del business, può essere considerata anche una sfida. Le imprese della logistica possono infatti cercare di anticipare la nuova mappa del commercio internazionale che andrà consolidandosi, per posizionare al meglio i propri servizi grazie ad innovazione e qualità.

«Quando qualcosa si muove, non serve piangere sugli impatti negativi del cambiamento, è invece fondamentale concentrarsi per individuare quali nuove opportunità quel cambiamento potrebbe aprire», secondo Raffaele Ghedini, economista e presidente di Oikyweb, specializzata in gestione e movimentazione di prodotti grandi e di valore.

Dunque, «in questa fase indubbiamente complessa,  occorre avere tutti i radar perfettamente accesi».

La sfida per il settore della logistica

La Logistica è un settore che vale più del 10% al PIL nazionale e occupa circa 1,4 milioni di addetti. Gli Stati Uniti rappresentano per il nostro export il secondo o terzo mercato, a seconda di quale parametro utilizziamo.

La guerra dei dazi evidenza dunque come il settore sia strategico per la competitività dei sistemi-Paese nel futuro, prosegue Ghedini, «perché in un mondo sempre più digitalizzato la capacità di muovere fisicamente le cose rappresenterà sempre di più un asset strategico».

Innovazione e qualità dei servizi

Cosa devono fare quindi le imprese italiane? La situazione attuale offre «notevoli opportunità a quelle imprese che basano la propria competitività sull’innovazione tecnologica e sulla qualità dei servizi». La prima consente la flessibilità necessaria per saper ideare ed introdurre con rapidità servizi innovativi, la seconda consente di rivolgersi a una committenza in grado di capirli, apprezzarli e volerli.

«Nei prossimi mesi e anni mi aspetto che la variabile prezzo diventi sempre meno importante – conclude Ghedini -. Ovviamente parlo dell’ambito dei servizi tailor made ad alto valore aggiunto. Se invece vogliamo guardare all’altra faccia della medaglia, è evidente che le aziende non (o poco) dotate di capacità tecnologica, e quindi di potenzialità innovative, si troveranno ad operare in un contesto per loro sempre meno sostenibile».