Guai per Apple: sorpasso Microsoft e taglio del target price di Jefferies
A pesare sono soprattutto i maxi dazi decisi da Donald Trump verso le merci provenienti dalla Cina, mercato dove la Casa di Cupertino aveva già visto ridurre sensibilmente le vendite dei suoi iPhone.

Sorpasso Microsoft nei confronti di Apple, con la società di Bill Gates tornata ad essere la società quotata con maggior valore al mondo.
Ieri, infatti, Microsoft valeva 2,64 trilioni di dollari alla chiusura di Wall Street, di poco oltre il valore di Apple, ferma a 2,59 trilioni. Le azioni delle due società hanno terminato la seduta in calo, anche se le perdite di Microsoft (-0,92%) sono state nettamente inferiori a quelle di Apple (-4,98%).
A pesare è la guerra commerciale dichiarata da Donald Trump, con la Casa della Mela che ha ceduto il 22% nelle ultime 5 sedute, mentre da inizio anno il crollo supera il 30%. Più attenuato il calo di Microsoft (-6%) dallo scorso 2 aprile e da inizio anno (-16%), più in linea con l’andamento del Nasdaq (-13%).
Sia Apple che Microsoft, insieme al produttore di chip Nvidia, erano valutate a inizio anno oltre 3 trilioni di dollari, poi il panic selling che ha colpito il mercato ha travolto le big tech USA che avevano corso di più in precedenza.
La pessima performance di Apple è dovuta principalmente ai maxi dazi imposti da Trump nei confronti della Cina, pari al 104% e frutto delle precedenti tariffe al 20% più un recente 34%, ai quali si aggiunge il 50% firmato da poco dal Presidente USA.
La Casa di Cupertino risulta maggiormente esposta al Paese asiatico rispetto al resto del settore tecnologico, anche in termini di vendite. Recentemente ha perso il primo posto nelle vendite di smartphone in Cina, il maggior mercato al monto, superata dalla concorrenza locale.
Le vendite annuali di Apple nel Paese sono diminuite del 17%, il calo più significativo registrato in Cina dal 2016, mentre la quota di mercato si è ridotta, cedendo il passo ai marchi cinesi come Xiaomi, Oppo, Vivo, Honor e Huawei.
Negli Stati Uniti, con i nuovi dazi le attese sono di un rincaro di almeno il 40% dei prezzi degli iPhone, balzo dovuto all’aumentare del costo della componentistica importata dalla Cina e gli analisti di UBS hanno previsto che il prezzo dell'iPhone 16 Pro Max potrebbe salire fino a un massimo di 350 dollari nel Paese.
Migliore la situazione di Microsoft secondo gli analisti di Jefferies, i quali la considerano tra le aziende “più protette” dall’incertezza tariffaria.
Il Ceo Steve Ballmer aveva commentato la scorsa settimana i dazi annunciati da Trump, sottolineando che avranno un impatto negativo sui consumatori in termini di vendite e anche sugli investitori. "Come azionista di Microsoft, questo genere di cose non è positivo", ha dichiarato il manager, co-fondatore della software company assieme a Bill Gates.
Proprio a causa dei rischi di recessione globale e di prospettive più deboli per l’Intelligenza Artificiale, gli analisti di Jefferies hanno ridotto le loro stime e il target price sulle azioni Apple, tagliando anche il rating del titolo da underperform a hold.
Il nuovo prezzo obiettivo basato sul Discounted Cash Flow (DCF) per le azioni Apple è stato diminuito a 167,88 dollari dai 202,33 precedenti, mentre il titolo chiudeva ieri a 172,42 dollari.
Per quanto riguarda le previsioni, Jefferies ha tagliato del 3,6% le sue attese di spedizioni di iPhone per il 2025, del 7,7% per il 2026 e del 5,5% per l’anno successivo, citando preoccupazioni per l’impatto sulla domanda di una recessione.
Diminuite anche le previsioni sui ricavi per i prossimi tre anni, rispettivamente del 2%, del 4,1% e del 3,5%, al pari delle stime sugli utili per azione (eps), ora collocate sotto il consenso del 2,5%, dell’8,5% e del 3,4% sempre per gli stessi anni fiscali.
"Il nostro scenario di base rimane che Apple sarebbe esentata dai dazi statunitensi, dato il suo impegno a investire 500 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni, e la nostra convinzione che assumerebbe ulteriori impegni di investimento nella produzione nel Paese (per produrre iPhone, per esempio)", spiegano gli analisti guidati da Edison Lee.
"Tuttavia, un crescente rischio di recessione globale potrebbe ulteriormente influenzare la domanda di iPhone già debole", concludono da Jefferies, prevedendo anche un aumento di 50 dollari per il prezzo dell’iPhone 18 nel 2026 (escluso il modello base) e di 100 dollari per tutti i modelli dell’iPhone 19 nel 2027.