Google nel mirino dell'Antitrust USA: si insiste per la divisione
Il Dipartimento di Giustizia USA insiste per smantellare il monopolio pubblicitario di Google. Il processo sulle misure è fissato a settembre
Il Dipartimento di Giustizia statunitense non arretra e conferma la sua ferma intenzione di smantellare l'impero tecnologico pubblicitario di Google. Questa determinazione è emersa con forza durante l'udienza in cui il giudice distrettuale Leonie Brinkema ha fissato per il prossimo 22 settembre il processo cruciale per stabilire le misure correttive da adottare, in seguito alla sentenza del mese scorso che ha riconosciuto Google colpevole di aver illegalmente monopolizzato segmenti chiave del mercato della pubblicità online.
La decisione del giudice aveva precedentemente accertato come Google avesse abusato della sua posizione dominante legando il suo server pubblicitario per editori – il software che aiuta i siti web a gestire e vendere spazi pubblicitari – con il suo ad exchange, la piattaforma dove gli inserzionisti competono per quegli spazi. Secondo la corte, questa condotta ha danneggiato editori, concorrenti e consumatori, limitando la competizione e intrappolando gli editori nell'ecosistema di Google. Tuttavia, il tribunale non ha riscontrato una posizione monopolistica di Google sugli strumenti rivolti agli inserzionisti, restringendo così il perimetro della sentenza.
La strategia proposta dal Dipartimento di Giustizia si articola in una fase iniziale che prevede l'obbligo per Google di fornire accesso in tempo reale ai dati di bidding del suo ad exchange ai server pubblicitari concorrenti. L'obiettivo finale del governo è però ben più ambizioso: forzare Google a cedere le sue attività di ad exchange e di server pubblicitario per editori, un processo che, come ammesso dall'avvocata del DOJ Julia Tarver Wood, potrebbe richiedere diversi anni. "Lasciare Google con il 90% degli editori dipendenti da loro è, francamente, troppo rischioso", ha dichiarato Wood.