Gmail ci chiederà: più funzioni o più privacy?
Google introduce in Gmail funzioni smart basate sull'intelligenza artificiale. Più efficienza, ma anche dubbi su privacy e controllo dei dati personali.
Presto, aprendo Gmail, i milioni di utenti iscritti al servizio di Google troveranno una domanda importante alla quale rispondere, che suonerà più o meno così: "Vuoi attivare le nuove funzionalità smart basate sull'intelligenza artificiale?". Il semplice messaggio arriverà insieme a una modifica nelle impostazioni sulla privacy, che chiederà di decidere se consentire alla propria casella elettronica di analizzare i dati personali per offrire strumenti avanzati e di nuova generazione. In caso di rifiuto, si potrà comunque utilizzare Gmail nell'attuale versione. Non si tratta quindi di una notifica, come accade a volte, poco significativa: la scelta influenzerà direttamente il modo in cui ogni utente usufruirà del servizio e, soprattutto, quanto la sua attività online sarà monitorata. L'obiettivo di Google è rendere l'esperienza più efficiente, ma non senza costi in termini di riservatezza.. Cosa succede se dici di sì
Chi accetta di attivare le nuove funzionalità, abilita l'uso di strumenti avanzati come la ricerca intelligente, i suggerimenti di risposta automatica (Smart Reply) e la scrittura assistita (Smart Compose). Inoltre, il sistema migliora la capacità di Gmail di riconoscere e filtrare spam, truffe o pubblicità ingannevoli. Per farlo, però, Google dovrà analizzare in modo più profondo i contenuti delle e-mail, così come i comportamenti e le abitudini d'uso di ogni utente. La promessa è quella di una casella più veloce, pulita e utile, capace di anticipare ciò che si cerca o che si vuole scrivere. Va detto che questi dati, secondo Google, non verranno usati per mostrare pubblicità personalizzate all'interno della casella mail – come peraltro già avviene – ma potranno comunque contribuire a costruire un profilo pubblicitario complessivo attraverso gli altri servizi che il gigante di Mountain View mette a disposizione dei propri utenti.
Cosa succede se dici di no
Chi decide di non attivare queste funzionalità, invece, manterrà Gmail nelle sue forme attuali: potrà inviare e ricevere e-mail come sempre, ma senza gli strumenti più evoluti. La ricerca potrebbe risultare meno precisa, continuando ad adottare algoritmi più obsoleti, e le risposte automatiche non compariranno. Infine, anche la gestione dello spam resterà "manuale". In compenso, Google analizzerà in misura molto minore i messaggi: né i contenuti né i metadati verranno usati per addestrare l'intelligenza artificiale. È una scelta più orientata alla protezione della privacy, adatta a chi vuole mantenere un controllo stretto sulle proprie informazioni digitali. Certo, comporta qualche rinuncia in termini di allettanti comodità e di automazione, ma offre in cambio una maggiore riservatezza.
La questione cruciale: la privacy
La novità sarà introdotta gradualmente, come da prassi, ed è stata annunciata in un momento in cui il rapporto tra IA e privacy è sempre più sotto i riflettori. Mentre le tecnologie basate sugli algoritmi diventano ogni giorno più potenti, cresce anche il timore che la raccolta di dati così strettamente personali avvenga in modo troppo invasivo. D'altro canto, Google fa leva sul fatto che i sistemi di difesa basati sull'intelligenza artificiale sono oggi fondamentali per proteggere gli utenti da minacce sempre più sofisticate. Proprio il colosso californiano dichiara, per esempio, che grazie a questi sistemi evoluti riesce a bloccare oltre il 99% dei tentativi di phishing. Alla fine, la decisione spetterà a ogni singolo iscritto al servizio: una Gmail più smart, ma meno privata, o più riservata, ma meno al passo coi tempi?.