Fugnoli (Kairos): "I mercati festeggiano la fine della guerra commerciale"

La riduzione dei dazi tra USA e Cina scatena l'ottimismo degli investitori. Scongiurato per ora un ritorno ai minimi dei corsi azionari, l'attenzione degli investitori torna sulla geopolitica, sulle politiche monetarie e fiscali. L'articolo Fugnoli (Kairos): "I mercati festeggiano la fine della guerra commerciale" proviene da FundsPeople Italia.

Mag 14, 2025 - 16:48
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Fugnoli (Kairos): "I mercati festeggiano la fine della guerra commerciale"

Tutto è bene quel che finisce bene: l’inchiostro sotto l’accordo tra Stati Uniti e Cina non si è ancora asciugato e già i mercati sono pronti a lasciarsi alle spalle la brutta storia della guerra commerciale. D’altro canto, un -115% bilaterale non è un taglio da poco, e i dazi tornano a un più ragionevole 30% da parte degli USA corrisposto dal 10% fissato dalla Cina. Un livello non distante dal 20% di Joe Biden, e dal 60% che Trump aveva promesso in campagna elettorale. “Questo livello di dazi, che era visto con grande preoccupazione fino a due mesi fa, è oggi vissuto dai mercati quasi con euforia perché è molto meglio dell’embargo reciproco delle ultime settimane”, afferma Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos Partners SGR, nella sua analisi di mercato “Al quarto piano” relativa al mese di maggio.

L'ottimismo dei mercati parte dall'azionario

A queste considerazioni ne segue un’altra: l’accordo commerciale non cancella i danni inferti all’economia dalla guerra commerciale, che porteranno prezzi più alti, sofferenza per le filiere produttive e rallentamento del PIL. Ma l’ombra di una crisi strutturale di lungo periodo sembra, per ora, scongiurata. “Questi danni peseranno solo per qualche settimana e non porteranno alla temuta recessione che molti cominciavano a dare per certa”, commenta Fugnoli. E l'aspetto comportamentale ha il suo ruolo, perché saranno proprio i mercati a cercare di “mettere tra parentesi i dati poco brillanti che non tarderanno ad arrivare” per guardare invece “alla ripresa che verrà”.

Lo slancio di ottimismo seguito alla tregua tra USA e Cina avrà conseguenze sui flussi di investimento. Il rialzo azionario potrebbe non proseguire a lungo perché “molto è già stato recuperato e le valutazioni sono abbastanza elevate”, ma i livelli attuali restano difendibili e non ci sarà il “ritorno sui minimi che molte vase avevano ipotizzato come probabile in caso di recessione”, afferma Fugnoli.

Le politiche monetarie stimolano la crescita, ma anche l'inflazione

Archiviata la guerra commerciale, o comunque passate in secondo piano le notizie sugli accordi ancora da risolvere, l’attenzione degli investitori tornerà a focalizzarsi sulle notizie geopolitiche (Ucraina, Iran, India-Pakistan) e sull’andamento delle politiche monetarie e fiscali. L’attenuarsi dell’offensiva americana sui dazi, secondo lo strategist di Kairos, “non impedirà alle banche centrali del resto del mondo di continuare a tagliare i tassi il più possibile”. Non è escluso il ritorno di uno scenario a tassi zero o negativi, “reali e perfino nominali, come abbiamo visto nel caso della Svizzera”. E anche la Fed, prima o poi, ritornerà a tagliare. Si potrebbe così innescare la reazione a catena che stimola la crescita economica globale prima, e l’inflazione poi.

Anche perché “le politiche fiscali sembrano orientate quasi tutte in senso espansivo, soprattutto in Europa e in Cina ma anche quella in America”, vanificando i pubblicizzati tagli effettuati dal DOGE di Elon Musk e la riduzione della spesa. Complessivamente, tali misure saranno sì di stimolo alla crescita, ma costituiranno anche una “sfida per la sostenibilità a lungo termine del debito, che continua in tutto il mondo a crescere rispetto al prodotto”, conclude Fugnoli.

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