“Fratelli di chat” e la nota del Garante, la risposta del Fatto Quotidiano: “Selezione di testi guidata da diritto di cronaca e interesse pubblico. Impugneremo il provvedimento”

L'Autorità per la privacy al momento non ha ritenuto di dare copia alla Società Editoriale Il Fatto delle contestazioni sul libro di Giacomo Salvini che pubblica alcune conversazioni di carattere politico tra esponenti di Fdi. L'azienda, appena ne prenderà visione, farà ricorso in tribunale e fin da ora esclude di rinunciare a ristampare il libro L'articolo “Fratelli di chat” e la nota del Garante, la risposta del Fatto Quotidiano: “Selezione di testi guidata da diritto di cronaca e interesse pubblico. Impugneremo il provvedimento” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 14, 2025 - 19:04
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“Fratelli di chat” e la nota del Garante, la risposta del Fatto Quotidiano: “Selezione di testi guidata da diritto di cronaca e interesse pubblico. Impugneremo il provvedimento”

La Società Editoriale Il Fatto SPA ha ricevuto il provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali del 12 febbraio 2025, avente ad oggetto le chat, pubblicate nel libro Fratelli di chat a firma del nostro giornalista Giacomo Salvini. Il provvedimento è stato adottato, si legge, “a seguito delle doglianze pervenute”, alle “molteplici istanze, anche nella forma di reclami, pervenute all’Autorità da parte anche dagli interessati, ivi compresi taluni parlamentari”. Se ne prende atto anche se, al momento, è impossibile replicare, non avendo avuto copia delle accuse non disinteressate mosse da parlamentari, si immagina, protagonisti della chat e da altri.

Il Garante, pur citandole, non ha ritenuto infatti di darne copia a SEIF che, così, si trova di fatto condannata e intimata a non trattare più quei dati senza neppure conoscere le accuse. Solo quando, fatta istanza di accesso, potrà prenderne visione, replicherà e impugnerà il provvedimento davanti al Tribunale, fin da ora escludendo di poter rinunciare a ristampare il libro che tanto successo sta riscuotendo.

Una tale decisione sarebbe in contrasto con la stessa attività imprenditoriale della società che pubblica libri per venderli, ma soprattutto con la libertà di stampa a tutela della quale l’art. 21, comma 3 della Costituzione impedisce persino all’autorità giudiziaria di sequestrare in via preventiva e cautelare un libro, persino ove integri estremi di reato. E quella inibitoria, ove dovesse essere interpretata come divieto di ristampa, sarebbe una forma di sequestro preventivo.

La stessa Autorità annuncia di riservarsi, a istruttoria conclusa, di decidere se adottare o meno “ogni provvedimento ritenuto opportuno”: pur essendo quello inviato meramente interlocutorio, sebbene prenda chiara posizione a favore dei reclamanti, l’avvertimento con cui si chiude finisce per preannunciare gravi conseguenze, ben potendo il Garante infliggere anche sanzioni pecuniarie assai elevate, capaci di decretare la morte di una piccola Società editoriale.

Intanto SEIF ribadisce che la selezione delle chat da pubblicare in Fratelli di chat è stata accurata, fino alla rinuncia a includere conversazioni in qualche misura private, certo appetibili, a favore di quelle che sono apparse e che sono di squisito rilievo politico, come dimostrano le conseguenze che la loro diffusione sta provocando nella maggioranza: può forse il Garante pensare che non sia politicamente rilevante sapere quel che Giorgia Meloni pensa davvero del suo vicepremier Matteo Salvini, al di là degli interventi pubblici? O quale sia la sua reale posizione sulla guerra in Ucraina e sull’amministrazione americana? O quella del ministro della Difesa Guido Crosetto sul potere della magistratura e sul Presidente della Repubblica?

Le chat svelano il livello di ipocrisia e di opportunismo che si nasconde dietro molte esternazioni pubbliche di numerosi componenti dell’attuale maggioranza di governo. Le conversazioni che abbiamo pubblicato, omessi gli epiteti, pure numerosi, e i contenuti critici troppo forti e offensivi (soprattutto nei confronti di Matteo Salvini), stando attenti all’essenzialità delle informazioni che abbiamo selezionato, ci sono state consegnate in copia da chi partecipava alle chat e ha ritenuto giusto far sapere quel che i colleghi di partito pensano davvero, al di là delle posizioni ufficiali. Quindi nessun accesso abusivo. Abbiamo ritenuto fosse giusto che l’opinione pubblica fosse informata dei reali rapporti fra le forze politiche della maggioranza. La scelta dei testi delle chat riportati nel libro è stata guidata da un solo criterio: il diritto di cronaca e l’interesse pubblico delle informazioni, che sono state pubblicate secondo il principio dell’essenzialità, non potendo essere in alcun modo sintetizzate, come auspicherebbe il Garante. Come si sintetizza, di grazia, quella definizione icastica e secca sul ministro Salvini – “bimbominkia” – che in tanti hanno commentato?

Stiano tranquilli i parlamentari che hanno firmato i reclami e l’Autorità Garante: non sono previsti a oggi “ulteriori trattamenti dei dati personali contenuti nelle chat”, cioè la diffusione di altre conversazioni: quel che c’era da sapere si è saputo.

Il Fatto Quotidiano

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