Fotovoltaico: la rivoluzionaria pellicola che protegge i pannelli solari da polvere, sabbia e pioggia
In alcune parti del mondo, mantenere i pannelli solari puliti è tutt’altro che semplice. L’accumulo di polvere, sabbia e sporco sulla loro superficie può ridurre l’assorbimento della luce solare fino a compromettere seriamente l’efficienza energetica. Per affrontare questa criticità, l’azienda giapponese Nissei ha sviluppato un rivestimento chiamato Antistatic Solar Armor 2.0: una pellicola trasparente pensata...

In alcune parti del mondo, mantenere i pannelli solari puliti è tutt’altro che semplice. L’accumulo di polvere, sabbia e sporco sulla loro superficie può ridurre l’assorbimento della luce solare fino a compromettere seriamente l’efficienza energetica. Per affrontare questa criticità, l’azienda giapponese Nissei ha sviluppato un rivestimento chiamato Antistatic Solar Armor 2.0: una pellicola trasparente pensata per ridurre il deposito di particelle solide sulla superficie dei pannelli.
Si applica direttamente sul vetro
L’idea alla base di questa tecnologia è semplice: creare una barriera invisibile che impedisca alle particelle più fini di aderire al vetro dei pannelli. La nuova versione 2.0 conserva le caratteristiche antistatiche già presenti nel primo modello, ma aggiunge una maggiore resistenza agli agenti atmosferici, aspetto cruciale per applicazioni a lungo termine.
In presenza di pioggia o vento, la pellicola facilita il distacco e il deflusso dello sporco, contribuendo a mantenere le superfici più pulite più a lungo. Dove le precipitazioni scarseggiano, è sufficiente un getto d’acqua per rimuovere gran parte dei residui, riducendo così il fabbisogno di manutenzione manuale e l’uso di detergenti o attrezzature.
È un intervento passivo, che non richiede energia aggiuntiva, e che potrebbe tradursi in un risparmio concreto in termini di tempo e costi, soprattutto negli impianti installati in regioni desertiche o industriali, dove l’accumulo di sporco rappresenta un problema costante.
Un’applicazione utile soprattutto in aree aride
Secondo quanto dichiarato dall’azienda, l’uso della pellicola antistatica può migliorare il rendimento dei pannelli fino al 10% rispetto a un modulo privo di trattamento, soprattutto in ambienti esposti a condizioni estreme. Inoltre, il rivestimento è progettato per durare almeno dieci anni, mantenendo inalterate le sue proprietà antistatiche e senza necessità di sostituzioni frequenti.
È un tipo di tecnologia che non risolve i problemi strutturali del fotovoltaico, né sostituisce le pratiche di pulizia, ma può ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza laddove è più difficile intervenire con regolarità. Non a caso, gli scenari di utilizzo più concreti riguardano impianti collocati in ambienti aridi, desertici o difficilmente accessibili, ma nulla vieta di pensare a un impiego anche in contesti urbani o industriali.
Come spesso accade con le innovazioni legate alle energie rinnovabili, resta da vedere quale sarà l’impatto reale sul campo, quali saranno i costi di applicazione su larga scala e quanto durerà effettivamente la pellicola in condizioni d’uso prolungate. Tuttavia, si tratta di una tecnologia che potrebbe contribuire — in modo semplice e silenzioso — a migliorare l’affidabilità e la resa degli impianti fotovoltaici in tutto il mondo.
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Fonte: Chemitek
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