Foto senza consenso: stop a immagini online di minori e simboli religiosi
lentepubblica.it La decisione arriva direttamente dal Garante della Privacy austriaca: in base al GDPR si vieta la diffusione online di foto senza consenso che ritraggano immagini di minori, simboli religiosi e dettagli intimi. La pubblicazione online di immagini di minori, simboli religiosi e dettagli intimi ha spinto l’autorità per la protezione dei dati ad intervenire contro […] The post Foto senza consenso: stop a immagini online di minori e simboli religiosi appeared first on lentepubblica.it.

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La decisione arriva direttamente dal Garante della Privacy austriaca: in base al GDPR si vieta la diffusione online di foto senza consenso che ritraggano immagini di minori, simboli religiosi e dettagli intimi.
La pubblicazione online di immagini di minori, simboli religiosi e dettagli intimi ha spinto l’autorità per la protezione dei dati ad intervenire contro un sito di fotografia di strada. Obbligo di rimozione entro due settimane.
L’autorità austriaca per la protezione dei dati ha emesso una decisione formale nei confronti un gestore di un sito web, accusandolo di aver violato il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).
Al centro della vicenda vi sono immagini pubblicate sul suo sito senza il consenso esplicito delle persone ritratte, tra cui minori e soggetti facilmente riconoscibili per appartenenze religiose o ripresi in situazioni potenzialmente lesive della dignità personale.
Le violazioni accertate
Secondo quanto stabilito dall’autorità di controllo, il fotografo avrebbe diffuso fotografie che ritraggono bambini e individui di fede ebraica, riconoscibili da simboli religiosi come la kippah. Le immagini sono state scattate e caricate online senza l’esplicita autorizzazione degli interessati o, nel caso dei minori, dei loro tutori legali.
Un secondo episodio riguarda la pubblicazione di una fotografia, in cui alcune donne vengono riprese dall’alto, lasciando visibili parti del corpo, incluso il reggiseno. Anche in questo caso manca qualsiasi consenso documentato.
Infine, l’autorità ha segnalato una terza infrazione: la presenza sul sito di uno scatto che immortala alcune persone durante un pasto. La diffusione di questo tipo di contenuti, senza autorizzazione, è considerata in contrasto con le normative europee sulla tutela della privacy.
L’obbligo di rimozione
Per ciascuna delle immagini ritenute lesive, la decisione impone al responsabile del sito la cancellazione dei contenuti entro quattordici giorni. Il mancato rispetto del termine comporterà l’esecuzione forzata del provvedimento.
Le giustificazioni del fotografo
Nella sua difesa ha affermato di praticare la fotografia di strada a scopi artistici e ha sostenuto che l’obbligo di ottenere una liberatoria da ogni soggetto ritratto comprometterebbe la natura spontanea di questo genere fotografico. Ha inoltre spiegato di aver talvolta informato verbalmente le persone fotografate, quando la situazione lo permetteva, soprattutto in contesti internazionali dove la comunicazione era ostacolata dalla lingua.
A partire da marzo 2024, ha dichiarato l’intenzione di distribuire biglietti da visita con l’indirizzo del sito web e le informazioni legali, al fine di garantire maggiore trasparenza sulle finalità delle immagini scattate.
Tuttavia, secondo l’autorità, fino a quella data non risultano prove della distribuzione sistematica di queste informazioni, né dell’ottenimento di consensi informati, come richiesto dal GDPR.
Il nodo della legittimità nel trattamento delle immagini
La questione centrale esaminata dalla commissione riguarda la liceità della raccolta e diffusione di dati personali attraverso immagini fotografiche, specialmente quando si tratta di minori o di soggetti riconoscibili per appartenenze ideologiche o religiose. L’ente ha ricordato che l’articolo 9 del GDPR vieta il trattamento di categorie particolari di dati — come quelli che rivelano l’origine razziale o le convinzioni religiose — salvo casi eccezionali.
Nel caso specifico, non solo mancano i presupposti per rientrare in tali eccezioni, ma l’assenza di adeguate informative e consensi rafforza la violazione delle norme in materia di trasparenza e tutela dei diritti degli interessati, come il diritto alla cancellazione, all’informazione e all’opposizione (articoli 15, 17 e 21 del GDPR).
Conclusioni: stop a foto senza consenso di minori e simboli religiosi
Il provvedimento dell’autorità austriaca rappresenta un importante richiamo per tutti coloro che pubblicano immagini online, ricordando che neppure le finalità artistiche esonerano dal rispetto della normativa sulla protezione dei dati. In particolare, la tutela dei minori e delle persone ritratte in contesti sensibili impone un elevato standard di responsabilità, sia sul piano etico sia su quello giuridico.
Il testo del provvedimento
Qui il documento completo (in lingua tedesca).
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