Flinders Island: l’incredibile storia dell’isola che si sta trasformando in un Eden per gli animali
Nello Stretto di Bass, tra la Tasmania e la terraferma australiana, si trova un’isola che sta per diventare un santuario per la fauna selvatica: Flinders Island. Con una superficie di circa 2.080 chilometri quadrati, l’isola più grande dell’arcipelago Furneaux è pronta a liberarsi da ratti, topi e gatti grazie a un ambizioso progetto di eradicazione...

Nello Stretto di Bass, tra la Tasmania e la terraferma australiana, si trova un’isola che sta per diventare un santuario per la fauna selvatica: Flinders Island. Con una superficie di circa 2.080 chilometri quadrati, l’isola più grande dell’arcipelago Furneaux è pronta a liberarsi da ratti, topi e gatti grazie a un ambizioso progetto di eradicazione di specie aliene invasive (quindi non autoctone), finanziato con 4,8 milioni di dollari dai governi federale e statale australiani.
L’obiettivo è riportare l’ecosistema dell’isola alle condizioni originarie, prima dell’arrivo degli europei, quando la fauna locale prosperava in armonia con la natura. Flinders Island, con il suo territorio collinare che culmina nei picchi Strzelecki (778 metri) e la costa frastagliata, ha sempre avuto un ruolo cruciale per la biodiversità. La sua vegetazione autoctona, che ancora oggi copre il 75% del territorio, ospita numerose specie di uccelli marini, tra cui la caratteristica oca di Cape Barren.
Dagli allevamenti alla conservazione
La storia dell’isola è profondamente legata alla presenza delle popolazioni aborigene e all’esplorazione europea. Il navigatore inglese Matthew Flinders, che nel 1798 ne mappò le coste, rimase colpito dalla ricchezza di wallaby lepre fasciato, una specie di marsupiali, che popolavano l’isola. Tuttavia, nel corso del tempo, l’arrivo dei cacciatori di foche e l’introduzione di specie invasive, come gatti e ratti, causarono la scomparsa di molte specie autoctone.
A $4.8million project to turn Flinders Island into a refuge for nationally threatened mammals has just been announced. Find out more: https://t.co/8nROHeUhhL#flindersislandsafehaven pic.twitter.com/rwIqdhAoar
— SA Department for Environment & Water (@envirosanews) February 4, 2025
Nel XX secolo, l’isola divenne un allevamento di pecore, attività che la famiglia Woolford portò avanti dal 1979 fino ai primi anni 2000. Ma i costi crescenti e il calo del valore della lana resero l’agricoltura insostenibile. Oggi, Jonas Woolford, uno dei proprietari dell’isola, ha un nuovo obiettivo: riportare Flinders Island al suo stato naturale, quando l’esploratore Flinders ne ammirava la fauna selvatica.
Un’isola “libera”
Il progetto Flinders Island Safe Haven rappresenta una svolta epocale per l’isola. L’eradicazione dei roditori, prevista per maggio con l’impiego di elicotteri e esche, è solo l’inizio. Seguirà una complessa operazione per eliminare circa 200 gatti selvatici, con l’ausilio di droni a visione termica e squadre di esperti provenienti dalla Nuova Zelanda e dalla Tasmania.
Wallaby in pericolo
Entro la fine del 2025, Flinders Island dovrebbe essere libera dalle specie aliene invasive, aprendo la strada alla reintroduzione di specie autoctone come il wallaby lepre fasciato e il bandicoot di Shark Bay, un tipo di marsupiale terricolo, entrambe a rischio di estinzione. La presenza di resti subfossili di questi animali sull’isola fa ben sperare nel loro ritorno e, soprattutto, nella loro capacità di prosperarvi.
Ma i benefici non si limiteranno alla fauna. L’eradicazione dei parassiti avrà un impatto positivo anche sulla flora, permettendo la ripresa di specie vegetali i cui semi venivano mangiati dai roditori. L’intero ecosistema, compresi uccelli costieri, rettili e invertebrati, ne trarrà giovamento.
La famiglia Woolford, che ha collaborato attivamente al progetto, ha incontrato la comunità di Elliston per illustrare le misure di biosicurezza che saranno adottate per evitare nuove invasioni. Perché Flinders Island torni ad essere un paradiso, è necessario proteggerla da future minacce.
Grazie alla sua posizione isolata e alle barriere naturali, Flinders Island offre un rifugio ideale per le specie minacciate. Il progetto Flinders Island Safe Haven rappresenta un modello di conservazione ambientale e un esempio di come l’uomo debba rimediare ai propri errori.
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