Fisco, un nuovo evasometro

Un nuovo evasometro. Una sorta di termometro che misurerà la febbre di evasione per i soggetti con elevati debiti fiscali o con un alto indice di rischio fiscale. L’indice di rischio fiscale, la temperatura di evasione, sarà costruito con la valorizzazione di specifici indicatori. Una volta individuati gli affetti dal virus evasione, le liste saranno […] L'articolo Fisco, un nuovo evasometro proviene da Iusletter.

Apr 2, 2025 - 16:28
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Fisco, un nuovo evasometro

Un nuovo evasometro. Una sorta di termometro che misurerà la febbre di evasione per i soggetti con elevati debiti fiscali o con un alto indice di rischio fiscale. L’indice di rischio fiscale, la temperatura di evasione, sarà costruito con la valorizzazione di specifici indicatori. Una volta individuati gli affetti dal virus evasione, le liste saranno affidate ai reparti della Guardia di finanza per gli approfondimenti sul campo. E’ questa la strategia delineata da Luigi Vinciguerra, generale della Gdf, capo del III reparto operazioni, ieri in audizione in commissione finanze del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva del magazzino della riscossione. Ieri sono stati auditi anche do Value e Creditfactor. Pierluca Bottone, ad di quest’ultima società, con un esercizio di stile, ha calcolato sulla base dei numeri forniti nelle audizioni dai vertici dell’amministrazione finanziaria (1.280 mld di magazzino con una crescita di 65 mld l’anno) che praticamente ogni ora maturano 37 mln di crediti erariali.

Il nuovo evasometro

Nel 2025 sarà dunque sviluppata una specifica analisi finalizzata a contrastare i fenomeni di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Il processo di analisi punta a individuare i soggetti che risultano essere maggiormente esposti nei riguardi dell’erario che, benché titolari di posizioni debitorie ricomprese nel magazzino della riscossione, risultino al contempo possessori di consistenti disponibilità finanziarie detenute all’estero, sulla base delle risultanze dello scambio automatico di informazioni per fini fiscali secondo il Common reporting standard (Crs), o presso intermediari residenti. Sulla scorta delle risultanze dell’archivio dei rapporti finanziari, ha spiegato Vinciguerra, e sulla base delle successive elaborazioni, sarà attribuito ai soggetti risultanti dall’analisi un indice di rischio fiscale, costruito attraverso la valorizzazione di numerosi, specifici indicatori. Per potenziare e rendere più incisiva l’attività, la Gdf chiede che le comunicazioni alle banche dati fiscali avvengano con frequenza mensile da parte degli operatori per sfruttare le potenzialità di dati finanziari e fiscali freschi.

Le Fiamme gialle e la riscossione

Vinciguerra ha specificato che la Guardia di finanza punta a prevenire la formazione di ulteriori crediti inesigibili, evitando l’incremento dello stock di crediti pregressi di rilevante entità. «Sotto questo profilo, le direttive che abbiamo impartito nel tempo ai nostri reparti prevedono di evitare l’esecuzione di attività ispettive qualora non vi siano effettive prospettive di recupero, come nel caso di soggetti con procedure concorsuali o delle società cartiere, che a fronte di volumi d’affari milionari, derivanti dall’emissione di fatture per operazioni inesistenti, non presentano alcuna consistenza patrimoniale, risultando delle mere “scatole vuote”».

La strategia seguita, ritenuta più efficace, è quella della cessazione d’ufficio della partita Iva: nel corso del 2024, ha raccontato Vinciguerra, sono state oltre 3.800 le posizioni portate alla chiusura per manifesta irregolarità. La soglia di attenzione resta elevata, tanto da includere l’evasione da riscossione nelle analisi del rischio, rilevando maggiori indici di anomalia circa possibili condotte fraudolente come alienazioni simulate o in fittizie intestazioni di beni, finalizzate a dissimulare le effettive consistenze patrimoniali.

Il tutto, ha ricordato Vinciguerra, si sviluppa nell’ambito della speciale task force, Uipar, Unità integrata permanente di analisi del rischio, «un vero e proprio “centro di analisi” interistituzionale con lo scopo di razionalizzare l’uso di strumenti e risorse, evitando la duplicazione delle lavorazioni e la dispersione delle iniziative».

Due meccanismi nel mirino

I controlli della Gdf scattano per debiti erariali oltre la soglia di 50 mila euro, e mirano alla ricostruzione del percorso dei beni e rendere possibile il recupero delle imposte dovute. Le Fiamme gialle hanno individuato nella loro attività di repressione due fenomeni legati proprio alla distrazione del patrimonio: il meccanismo delle società apri e chiudi e le frodi in materia di crediti d’imposta.

Per quanto riguarda queste vere e proprie partite Iva temporizzate, come ha specificato il capo del III reparto operazioni, dopo aver proposto una serie dei casi più eclatanti nel 2024 ne sono state chiuse circa 3.800. Per far fronte a meccanismi di frode nei crediti di imposta, l’azione dei militari si sviluppa su due binari: le indagini di polizia giudiziaria e lo svolgimento di controlli e verifiche. Nell’ambito vasto delle iniziative che mirano alla ricostruzione patrimoniale dei soggetti sottoposti a indagini e a evitare la dispersione dei beni delle società per finalità criminali Vinciguerra ha raccontato che, dal primo gennaio 2025, è operativa anche la Silver notice attività che consente di interrogare in oltre 50 paesi le banche dati patrimoniali, la prima utilizzazione è stata fatta su input della Gdf.

Per il presidente della commissione finanze Massimo Garavaglia: «vale la pena concentrarsi sui recidivi se si incrociano i dati per importi importanti e si fanno controlli mirati è oggettivamente di buon sensoe aiuta a distinguere i soggetti che aderiscono alla rottamazione in buona fede da chi lo fa in maniera strumentale».

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