Fiori rari: in Sardegna esiste una pianta sull’orlo dell’estinzione con soli dieci esemplari rimasti
L’Aquilegia nuragica è una pianta erbacea perenne endemica della Sardegna, appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae. È nota anche come “aquilegia dei nuraghi” e si distingue dalle altre specie del genere Aquilegia presenti in Sardegna e dall’Aquilegia vulgaris, che in Sardegna non è presente. L’Aquilegia Nuragica rappresenta uno dei fiori più rari al mondo, con una...

L’Aquilegia nuragica è una pianta erbacea perenne endemica della Sardegna, appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae. È nota anche come “aquilegia dei nuraghi” e si distingue dalle altre specie del genere Aquilegia presenti in Sardegna e dall’Aquilegia vulgaris, che in Sardegna non è presente.
L’Aquilegia Nuragica rappresenta uno dei fiori più rari al mondo, con una popolazione stimata di appena dieci esemplari. Questo straordinario endemismo sardo cresce esclusivamente in una piccola area di 50 metri quadrati tra gli strapiombi del canyon di Gorropu, nel Supramonte della Sardegna, un vero e proprio miracolo botanico sospeso tra rocce e cielo.
I suoi fiori violacei, che occasionalmente si manifestano in delicate sfumature dal bianco al blu, appaiono come piccole gemme viventi in un ambiente tanto ostile quanto affascinante. La natura ha dotato questa pianta di una particolare difesa: la sua tossicità, che paradossalmente rappresenta la sua salvezza impedendo agli erbivori di cibarsene.
Come riconoscerla
L’Aquilegia nuragica è una pianta con un piccolo fusto sotterraneo da cui emerge uno stelo annuale alto 20-35 cm. Questo stelo è liscio nella parte inferiore e diventa peloso o ghiandoloso verso l’alto. Le foglie alla base hanno lunghi piccioli di 15-25 cm e presentano un complesso schema di divisione a tre. Lungo il fusto crescono foglie più piccole e meno complesse.
I fiori, che sbocciano a maggio, sono di un colore che varia dal blu-verde al viola-blu, con un diametro impressionante di 40-56 mm. I sepali misurano 9-14 mm di larghezza, mentre i petali raggiungono i 26-30 mm di lunghezza. Un elemento distintivo è lo sperone, lungo 11-13 mm. Dopo la fioritura, la pianta produce frutti a forma di goccia che stanno eretti e presentano piccoli uncini sulla punta.
Una specie in via d’estinzione
L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura non ha esitato a includere questo fiore tra i cinquanta endemismi mediterranei maggiormente minacciati di estinzione. La sua unicità è assoluta: non esiste altro luogo sulla Terra dove questa specie possa essere ammirata, confinata com’è in un’area tanto ristretta quanto inaccessibile del territorio sardo.
Nonostante un tentativo di tutela avviato nel 2006 attraverso un progetto di legge presentato al Consiglio Regionale della Sardegna, questa preziosa specie continua a sopravvivere senza adeguate misure protettive, affidata unicamente alla sua resilienza e alla difficoltà di accesso al suo habitat naturale.
Il canyon di Gorropu, custode silenzioso di questo raro tesoro botanico, ospita un ecosistema di straordinaria ricchezza. Qui crescono esemplari millenari di Tasso e Fillirea, patriarchi vegetali che hanno attraversato dieci secoli di storia. La fauna comprende numerose specie emblematiche del Supramonte, dal muflone al gatto selvatico, mentre l’aquila reale domina ancora i cieli, trovando rifugio tra le imponenti pareti rocciose.
Nelle cristalline acque risorgenti del rio Flumineddu, che formano suggestivi laghetti all’ingresso della valle, sopravvivono altre due rarità biologiche: l’Euprotto sardo e la Trota sarda, ulteriori testimonianze di un patrimonio naturalistico che rappresenta un’inestimabile ricchezza per l’intera umanità, meritevole della massima protezione.
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