Ferrari, l’errore ciclico che si ripete di continuo
Ferrari e la F1, da dove cominciare? Perché, tanto, prima o poi il nostro povero cuore innamorato dei bolidi rossi, sempre lì torna, sul luogo del delitto o del misfatto, fate voi. Riassumo e mi tolgo subito il dente. La rossa non vince un mondiale piloti dal 2007. E non vince un mondiale costruttori dal […]

Ferrari e la F1, da dove cominciare? Perché, tanto, prima o poi il nostro povero cuore innamorato dei bolidi rossi, sempre lì torna, sul luogo del delitto o del misfatto, fate voi. Riassumo e mi tolgo subito il dente. La rossa non vince un mondiale piloti dal 2007. E non vince un mondiale costruttori dal 2008. Se la matematica non mi inganna sono rispettivamente 18 e 17 anni.
Il passato pesa sul presente
Credo sia già il secondo periodo storico assoluto di magra per il campionato piloti. A 21 anni, record negativo precedente rotto da Schumacher (prima di allora non si vinceva un titolo piloti dal 1979, Sheckter), non siamo assolutamente distanti. Anzi. Qualcuno mi ha fatto notare che per il mondiale Costruttori siamo già al nuovo record assoluto negativo. Non so se sia così e non ho avuto tempo di verificare.
In ogni caso, per uno sport come la F1, e in senso assoluto, si tratta di numeri devastanti. Il caro amico Leo Turrini mi ha detto che deve cercare di campare oltre i 100 anni per essere sicuro di poter assistere a un nuovo mondiale in rosso. Il problema è che non è una battuta. O, perlomeno, non è solo una battuta. E’ il rischio di una amarissima verità.
Lo scoramento aumenta se pensiamo che questa monoposto pare già da buttare. Sì, ho capito, sono “solo” tre gare su 24. Ma lo capisci presto se una monoposto va bene, inutile girarci attorno. E anche fra gli uomini Ferrari, sempre che si mettano d’accordo su cosa dire davanti ai microfoni, la delusione è a dir poco palpabile. Si taglia con un coltello, come la nebbia del film “FFSS-Cosa mi hai portato a fare Posillipo se non mi vuoi più bene?” di Renzo Arbore.
Occorrerebbero parole di verità, ci propinano frasi che Vasseur ripete senza neanche crederci. Ora siamo alla fase del, con le variabili del caso: “Non riusciamo ad estrarre tutto il potenziale della monoposto”. Che se ci pensate non è un discorso logico. Una monoposto nata bene migliora. Una nata male resta così com’è o peggiore pure. E se non riesci ad estrarre quel potenziale, significa che non ne ha.
Non cambiano mai le cose
Ora, magari sarò smentito e nell’arco di cinque o sei gare, prima è impossibile, la SF-25 diventa un missile. Ma ho già qualche capello bianco e conosco i miei polli per dire che mi sembra, allo stato attuale, ipotesi assai inverosimile. Come mai si passa da un’auto che tutto sommato il suo lavoro lo faceva, la SF-24, a una indecifrabile? E perché in Ferrari questo accade spesso? Usiamo altri numeri: Dal 2009 non c’è mai stata una monoposto Ferrari che si è dimostrata tecnicamente migliore della concorrenza.
Ciclicamente sfornano un’auto che eccelle in qualche aspetto ma ha dei limiti, poi arriva quella successiva che corregge quel problema ma ne ha un altro (di limite) e via di questo passo. E poi si perde la bussola e nascono vetture mediocri. Purtroppo sembra questo il caso. Se, addirittura, il problema riguarda le altezze da terra, detto un poco alla buona ma sapete di cosa sto parlando, in piena stabilità regolamentare, al quarto anno di wing car, cosa dobbiamo pensare?
Tenendo presente che, a detta di tutti, gli strumenti Ferrari sono buoni come gli altri se non migliori, resta solo il capitale umano, come amo definire l’insieme di cervelli che danno vita ad una monoposto. La butto giù in maniera cruda: se le cose non si risolvono forse è meglio azzerare il reparto tecnico. Dico sul serio. Nuova linfa. Anche perché ciò che stiamo vedendo non è degno del blasone ferrarista.
E aggiungo, perché sono in fase masochista, quando servirebbe un Newey per rifondare tutto… certo non vinci in qualche anno e non avrebbe potuto mettere mano sulla SF-25, ma sai che le cose miglioreranno. Perché forse, in definitiva, a Maranello manca proprio il metodo per fare le cose, il know how. Tuttavia Vasseur (o chi per lui) ha preferito puntare sui tecnici attuali. Che, d’altronde, hanno vinto titoli a ripetizione.
L’olandese è un fenomeno, McLaren un po’ meno
Max Versteppen. Voto: maestoso.
Qualche commentatore fucsianico, che a suo tempo aveva detto che non ci si sarebbe ricordati di Verstappen nel futuro, ora dice meraviglie. Al netto dei fucsia per i viola, un fatto è certo: riuscire a tenere una macchina più veloce, anzi due, ad una distanza che non è mai scesa sotto il secondo (impedendo quindi l’uso del DRS agli avversari) significa essere semplicemente il migliore.
Gara noiosa. Voto: falso.
Forse qualcuno si è avvicinato da poco alla F1, categoria che non è mai campata di sorpassi, e il sorpasso in sé è un acuto, ma non è la “cifra” della “ditta”. Nella massima categoria ci sono altre cose: quanto un pilota riesca a tenere un determinato ritmo, quanto e come ci si difenda dagli avversari, quanto siano bravi gli strateghi, quanto sia influente la fortuna (ammesso che esista nelle gare) e via discorrendo.
A Suzuka non abbiamo visto significativi cambiamenti nell’ordine d’arrivo rispetto alla partenza. Vero. Ma questo non racconta tutta la gara. Gli ultimi 20 giri (e in definitiva tutta la gara) hanno vissuto del tentativo della McLaren di acchiappare Max. Ripeto, con un mezzo non all’altezza rispetto a Piastri e Norris. Ma non c’è stato nulla da fare. E l’intensità di una gara è anch’essa uno spettacolo. Poi, per carità, i gusti sono gusti…
Norris. Voto: 7+.
Non me ne vogliano i tifosi di Lando. Anche in Giappone, Norris ha mostrato quanto soffra terribilmente il confronto con Max, soprattutto a livello mentale. Probabilmente l’alfiere McLaren vincerà il mondiale. Ma, ancora di più dopo Suzuka, Max è di un’altra categoria. E, permettetemi la perfidia, probabilmente Lando nostro ricorderà per molto tempo la tosatura dell’erba dopo il cambio gomme…
Piastri. Voto: frustrazione.
Il cavallino scalpita per detronizzare il capo-squadra. E’ solo questione di tempo e lo defenestrerà. Accade così sin da quando l’umanità era giovane.
Ferrari. Voto: mediocrità conclamata.
Ho già detto in premessa.
Clima Ferrari. Voto: non dei migliori.
Hamilton. Voto: ingiudicabile.
Leclerc. Voto: depressione.
Non tanto per la gara (di più non si poteva fare), quanto per il linguaggio verbale e non. Il tempo passa e Charles comincia ad avere sempre meno pazienza. Come è normale che sia…
Kimi Antonelli. Voto: la classe non è acqua.
Dohan e il suo incidente. Voto: no comment.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv