Ferrari, anticipazione nuovo fondo: carico più bilanciato e stabile
Tra qualche giorno vedremo il nuovo fondo della Ferrari, in teoria. A Maranello hanno cercato di anticipare l’update già per Suzuka, ma, a detta di Fred Vasseur, i tempi erano troppo stretti ed è stato meglio rallentare. Hamilton ha parlato di questa nuova componente pronta a debuttare, ma Fred ha fatto una piccola marcia indietro, […]

Tra qualche giorno vedremo il nuovo fondo della Ferrari, in teoria. A Maranello hanno cercato di anticipare l’update già per Suzuka, ma, a detta di Fred Vasseur, i tempi erano troppo stretti ed è stato meglio rallentare. Hamilton ha parlato di questa nuova componente pronta a debuttare, ma Fred ha fatto una piccola marcia indietro, perché la Rossa è ancora indecisa. Staremo a vedere. Nel mentre alcune disquisizioni tecniche.
Il primo aggiornamento è già decisivo per bilanciare la vettura italiana
Il tracciato di Suzuka ha rivelato pregi e difetti della Rossa, in un weekend insoddisfacente, in cui il team italiano è stato costretto a limitare i danni, ottenendo il massimo possibile dalla monoposto. Cosa manca alla SF-25 lo abbiamo sottolineato più volte. Una monoposto che porta con se una filosofia sospensiva ben diversa da Red Bull e McLaren, con la quale devono costruire un setup dissimile.
Gli ingegneri sono ben lontani dalla comprensione totale dell’auto, come la stessa squadra ha dichiarato nel fine settimana nipponica, a conferma dei dubbi che avevamo esposto questo inverno. Le vetture di questa generazione sono complicatissime, con sistemi altamente sensibili a svariati parametri. Il rischio di Maranello era proprio quello di non capire la macchina da subito, e purtroppo è propio quello che sta accadendo.
Oltre a vari problemi di comprensione, manca bilanciamento e performance pura, in fin dei conti. Aspetto che limita fortemente anche il potenziale relativo alla messa a punto della monoposto. Ormai è noto a tutti il sottosterzo cronico della SF-25, che sottolineiamo dal secondo giorno dei test in Bahrain. Sebbene ci siano vari limiti al posteriore e nella generazione del carico, la Rossa ha a che fare più con la carenza di rotazione.
Effetto che si tramuta in sovrasterzo solo nelle fasi di uscita. Andava ancora una volta chiarito questo aspetto. Con la seconda versione del fondo vettura che porteranno in pista, il team vuole risolvere questo grattacapo con una diversa gestione della massa fluida. A Sakhir dovrebbe appunto debuttare questa componente, incarica al contempo di coprire il naturale sviluppo già programmato durante l’inverno.
La mappa aerodinamica aggiornata
Dal punto di vista prettamente tecnico, dovremmo osservare ulteriori variazioni sulla geometria della chiglia, il cui design è strettamente legato alla stabilità del flusso al di sotto della monoposto. Abbiamo già indicato come Ferrari utilizzi geometrie meno complesse rispetto ai diretti concorrenti, anche per via dell’utilizzo di cinematismi sospensivi che mostrano di base una ripidezza inferiore.
Attualmente la vettura non può essere abbassata oltre un certo limite, che specifichiamo essere all’interno del range di altezze previste dal progetto. Il fatto è che, potenzialmente, c’è ancora spazio per abbassare la monoposto. Tuttavia il pericolo di incorrere in un’usura eccessiva dello skid è in agguato. Inoltre, come ha confermato Vasseur, nel punto in cui vorrebbero generare carico con la vettura, si innesca del bouncing.
Va detto che questo problema non è relativo alla sola Ferrari, ma a tutti quanti i team di F1. È uno dei compromessi da trovare. Per di più, la vettura modenese ha una mappa aerodinamica oggettivamente ristretta rispetto agli avversari. Oltre ad uno step di carico, ci aspettiamo uno passo avanti in termini di stabilità del flusso, che possa ampliare la finestra di lavoro della monoposto.
Il carico prodotto dal fondo è funzione di vari parametri geometrici sospensivi, tra cui gli angoli di imbardata, rollio e beccheggio, che sono le tre rotazioni principali della monoposto con le quali si definisce la mappa aerodinamica. Più ampia sarà, maggiore è la downforce stabile prodotta. Al contrario, si rischia che per determinate combinazioni sugli angoli si verifichi un drop del carico, creando diversi problemi sull’handling.
Le caratteristiche del nuovo fondo
Secondo informazioni raccolte dalla nostra redazione, la storica scuderia italiana ha migliorato la generazione della spinta verticale, con il nuovo fondo, in corrispondenza delle altezze da terra che al momento possono utilizzare. In questo modo la macro componente in questione diventerà “più utilizzabile”. Pure altre scuderie non riescono ad abbassarsi oltre una certa soglia. Lo ha fatto intendere lo stesso Vasseur.
Oltre a questo fattore, con l’ultima versione del pavimento, Ferrari vuole produrre un leggero avanzamento del centro di pressione della monoposto. Una mossa per limitare in parte la carenza di rotazione intrinseca. Sottosterzo che non proviene solamente dalla distribuzione del carico del fondo, ma pure da altri fattori che il gruppo di lavoro sta ancora studiando per cercare di sistemarlo definitivamente.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – F1