Ferragamo, effetto domino: con i suoi conti in rosso trascina in calo tutto il lusso a Piazza Affari. Cosa dicono gli analisti

Ferragamo: la visibilità del business resta bassa e le condizioni di mercato rimangono altamente volatili, con i principali mercati asiatici ancora sfidanti. I primi due mesi del 2025 sono stabili se non leggermene positivi L'articolo Ferragamo, effetto domino: con i suoi conti in rosso trascina in calo tutto il lusso a Piazza Affari. Cosa dicono gli analisti proviene da FIRSTonline.

Mar 7, 2025 - 12:45
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Ferragamo, effetto domino: con i suoi conti in rosso trascina in calo tutto il lusso a Piazza Affari. Cosa dicono gli analisti
Insegna Ferragamo
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Il gruppo Ferragamo ha reso noto stamane i dati aggiornati per l’esercizio 2024 mostrando un utile operativo adjusted più che dimezzato e un risultato netto in rosso, in un mercato penalizzato da tensioni geopolitiche e incertezze macroeconomiche, mentre il gruppo è ancora alla ricerca di un nuovo AD per sostituire Marco Gobbetti.

I ricavi a gennaio e febbraio hanno mostrato un andamento abbastanza stabile, con una intonazione leggermente positiva. Inoltre, i possibili dazi Usa non avrebbero un impatto enorme sull’azienda.

Ma agli investitori i dati non sono piaciuti e hanno venduto a piene mani il titolo a Piazza Affari tanto da provocare un crollo anche del 17% a 6,27 euro, con un minimo di seduta segnato a 6,05 euro. Negli ultimi 5 giorni il titolo ha perso oltre il 22%. L’effetto-contagio si è visto anche su Moncler che è a 61,40 euro in calo del 3,00% e Brunello Cucinelli, anch’esso in calo del 3% a 112,60 euro.

Ferragamo: utili più che dimezzati

Lo scorso esercizio Ferragamo ha chiuso con una perdita di 68 milioni (da confrontare con l’utile di 26 milioni del 2023) e con un utile operativo adjusted più che dimezzato a 35 milioni (79 nel 2023), anche se leggermente superiore alle attese degli analisti. I ricavi, che la società aveva già comunicato il 30 gennaio scorso, sono stati invece scesi del 10,5% a cambi correnti e dell’8,2% a tassi di cambio costanti a 1.035 milioni di euro.

I dati di Ferragamo testimoniano le difficoltà che sta affrontando tutto il settore del lusso, a causa della frentata dei consumi in Cina verificata finora e in effetti il gruppo mostra proprio in Asia e Pacifico un calo del 18,9% a cambi costanti.

Secondo l’azienda, le previsioni di consensus su ricavi ed EBIT per il 2025, rispettivamante a 1.065 e 43 milioni, sono ipotesi ragionevoli: tuttavia, la visibilità del business resta bassa e le condizioni di mercato rimangono altamente volatili, con i principali mercati asiatici ancora sfidanti, dice la società.

Nei primi due mesi del 2025 “i ricavi sono stabili, se non leggermente positivi”

“Le incertezze sulla domanda dei beni di lusso ci portano a mantenere un approccio prudente sulle aspettative di breve termine”, ha spiegato la società in una nota. Tuttavia, “per i primi due mesi del 2025 i ricavi sono stabili, se non leggermente positivi“, ha spiegato nella call di commento ai risultati con gli analisti Ernesto Greco, consigliere d’amministrazione di Ferragamo. Il brand per il futuro punta “a rafforzare l’offerta prodotto, puntando sulla ricetta che ha portato una ripresa nel canale Dtc primario nel quarto trimestre e puntando sulla pelletteria e sui modelli di successo, come le borsa Hug e della scarpa Zina”.

Il parere degli analisti

I risultati e le indicazioni sul 2025 sono stati in linea con le stime per Intesa San Paolo, che ha sul titolo un giudizio “Hold”. Lo stesso ritiene Intermonte, che mantiene una valutazione “neutral” sul titolo. “L’incertezza sul piano di rilancio del brand resta elevata soprattutto considerando che l’azienda deve ancora nominare un nuovo Ceo”, dopo l’uscita di Marco Gobbetti. Le sue deleghe sono state al momento redistribuite, “lasciando che sia l’assemblea prevista per il 16 aprile 2025 ad assumere deliberazioni in merito”. Nonostante “i segnali incoraggianti che erano emersi dal retail nel quarto trimestre, la visibilità sul ritorno a crescite e margini sostenibili nel breve periodo rimane bassa, considerando anche la fase di transizione manageriale e la mancanza di segnali di ulteriore miglioramento del business nel primo trimestre del 2025, ad oggi” dice anche Equita.