Fenicotteri rosa si schiantano sulle rocce del Monte Catria: cos’è successo davvero?

Uno spettacolo della natura si è trasformato in tragedia sulle pendici del Monte Catria, nell’Appennino umbro-marchigiano. Uno stormo di fenicotteri rosa, sorpreso dai forti venti, si è schiantato contro le rocce, in località Balze degli Spicchi, a circa 1.500 metri di quota. Il bilancio è drammatico: sette esemplari morti e due sopravvissuti, ritrovati in condizioni...

Mar 18, 2025 - 15:01
 0
Fenicotteri rosa si schiantano sulle rocce del Monte Catria: cos’è successo davvero?

Uno spettacolo della natura si è trasformato in tragedia sulle pendici del Monte Catria, nell’Appennino umbro-marchigiano. Uno stormo di fenicotteri rosa, sorpreso dai forti venti, si è schiantato contro le rocce, in località Balze degli Spicchi, a circa 1.500 metri di quota. Il bilancio è drammatico: sette esemplari morti e due sopravvissuti, ritrovati in condizioni critiche.

L’allarme è stato lanciato il 15 marzo da un gruppo di escursionisti che si sono imbattuti negli uccelli deceduti. La scena che si è presentata ai loro occhi era desolante: i corpi dei fenicotteri, in parte già predati da animali selvatici, giacevano tra le rocce e la vegetazione. Un impatto violentissimo, che non ha lasciato scampo a sette dei nove esemplari.

“Un episodio eccezionale”, lo hanno definito gli esperti. Il Monte Catria, con le sue vette e i suoi boschi, è un ambiente decisamente insolito per questi uccelli, il cui habitat naturale è costituito da zone costiere e lagunari. Secondo una prima ricostruzione, lo stormo, probabilmente diretto verso una delle zone di nidificazione nell’Adriatico, sarebbe stato sorpreso dal forte vento mentre sorvolava l’Appennino. Raffiche da 120-130 chilometri orari, temporali e sbalzi di temperatura sono stati fatali per il gruppo in migrazione.

I due fenicotteri superstiti, ritrovati in condizioni critiche, sono stati avvolti in coperte termiche e affidati alle cure del Centro recupero animali selvatici (Cras) delle Marche di Ca’ Girone, a Urbino. Dal Cras fanno sapere che i due esemplari si stanno riprendendo e, una volta ristabiliti, saranno liberati nelle Saline di Cervia, in provincia di Ravenna, una delle zone di nidificazione della specie. Uno dei due fenicotteri sopravvissuti è stato inanellato in Francia e il suo anello riporta la parola “Paris”, oltre al numero che ne consentirà l’identificazione.

L’intervento dei forestali di Cagli è stato tempestivo. Sul posto, hanno trovato i resti degli animali, in parte già predati da animali selvatici e in parte occultati, probabilmente per essere utilizzati come riserva di cibo. I Carabinieri forestali di Cagli e gli operatori del Cras hanno informato dell’accaduto l’Istituto superiore per la protezione e la sicurezza ambientale (Ispra). Si spera che non vi siano altri esemplari dispersi nella zona: il freddo intenso, il disorientamento e i tanti predatori che abitano la montagna non lascerebbero scampo a questi trampolieri rosa.

Se incontrare fenicotteri a 1.500 metri di quota è un evento rarissimo, vederli in Italia è invece sempre più comune. Questi uccelli migratori, infatti, scelgono sempre più spesso il nostro Paese per trascorrere i mesi primaverili ed estivi, di ritorno dall’Africa. Le colonie più vaste si concentrano nel Sud Italia, in particolare nelle Saline della Riserva Naturale Margherita di Savoia, vicino a Trinitapoli, considerate le più grandi d’Europa. Ma è possibile avvistare fenicotteri rosa anche in Calabria, Sardegna, Sicilia, Toscana ed Emilia Romagna. Quest’anno, la Laguna di Orbetello è stata raggiunta da oltre 6mila esemplari.

Non vuoi perdere le nostre notizie?

Ti potrebbe interessare anche: