Eurozona: inizio d’anno solido, ma il futuro resta molto incerto
L’economia dell’area euro ha aperto il 2025 con segnali di tenuta superiori alle aspettative. Secondo Henry Cook, senior Europe economist di MUFG Bank, “l’economia dell’area euro ha iniziato l’anno su basi più solide”, registrando una crescita dello 0,35% su base trimestrale nel primo trimestre, ben al di sopra del consenso degli analisti (0,2%). Le principali... Leggi tutto
L’economia dell’area euro ha aperto il 2025 con segnali di tenuta superiori alle aspettative. Secondo Henry Cook, senior Europe economist di MUFG Bank, “l’economia dell’area euro ha iniziato l’anno su basi più solide”, registrando una crescita dello 0,35% su base trimestrale nel primo trimestre, ben al di sopra del consenso degli analisti (0,2%).
Le principali economie tornano a crescere
Tutte le grandi economie dell’Eurozona hanno mostrato un’espansione. La Germania è cresciuta dello 0,2%, evitando la recessione tecnica. “I consumi delle famiglie e gli investimenti hanno contribuito positivamente”, spiega Cook, anche se i dati completi non sono ancora disponibili. In Francia, il rimbalzo è stato più timido (+0,1%), trainato principalmente dalle scorte, mentre gli investimenti fissi hanno subito un ulteriore calo.
L’Italia ha sorpreso con un solido +0,3%, mentre la Spagna ha mantenuto un buon ritmo con +0,6%, in lieve rallentamento. Da segnalare anche la consueta volatilità dell’Irlanda, che ha segnato un incremento del 3,2%. Escludendo quest’ultima, la crescita dell’Eurozona si attesterebbe su valori più in linea con le aspettative, attorno allo 0,2%.
I dazi Usa
Lo scenario economico potrebbe presto complicarsi. Il 2 aprile, gli Stati Uniti hanno introdotto nuove tariffe commerciali, evento che Cook definisce il “Giorno della Liberazione”. Secondo l’economista, “un rallentamento è probabile non appena gli effetti delle tariffe inizieranno a manifestarsi”, pur riconoscendo che l’Eurozona affronta questa fase di instabilità “con un ragionevole slancio di crescita”.
Sondaggi contrastanti ma segnali positivi dall’industria
I dati dei sondaggi di aprile dipingono un quadro misto. L’indice PMI composito si è indebolito, pur restando appena sopra la soglia di neutralità. “La componente manifatturiera, in realtà, è migliorata ad aprile”, nota Cook, ipotizzando una possibile ripresa ciclica dell’industria che potrebbe attutire l’impatto delle nuove tariffe.
Consumatori più preoccupati, ma non tutto è negativo
Il sentiment dei consumatori desta maggiore preoccupazione. La fiducia è calata sensibilmente tra marzo e aprile, in particolare per i timori sull’occupazione e sull’inflazione. Tuttavia, secondo Cook, “i problemi legati ai dazi sembrano avere meno probabilità di compromettere il processo di disinflazione”, grazie anche a un euro forte e ai bassi prezzi dell’energia. Questo potrebbe sostenere la crescita dei salari reali e, di riflesso, un recupero della fiducia dei consumatori.
Incertezza commerciale e prospettive prudenti
L’incertezza legata alla politica commerciale statunitense continua a pesare sulle prospettive. Cook avverte: “È improbabile che la tregua di 90 giorni sui dazi reciproci passi senza ulteriori sviluppi”. Le imprese restano caute, e le decisioni di investimento rallentano. Un possibile fattore positivo, tuttavia, potrebbe essere l’annuncio di nuove misure fiscali in Germania.
Previsioni aggiornate, ma con cautela
Alla luce dei dati del primo trimestre, MUFG ha rivisto al rialzo la propria previsione di crescita per il 2025, portandola dallo 0,7% allo 0,9%. “Ci sono ancora molti fattori in movimento”, conclude Cook, “e qualsiasi previsione in questa fase va presa con cautela”.