Il monitoraggio delle eruzioni vulcaniche sta vivendo una vera e propria rivoluzione grazie a un
sistema innovativo testato nella
Penisola di Reykjanes, nel cuore dell’
Islanda. Una recente ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista
Science ha dimostrato come il
rilevamento acustico distribuito (DAS) attraverso i
cavi in fibra ottica consenta di prevedere le eruzioni fino a
30 minuti prima che avvengano.
L’Islanda e il rischio vulcanico Situata sulla
Dorsale Medio-Atlantica, l’
Islanda rappresenta uno dei pochi luoghi sulla Terra dove questa catena montuosa sottomarina emerge in superficie. Qui, la costante
collisione delle placche nordamericana ed eurasiatica genera un’intensa attività geologica, fatta di
faglie,
geyser,
sorgenti termali ed esplosioni vulcaniche. In particolare, la
Penisola di Reykjanes ha conosciuto una
riattivazione vulcanica significativa dal 2021, con
otto eruzioni documentate solo tra
novembre 2023 e l’inizio del 2025. Questa sequenza di eventi ha portato a
evacuazioni forzate nella città di
Grindavík, segnando una nuova fase di vulnerabilità per le popolazioni locali.
Come funziona il sistema DAS nei cavi ottici Il
sistema DAS sfrutta cavi in fibra ottica già presenti nel sottosuolo, che, sebbene inizialmente progettati per telecomunicazioni, si trasformano in
reti di sensori sismici ad alta precisione. Il metodo consiste nel far viaggiare
impulsi laser lungo i cavi; quando le vibrazioni sotterranee — come quelle provocate dal movimento del
magma — attraversano i cavi, i
laser subiscono variazioni di fase, fornendo un segnale interpretabile dai ricercatori.
Jiaxuan Li, geofisico dell’
Università di Houston e autore principale dello studio, ha sottolineato che l’installazione del sistema sulla
linea di 100 chilometri di fibra ottica nella penisola è avvenuta in soli
dieci giorni, in risposta a un’importante intrusione di magma avvenuta il
10 novembre 2023.
Un nuovo orizzonte per l’allerta precoce Il vantaggio principale del sistema DAS rispetto ai metodi tradizionali come i
GPS o le
immagini satellitari è la sua
maggiore sensibilità alle deformazioni sotterranee. Grazie a queste tecnologie, gli scienziati sono ora in grado di
rilevare il movimento del magma con una precisione mai raggiunta prima. Secondo
Zhongwen Zhan, geofisico del
California Institute of Technology, il progetto rappresenta
“una nuova capacità di osservare fenomeni nascosti”, aprendo prospettive straordinarie per il monitoraggio globale dei vulcani. Il sistema ha già dimostrato la sua efficacia durante le eruzioni di
Grindavík, fornendo
avvisi tempestivi che hanno contribuito a proteggere le comunità locali.
La collaborazione internazionale alla base del progetto Il successo di questa ricerca si deve anche alla
cooperazione internazionale tra istituti di eccellenza scientifica.
Il California Institute of Technology, in collaborazione con diverse università e centri di ricerca, ha contribuito a realizzare uno dei più promettenti strumenti per la
prevenzione dei disastri naturali. Con l’
Islanda destinata a vivere un futuro caratterizzato da
eruzioni sempre più frequenti, sistemi di
preallarme affidabili come questo rappresentano una
speranza concreta per la salvaguardia delle vite umane.
Eruzioni vulcaniche: ora prevedibili con i cavi in fibra ottica