Emilia-Romagna a Vinitaly: Vino e Turismo si Incontrano nel Padiglione 1
L'Emilia-Romagna si presenta a Vinitaly con vino, cibo e turismo, promuovendo esperienze uniche tra arte e natura.

Il vino, il cibo, il turismo. L’Emilia-Romagna cala il tris a questo Vinitaly, come racconta l’assessora regionale Roberta Frisoni. Che occasione è questa per raccontare la regione anche dal punto di vista turistico?
"Vinitaly è da quasi 60 anni il punto di riferimento in Italia per il mondo del vino e storicamente l’Emilia-Romagna è ’di casa’ al Padiglione Uno, che per la sua posizione ideale dà il benvenuto ai visitatori. Quest’anno, con la cucina di Massimo Bottura, 80 espositori e 6 consorzi di produzione, con i loro prodotti affermati e le nuove proposte, e la vivace veste grafica del padiglione che richiama la nostra via Emilia e tutte le eccellenze che attraversa, siamo a Verona per affermare che il vino in Emilia-Romagna è un’incredibile occasione di vacanza. E attorno a esso ruota una experience fatta di ospitalità, tradizioni, identità, amore per la terra. Mi riferisco alla nostra Food Valley, circondata da arte, cultura, natura, vacanza attiva e turismo slow, dalla Motor Valley, borghi e castelli. Un’offerta unica per eterogeneità".
Quali novità vedremo?
"Questa edizione è la ’premessa’ per affiancare sempre più, in futuro, la narrazione sul vino alla promozione turistica. Dal prossimo anno a Vinitaly nel Padiglione 1 si parlerà di prodotto, ma anche di esperienze di vacanza a 360 gradi per turisti foodie e appassionati di cibo".
Come può il vino attrarre visitatori dall’estero?
"L’alta qualità raggiunta da alcune nostre produzioni ha già superato i confini nazionali, si fa apprezzare all’estero e già questo rende i nostri vini ’ambasciatori’ del territorio. Beneficiamo di un enorme potenziale: il Lambrusco o l’Albana, solo per citare due grandi prodotti, nascono in luoghi pieni di fascino, spesso fuori dalle rotte turistiche più affollate, dove la persona è ancora al centro e il turista non è considerato un numero, ma viene accolto e coccolato. Un valore, questo, che all’estero è particolarmente apprezzato. Inoltre, come spiegavo, vigne e cantine sono sempre a poca distanza da una città d’arte, da una Ciclovia (ne abbiamo una proprio pensata per i cicloturisti ’foodie’, la Food Valley Bike, lungo le terre di Giuseppe Verdi, tra Parma e Busseto), da un centro termale o un antico borgo. Ci sono poi produttori intraprendenti, che hanno affiancato ospitalità e wellness in cantina".
Cibo e vino dunque sono grandi motivi di richiamo?
"La Food & Wine Experience, proposta in tante destinazioni del mondo, in Emilia-Romagna è autentica e sincera. Da Piacenza alle colline di Rimini gli ospiti possono degustare un buon vino insieme alle prelibatezze della nostra cucina in luoghi iconici, in cui si rivive l’esperienza degli affascinanti processi produttivi tramandati di generazione in generazione, avvolti da un’innata vocazione all’ospitalità e circondati dalla genuinità delle persone. Una cultura del cibo, del vino e dell’accoglienza che ci rendono unici".
Può darci qualche numero della Food Valley?
"Come rilevano i principali indicatori a livello mondiale, l’enogastronomia è sempre più una motivazione di viaggio. Secondo un’indagine di Trademark Italia per l’Osservatorio Turistico Regionale, la nostra Food Valley crea un indotto di 92 milioni di euro (tra ristorazione, acquisto di prodotti, soggiorno e altro)".
Quali sono le zone di maggiore successo turistico e quali volete invitare a riscoprire?
"Storicamente la Riviera Romagnola assorbe circa i tre quarti di arrivi e presenze e realtà quali le Città d’Arte e la Motor Valley esercitano un forte richiamo sui turisti stranieri. Da anni siamo impegnati nella valorizzazione della vacanza attiva e del turismo slow, nei borghi, con il Circuito regionale dei Cammini e con il cicloturismo. Quest’ultimo permette, grazie a dieci Ciclovie, di andare alla scoperta di luoghi autentici e ancora fortemente identitari. Il turismo enogastronomico può essere strategico per valorizzare il Po e il suo Delta, l’entroterra romagnolo e una parte di Emilia meno conosciuta turisticamente, ma non dimentichiamoci che l’enogastronomia è già uno degli asset principali della nostra offerta turistica".
Letizia Gamberini