Elkann e De Meo sull’auto europea: "Il suo destino si gioca quest’anno"

"Il destino dell’industria automobilistica europea si gioca quest’anno". A lanciare il nuovo allarme sono il presidente di Stellantis John Elkann...

Mag 6, 2025 - 05:27
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Elkann e De Meo sull’auto europea: "Il suo destino si gioca quest’anno"

Il destino dell’industria automobilistica europea si gioca quest’anno. A lanciare il nuovo allarme sono il presidente di Stellantis John Elkann (nella foto a sinistra) e l’ad di Renault Luca De Meo (nella foto a destra) in un’intervista a Le Figaro. "Quest’anno per la prima volta la Cina produrrà più dell’Europa e degli Stati Uniti messi insieme. Il 2025 è un momento cruciale", dice Elkann. "Il livello attuale del mercato è un disastro, c’è in gioco una questione strategica anche per gli Stati, il settore rappresenta 400 miliardi di entrate fiscali in Europa", sottolinea De Meo.

"Quello di cui abbiamo bisogno – spiega il presidente di Stellantis – è rapidità decisionale e certezze. Non chiediamo aiuti, ma solo che ci lascino lavorare, innovare e portare alla gente i veicoli più puliti e anche accessibili, che desiderano e di cui hanno bisogno. In Europa, discutiamo con Stati che purtroppo hanno poco margine di manovra e una commissione Ue che ha poca capacità di agire. In Cina, negli Stati Uniti e nei paesi emergenti, stanno costruendo politiche industriali forti". Elkann ricorda che "Francia, Italia e Spagna sono i Paesi più interessati: è importante che questi Paesi facciano della promozione della loro industria la loro priorità".

"Quello che chiediamo – afferma De Meo – è una regolamentazione differenziata per le piccole auto. Ci sono troppe regole concepite per auto più grandi e più costose, il che non ci permette di fare piccole auto in condizioni accettabili di redditività. Tutti i paesi del mondo che hanno un’industria automobilistica si organizzano per proteggere il loro mercato, tranne l’Europa" afferma De Meo, che chiede all’Europa di continuare "a mettere intorno allo stesso tavolo regolatori, industriali e scienziati per elaborare le future norme". De Meo sottolinea anche che "così come è scritta, la direttiva 2035 induce un mercato dimezzato. Perché bisogna essere chiari, il mercato non compra quello che l’Europa vuole che noi vendiamo. Sostituire la totalità dei volumi attuali con l’elettrico, in queste condizioni, non ci riusciremo".