Edi Rama l’invincibile: sarà per la quarta volta premier dell’Albania. Ai socialisti la maggioranza dei seggi
Edi Rama agguanta il quarto mandato di fila da premier e governerà l’Albania per altri quattro anni. A urne chiuse un exit poll condotto dal portale albanese di informazione Albanian Post conferma una netta vittoria dei socialisti del capo del governo alle Politiche. Il Ps avrebbe ottenuto 79 dei 140 seggi che compongono il parlamento. […] L'articolo Edi Rama l’invincibile: sarà per la quarta volta premier dell’Albania. Ai socialisti la maggioranza dei seggi proviene da Il Fatto Quotidiano.

Edi Rama agguanta il quarto mandato di fila da premier e governerà l’Albania per altri quattro anni. A urne chiuse un exit poll condotto dal portale albanese di informazione Albanian Post conferma una netta vittoria dei socialisti del capo del governo alle Politiche. Il Ps avrebbe ottenuto 79 dei 140 seggi che compongono il parlamento. L’opposizione di centrodestra guidata dall’anziano ex presidente della Repubblica ed ex premier Sali Berisha secondo questi dati si è fermata a soli 54 seggi. I restanti 7 seggi sarebbero assegnati al Partito socialdemocratico, vicino a Rama, 2 al nuovo partito Mundesia, fondato da Agron Shehaj, imprenditore e attuale deputato del centrodestra, che ha abbondanato circa 2 anni fa il Partito Democratico di Berisha. A contendersi un seggio a testa l’ex leader del centrodestra Lulzim Basha, anche lui con una nuova formazione politica, e Il Movimento Insieme, di un docente universitario, Arlind Qorri. Secondo le prime proiezioni la vittoria di Rama si è fondata in particolare nella zona di Tirana e dintorni, mentre il centrodestra resta forte nel Nord del Paese.
E’ nel segno dell’Ue che Rama ha costruito la sua campagna elettorale, promettendo la conclusione dei negoziati nel 2027 e l’adesione a pieno titolo entro il 2030, nonostante si tratti di un obiettivo che va oltre il futuro mandato. “Di fronte a noi c’è una sola data per poter vincere la scommessa storica con l’Europa. Per l’Albania e con l’Albania in Europa”, è stato il leitmotiv del premier. Per questo ha detto che il suo appello è esteso a tutti, “senza distinzione politica”.
A poco è servito il sostegno che Berisha ha cercato in Chris Lacivita, uno dei principali consulenti della campagna elettorale del presidente statunitense Donald Trump, chiamato a costruire la strategia dell’opposizione. “Rendiamo l’Albania di nuovo grande” è stato lo slogan scelto da Berisha, che ricalca come è evidente quello del presidente Usa. Anche Berisha si è lanciato in una spericolata “imitazione” di Trump portando sempre un cappello da baseball, dal colore blu però, come quello del proprio partito. Una scelta che vuole essere una provocazione verso la decisione del Dipartimento di Stato Usa che nell’epoca Biden lo ha dichiarato “persona non grata” per “gravi atti di corruzione”. Un atto, ha sempre sostenuto Berisha, che è stato sponsorizzato dal magnate George Soros per venire “in aiuto della sinistra”.
Berisha non ha ancora reso pubblico l’aspetto finanziario dell’ingaggio del consulente statunitense, mentre lo scorso mese, il suo partito ha firmato anche un contratto di lobby negli Usa, per ben 6 milioni di dollari “pagati da patrioti albanesi che vivono in America”, ma ancora ignoti. Sull’ex presidente pende però un’accusa di corruzione anche dalla Procura speciale albanese contro la criminalità organizzata e la corruzione (Spak), che lo ha trattenuto ai domiciliari fino allo scorso novembre.
Anche Rama si è ricandidato dopo una serie scandali di corruzione che hanno coinvolto la maggioranza negli ultimi due anni, con numerosi suoi sindaci, ex alti funzionari, ed ex ministri finiti in manette, incluso l’ex vicepremier Arben Ahmetaj, fuggito in Svizzera. L’arresto lo scorso febbraio, anche del sindaco di Tirana per presunta corruzione è apparso come un duro colpo a tre mesi dalle elezioni. I risultati al momento hanno lanciato il messaggio di “scampato pericolo”.
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