È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale
È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Il magazine, disponibile già da oggi, giovedì 24 aprile, sia nella versione digitale che in tutte le edicole, propone ogni due settimane inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in Italia, storie inedite e reportage dal mondo, e grande spazio alla cultura con alcuni tra i più importanti intellettuali […]

È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Il magazine, disponibile già da oggi, giovedì 24 aprile, sia nella versione digitale che in tutte le edicole, propone ogni due settimane inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in Italia, storie inedite e reportage dal mondo, e grande spazio alla cultura con alcuni tra i più importanti intellettuali italiani.
Le piattaforme digitali hanno un impatto sempre maggiore sulle vite degli adolescenti. Da più parti si propone di consentirne l’uso solo oltre una certa età. È giusto vietare i social ai minori? Ecco tutti i pro e i contro.
In un’intervista a TPI il professor Matteo Lancini spiega perché è contrario a vietare i social ai minori: “Vietare i social agli adolescenti è una proposta populista di chi vuole lavarsi la coscienza. Nella società OnLife non c’è distinzione tra vita reale e virtuale. Gli adulti hanno costruito un mondo che si svolge sul web ma poi accusano la Rete di far soffrire i ragazzi. Questa si chiama dissociazione”.
Lo psichiatra Alberto Pellai, invece, si dice favorevole: “Per anni abbiamo sottovalutato i rischi che comporta l’uso dei cellulari. Nei ragazzi abbiamo un aumento di ansia, depressione, deprivazione del sonno, ritiro sociale. E miopia. È un tema di sanità pubblica”.
E ancora: L’impatto dei social sulla salute mentale dei più giovani può produrre privazione del sonno, dipendenze e paura del confronto. “Al Pronto Soccorso del Bambino Gesù accogliamo 5 minori al giorno per problemi psichiatrici”. Il neuropsichiatra Stefano Vicari racconta a TPI la “generazione ansia“.
Giorgio Mulè spiega perché non c’è welfare senza riarmo: “Chi contesta l’aumento delle spese militari rifiuta di vedere una realtà lampante: l’Italia oggi non è al sicuro. Abbiamo pochi soldati, mal equipaggiati e pure anziani. E in caso di attacco aereo il nostro sistema non reggerebbe più di 6 ore. Non è bellicismo: dobbiamo proteggere ospedali e scuole”.
“Vedo molti intellettuali che esaltano la guerra. Spesso si usa il termine Resistenza per giustificare l’aumento delle spese militari. Ma quando si fabbricano armi poi le si usano. La lotta di liberazione invece mirava a costruire un mondo di pace. Ed eviterei accostamenti tra i nostri partigiani e gli ucraini”. A TPI parla la storica Michela Ponzani.
Inoltre, proponiamo un colloquio con lo storico collaboratore di Spinelli: “Meloni ha citato alcuni passaggi totalmente decontestualizzati. Il Manifesto fu scritto nel 1941: c’erano guerra e regimi, la rivoluzione sembrava necessaria. Quel testo fu un punto d’incontro fra culture politiche molto distanti fra loro”.
L’Italia ha un problema con i femminicidi. I casi di Ilaria Sula e Sara Campanella hanno riacceso il dibattito sul tema della violenza di genere. La politica interviene con nuove leggi. Ma serve innanzitutto un cambiamento culturale se vogliamo davvero che tragedie come queste non si ripetano più.
Prima la lotta al comunismo. Poi la sfida all’ordine globale. Nel suo ultimo libro Noam Chomsky spiega le radici della rivalità tra le due superpotenze. E perché “i pagani cinesi hanno sempre suscitato timori” negli Stati Uniti.
Infine, un approfondimento sulla “Via del Tessuto della Vita” che permetterà di collegare Gerusalemme alle colonie illegali come Ma’aleh Adumim. E che soprattutto giustificherà di fatto l’annessione a Israele di una vasta area al centro della Cisgiordania occupata. Creando un sistema viario separato per i palestinesi.
Questo e molto altro nel nuovo numero del settimanale The Post Internazionale in edicola e disponibile anche nella versione digitale.
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