È morta Eleonora Giorgi, addio all’attrice dalle mille vite in una: il cinema, la dipendenza dall’eroina, i ‘no’ ad Alain Delon e Alberto Moravia e il cancro

La morte è arrivata dopo quindici mesi di convivenza forzata col cancro, durante i quali ha raccontato la malattia ma ha sempre fieramente rifuggito la retorica della “guerriera” L'articolo È morta Eleonora Giorgi, addio all’attrice dalle mille vite in una: il cinema, la dipendenza dall’eroina, i ‘no’ ad Alain Delon e Alberto Moravia e il cancro proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 3, 2025 - 10:40
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È morta Eleonora Giorgi, addio all’attrice dalle mille vite in una: il cinema, la dipendenza dall’eroina, i ‘no’ ad Alain Delon e Alberto Moravia e il cancro

Sperava in un miracolo Eleonora Giorgi, ma quel miracolo non è arrivato. Purtroppo. Dopo quasi un anno e mezzo di sofferenze e alti e bassi, alla fine la malattia – un tumore al pancreas scoperto per caso, per via di una tosse che non passava – ha preso il sopravvento. Così Eleonora Giorgi è morta a 71 anni, abbandonandosi “al fato e all’amore dei miei figli”, come aveva detto pochi giorni dopo la radiochirurgia cui si è sottoposta a fine gennaio 2025 per via di una metastasi al cervello. La morte è arrivata dopo quindici mesi di convivenza forzata col cancro, durante i quali ha raccontato la malattia ma ha sempre fieramente rifuggito la retorica della “guerriera”. Combattiva e determinata, quello sì, ma solo nell’ottica di mordere fino all’ultimo la briciola la vita. Quella che le è scivolata via tra le dita quando tutte le cure possibili erano state fatte e non c’erano altre strade da tentare. “Fatemi andare via in ordine, non spaventosa. Non facciamo cose assurde e cerchiamo di fare bene, per quel poco che si può”, aveva chiesto ai medici e ai figli, Andrea Rizzoli e Paolo Ciavarro, che negli ultimi mesi hanno serrato i ranghi e si sono stretti più che mai a mamma Eleonora.

Eleonora Giorgi, addio a un’icona del cinema italiano
Ma Eleonora Giorgi non è mai stata la sua malattia, che ha raccontato senza mai perdere la speranza di un colpo d’ali che cambiasse la direzione del suo destino. Ecco perché, ora che non c’è più, va ricordata per ciò che è stata e ciò che ha rappresentato. Mille vite in una, la Giorgi: sexy lolita appena diciannovenne (“ma avevo fatto l’amore solo con il fidanzatino e avevo baciato due ragazzini prima”), poi diva composta dall’anima “danubiana” (come la definì Alberto Moravia, a cui lei rifilò un due di picche), icona del cinema italiano (che prima l’ha idolatrata e poi bistrattata), protagonista nei reality e nei salotti tv dove riusciva a distinguersi con un pensiero laterale, provocatorio se necessario ma sempre e comunque mai banale. Del resto, nella sua vita non c’è mai stato spazio per la banalità. Nata a Roma il 21 ottobre 1953 da una famiglia di origini inglesi e ungheresi, esordì come attrice non accreditata nel film Roma di Fellini (che sin da giovane le aveva predetto un futuro nel cinema) e nel 1972 fa il salto come protagonista in Storia di una monaca di clausura, diventando poi un sex symbol degli anni ’70. Dopo alcuni ruoli in commedie sexy all’italiana, inizia a recitare anche in pellicole drammatiche come L’Agnese va a morire e Dimenticare Venezia

La consacrazione con Borotalco di Verdone
Il grande salto lo fa nel 1982 con Borotalco, diretta da Carlo Verdone, nei panni di Nadia, personaggio grazie al quale vinse il David di Donatello e il Nastro d’Argento come miglior attrice protagonista. “Più che una consacrazione, è stato lo zenith”, lo ha definito lei, che all’epoca era all’apice del successo. E pensare che ci fu persino chi le sconsigliò di accettare quella parte: “Ma perché perdi tempo con questa cosetta?”. Lei invece tira dritto, Verdone le cuce addosso il personaggio (a vestirla fu invece il leggendario costumista della Carrà, Luca Sabatelli) e il resto è storia della sua carriera. “Il personaggio di Nadia è stato scritto su di me, comica, peperina. Mi ricordo che a Los Angeles ero in un ristorante con Jack Nicholson e Warren Beatty e fui travolta dai fans italiani: feci un figurone”, ha raccontato. Ha lavorato tra gli altri con Salce e Villaggio, Nino Manfredi, Liliana Cavani, Castellano e Pipolo, Celentano, Pozzetto e Ornella Muti. Alla quale la lega una presunta rivalità: “Quando Verdone dopo Borotalco per Io e mia sorella chiamò la Muti, mi sconvolse. Per la verità ha sempre voluto cambiare le sue partner…”, disse una volta. Ma non è passato inosservato l’abbraccio tra la Muti e la Giorgi, avvenuto lo scorso gennaio, alla presentazione romana di Non ci sono buone notizie, il libro di Andrea Rizzoli.

Le serie e la tv, da Ballando al Grande Fratello
Un po’ alla volta, le proposte cinematografiche cominciano a diminuire o la convincono sempre meno. “Le donne over 55 nel cinema dovevano inserirle nel decreto Zan – disse una volta ironicamente – Siamo discriminate, non nella società italiana ma nella narrazione che ne fanno fiction e cinema”. E così si reiventa e punta sul piccolo schermo, dove prende parte a Morte di una strega, Lo zio d’America (serie di successo con De Sica e la Muti) e ancora I Cesaroni. Nel 2003 debutta nella regia cinematografica con Uomini & donne, amori & bugie. Nel 2016 torna a recitare in My Father Jack e Attesa e cambiamenti, ed è protagonista di una puntata di Don Matteo. Nel suo curriculum ci sono anche la partecipazione come concorrente a Ballando con le stelle, nel 2018, e poi al Grande Fratello Vip. È stata anche opinionista a Live-Non è la D’Urso.

L’amore con Angelo Rizzoli (e la fine della dipendenza dall’eroina)
“Ringrazio gli uomini che hanno condiviso la vita con me, quelli che mi hanno amata e che ho amato, soprattutto i padri (Angelo Rizzoli e Massimo Ciavarro, ndr) dei miei figli”. Eleonora Giorgi lo ha detto in una delle sue ultime interviste, al settimanale Oggi. Perché l’amore è stata una componente essenziale della sua vita e gli amori appassionati (e anche dolorosi) uno dei carburanti della sua esistenza. Bella, bellissima, corteggiata e ammirata. Tra le prime storie note, c’è quella con Alessandro Momo che, nemmeno maggiorenne, si schianta in motocicletta: siamo nel ’74 e la Giorgi finisce sotto indagine per avergli affidato il veicolo nonostante lui non avesse la patente. Quella morte innesca un dolore profondo che la fa cadere nella spirale della droga: “Mi ritrovai immersa in qualcosa di folle, non mangiavo più, non uscivo più, c’era solo l’eroina”, racconterà a Peter Gomez in un’intervista a La Confessione. Ne esce grazie all’incontro con Angelo Rizzoli, editore potentissimo, da cui ebbe il primo figlio Andrea, nel 1980. Un matrimonio, il loro, criticato, chiacchierato e, per questo, sempre sotto i riflettori: “Sapevo benissimo che avrebbero commentato ‘la Cenerentola’, ‘la scafata’, la ‘furba’, l’opportunista’. Ci siamo innamorati come pazzi, per me era anche un momento difficile con l’eroina, ne sono uscita grazie a lui”, ha ammesso. “I vecchi amici c’erano caduti dentro, i nuovi dello spettacolo pure, i ragazzi erano tutti immersi in questa cosa oppure erano brigatisti. Quello è stato un no cruciale”. Ma in che occasione disse no? Quando già viveva con Rizzoli e venne cercata segretamente dagli spacciatori: “Ho detto uno dei no più trionfali della mia vita. Con Angelo eravamo simbiotici, non sarebbe stato possibile avere una vita parallela da drogata”. Così ne esce, vive anni felici con Rizzoli, in cui sembra avere tutto: soldi, successo, lavoro e amore. Ma quando scoppia lo scandalo della P2, viene giù tutto: “Gli ho detto: ‘Andiamocene, andiamo a vivere a New York, c’è la libreria Rizzoli, potresti fare il produttore indipendente’. Lui mi rispose: ‘E il potere?’. E poi: ‘Non accetto critiche da nessuno, meno che mai da mia moglie’. Ero stata una yes lady con lui e fu allora che dissi no”. Nell’’84 Rizzoli viene arrestato e nello stesso anno divorzia dalla Giorgi, che qualche tempo fa ha ammesso: “Mi rimprovero di non avere saputo tenere duro, di non essere stata in grado di restare con Angelo”.

Gli amori, i flirt famosi e quel no a Moravia e Delon
Lo scandalo P2 e il divorzio da Rizzoli condizionano le sue scelte, la allontano dal cinema ed ebbero pesanti ricadute sulla sua carriera, precludendole la possibilità di ottenere ruoli di rilievo nel cinema. Ma è sul set di Sapore di mare 2 che conosce l’altro grande amore della sua vita, Massimo Ciavarro, con il quale scoppia la passione: si sposano nel 1993, dalla loro relazione nasce il secondo figlio, Paolo, ma tre anni dopo le nozze si lasciano. Fino al 2007 è stata legata poi allo scrittore Andrea De Carlo. E poi c’è un capitolo curioso, che riguarda i no della sua vita, rifilati a personaggi famosissimi. “Non sono stati né merito né demerito, semplicemente era la mia natura: quelli legati al sesso. Non sono riuscita mai a fare del sesso uno strumento e questo lo rimpiango”, ha confessato. Tra i più clamorosi, quello ad Alberto Moravia (“avevo 20 anni e non sapevo, a 20 anni che si potesse stare con uno più grande. Mi sembrava un nonno”), a Jack Nicholson, all’epoca vicino di casa di Warren Beatty, con cui la Giorgi ebbe una storia, e ancora ad Alain Delon (“A 20 anni mi invitò a dormire nella sua stanza d’albergo. Finsi di non capire”). Tra gli amori meno noti, quello con Pino Daniele, con cui intrecciò un flirt dopo la fine del matrimonio con Rizzoli, e con Massimo Troisi: “Di notte il suo cuore ticchettava come una sveglia, nel buio: mi chiamava di nascosto da Benigni, che era un po’ geloso. Sono stata io a convincere Massimo a tagliarsi i capelli”.

La scoperta del tumore (cinque giorni dopo aver compiuto 70 anni)
Insomma, una vita piena, tra amori, successi, scelte fatte a volte con la pancia altre con la testa. Una vita vissuta a mille all’ora, fino alla scoperta del tumore, un adenocarcinoma al pancreas. La diagnosi che sembra una condanna arriva il 26 ottobre 2023, cinque giorni dopo il suo settantesimo compleanno. Un forte raffreddore, un colpo di tosse durante la mammografia e il consiglio dell’ecografista di fare una lastra. La Tac rivela dei piccoli noduli, di cui due frastagliati, lo pneumologo le prescrive una Pet che ha portato alla luce il carcinoma al pancreas. “Ho esorcizzato molte paure documentandomi subito, insieme ai miei figli. Scoprirlo per tempo è decisivo”, ha raccontato alla vigilia del primo ciclo di chemio, rivelando però che i primi sintomi erano arriva già due anni prima. La glicemia alta però non allarmò nessuno, mentre l’ecografia al pancreas non evidenziò nulla. Invece probabilmente era già silente. Così, quando arriva la diagnosi e deve affrontare le cure, decide di parlarne pubblicamente, la prima volta a Pomeriggio 5, da Myrta Merlino, poi a Verissimo: “Avevo quel macigno nel cuore e ho pensato: ‘Forse qui posso chiedere al mio pubblico tutto l’amore di cui ho bisogno’”. Per dare coraggio, per darsi coraggio, per sentirsi ancora viva. E lo ha fatto quasi settimanalmente, raccontandosi a Silvia Toffanin, senza perdere il sorriso e cercando di fare gioco di squadra con chi, come lei, ha attraversato e attraversa il sentiero impervio della malattia. Un filo di trucco, un turbante in testa, gli occhi azzurri e luminosi che hanno stregato il pubblico quando Eleonora era appena una ventenne. Quello pubblico che l’ha sempre vista e immaginata “brillante, ottimista, buona, senziente, un po’ ingenua”. Quel pubblico che l’ha ricambiata con affetto allo stato puro, fino all’ultimo istante: “Sono parte del loro immaginario e carnalmente delle loro vite. Mi onorano e se potessi fare solo Eleonora Giorgi dalla mattina alla sera sarei felice”, diceva. E così è stato.

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