È giallo sulla morte dell’attrice americana Sophie Nyweide. La madre: “Non sono riusciti a salvarla”
L’ex bambina prodigio, protagonista del film Noah Russell Crowe, è stata trovata senza vita sulla riva di un fiume nel Vermont. Attesi i risultati dell’autopsia e del tossiologico

Bennington, 23 aprile 2025 – È giallo sulle cause della morte dell’attrice Sophie Nyweide, l’ex bambina prodigio trovata senza vita a soli 24 anni sulla riva di un fiume vicino a Bennington, in Vermont. Sophie era diventata famosa per aver interpretato da bambina, nel ruolo della protagonista, film come 'Mammoth' e 'Noah' con Russell Crowe.
Il ritrovamento del cadavere risale al 14 aprile, ma la famiglia ha reso noto la sua morte soltanto l’altro ieri. Secondo quanto riporta il sito Tmz il corpo della 24enne si trovava vicino a una capanna di fortuna fatta con dei tronchi di alberi e che Sophie, prima di morire, sarebbe stata in compagnia di un uomo. Lo stesso uomo che al momento sta collaborando con la polizia, ma che non sarebbe tra le persone sospettate per la morte dell’attrice.
A dare qualche elemento in più sulle cause della morte – e capire se davvero nasconda un mistero – sarà l’autopsia. La mamma Shelly Gibson aveva raccontato che la figlia, molto fragile psicologicamente, faceva uso di farmaci che si prescriveva da sola e l'autopsia dovrà fornire anche un responso tossicologico. "Si è curata da sola per affrontare tutti i traumi e la vergogna che si portava dentro, e questo l'ha portata alla morte", ha scritto la famiglia in un comunicato.
La madre: “Non sono riusciti a salvarla”
Le parole con cui la madre ha reso noto la morte di Sophie fanno presagire un epilogo dai risvolti drammatici. "Sophie era una ragazza gentile e fiduciosa. Scriveva e disegnava voracemente – ha detto Shelly Gibson – e molta di questa arte raffigura la profondità che aveva, e rappresenta anche il dolore che ha sofferto. Molti dei suoi scritti e delle sue opere d'arte sono tabelle di marcia delle sue lotte e dei suoi traumi.
“Le persone più vicine a lei – ha aggiunto – oltre a terapeuti, agenti delle forze dell'ordine e altre persone che hanno cercato di aiutarla, sono affranti dal fatto che i loro sforzi non siano riusciti a salvarla dal suo destino".
"Si è curata da sola per affrontare tutti i traumi e la vergogna che si portava dentro, e questo l'ha portata alla morte. Ha ripetuto più volte che 'se la sarebbe cavata da sola' ed è stata costretta a rifiutare le cure che avrebbero potuto salvarle la vita”, ha concluso la donna.
Chi era Sophie Nyweide
Nyweide era nata l'8 luglio 2000 a Burlington, nel Vermont. Era figlia di una ex attrice, Shelly Gibson. Il suo desiderio di diventare attrice è nato guardando i film al cinema Village Picture Shows di Manchester, ora chiuso, che sua madre, Shelly Gibson, ex attrice, aveva acquistato nel 2003.
Da quando aveva 10 anni, Sophie era apparsa in sette film: in ‘Mammoth’ (2009) del regista Lukas Moodysson, aveva interpretato Jackie, una bambina che ha un legame speciale con la sua tata filippina (Marife Necesito). Tra i suoi film si ricorda anche 'I numeri dell'amore' con Jessica Alba, la storia di una ragazzina la cui madre sta morendo di cancro, e il biblico 'Noah' del 2014 di Darren Aronofsky, con Russell Crowe.
È apparsa anche in ‘Il matrimonio di mia sorella’ (2007) di Noah Baumbach, in ‘La teoria delle ombre’ (2010).
La giovane attrice era tra i membri del cast che si sono recati oltreoceano per promuovere il dramma svedese in lingua inglese alla prima del Festival Internazionale del Cinema di Berlino.