DW Pine, chi è l’uomo dietro le mille copertine del Time. L’elogio dei direttori: «Un maestro, la nostra coscienza, ha fatto la storia della rivista»
Quella uscita oggi è la millesima iconica copertina disegnata dal direttore creativo della rivista. Del suo lavoro si sa molto, di lui poco. Time lo elogia in un articolo L'articolo DW Pine, chi è l’uomo dietro le mille copertine del Time. L’elogio dei direttori: «Un maestro, la nostra coscienza, ha fatto la storia della rivista» proviene da Open.

Con quella di oggi sono mille le copertine di Time curate dal direttore creativo D.W. Pine. La prima è stata nel 2001, in 24 anni ha visto cambiare il mondo e ogni settimana ne ha ritratto un pezzetto per trasformarlo nella copertina della rivista. Sotto le iconiche quattro lettere che costituiscono il nome del magazine, sono apparsi i personaggi che hanno lasciato il segno sull’ultimo quarto di secolo. Nel 2024 è toccato a Donald Trump. La stessa posizione dodici mesi prima era di Taylor Swift, nel 2022 di Volodymyr Zelensky. Sulla copertina di Time hanno trovato ampio spazio anche Lady Diana, la Regina Elisabetta II, Steve Jobs, e molti altri. Nel mezzo, molte rappresentazioni di oggetti, fenomeni, eventi che hanno segnato la storia recente.
Una delle persone più influenti del secolo nei media
Delle sue copertine si sa molto, ma di D.W. Pine non molto. Per celebrare la sua millesima settimana, Time gli dedica un articolo in cui i suoi colleghi lo raccontano. «D.W., è entrato a far parte di TIME nel 1998 dall’Atlanta Journal-Constitution. La longevità in sé merita di essere celebrata e, sebbene la produzione di D.W. da sola lo renda una delle persone più influenti di questo secolo nei media, è il modo in cui ha svolto il suo lavoro che vogliamo celebrare», scrive la rivista. Pine ha un’idea precisa su come vanno create le copertine. «D.W. vi dirà che la creatività nasce dal lavorare entro limiti», prosegue il Time.
Come lavora l’uomo delle copertine del Time
Scrive la rivista: «D.W. vi dirà che la creatività nasce dal lavorare entro limiti. Nel corso dei decenni, la copertina ha sviluppato alcune linee guida coerenti: la dimensione della copertina stampata è 8 per 10,5 pollici. Con poche eccezioni, è contenuta in un bordo rosso e il logo della rivista è rimasto praticamente lo stesso dagli anni ’90. Lavora con gli spunti di un caporedattore mutevole (finora ha collaborato con sei), ma il resto spetta a D.W., che collabora con i talentuosi designer e photo editor di TIME per reclutare i migliori artisti e fotografi del mondo per creare copertine con noi».
Copertine di fuoco, acqua e sabbia
«Lavorando con gli artisti – prosegue il Time – D.W. ha realizzato immagini di copertina con fuoco, acqua e sabbia. Il vento deve essere il prossimo. Nel 2020, D.W. ha supervisionato la creazione di 100 copertine per un singolo numero, il nostro progetto inaugurale Women of the Year. Mentre alcune copertine possono richiedere mesi per essere realizzate, altre richiedono minuti. Le copertine più efficaci di D.W. sono spesso le più semplici. Ci siamo svegliati la mattina dopo il dibattito presidenziale tra Donald Trump e Joe Biden con una mezza dozzina di versioni di quella che alla fine è diventata la copertina del panico che abbiamo pubblicato più tardi quel giorno. A volte, dire solo poco può lasciare la più grande impressione».
L’elogio dei direttori
Tre ex direttori del Time hanno dato elogiato Pine. «Per così tanti anni, così tante storie, D.W. è stato il nostro insegnante e la nostra coscienza, capace di tradurre anche idee vaghe in immagini indimenticabilmente nitide, e spesso anche di fornire la giusta riga di copertina. Era il sogno di un editore», ha raccontato Nancy Gibbs. «È un maestro della narrazione visiva che ha avuto un ruolo fondamentale nella trasformazione di Time», ha detto Edward Felsenthal. «In un’era di notizie istantanee, che ha modificato radicalmente il ruolo di una rivista, D.W. ha avuto un ruolo determinante nel garantire l’impatto duraturo di Time», ha aggiunto. «D.W. potrebbe avere il temperamento umano perfetto: solare, mai irritato, sempre positivo, equilibrato e imperturbabile. Non l’ho mai sentito alzare la voce o arrabbiarsi con nessuno. Era un collaboratore perfetto perché non aveva quell’attaccamento egocentrico al suo lavoro. Cercava l’immagine migliore per illustrare la storia. Questo è giornalismo potente. Tendeva a considerare i cambiamenti dell’ultimo minuto o le ultime notizie come una sfida divertente piuttosto che come un colpo di sfortuna», lo ha elogiato Richard Stengel.
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