Dollaro in discesa, non è più un bene rifugio: euro ai massimi storici
Il dollaro scivola ai minimi dall'ottobre del 2024, spinto al ribasso dai dati sull'inflazione e dai dazi. La debolezza del biglietto verde porta i paesi a diversificare i loro asset

Il dollaro americano accelera la discesa, zavorrato da un rallentamento dell’inflazione statunitense a marzo, più marcato del previsto. Una momentanea ripresa si era registrata ieri, dopo l’annuncio di Donald Trump di una sospensione delle sovrattasse doganali. Il cosiddetto “biglietto verde” cede l’1,52% sull’euro, attestandosi a 1,1282, sui minimi da ottobre 2024. La valuta americana perde anche lo 0,83% rispetto alla sterlina, a 1,3015, e del 2,42% a 1,2202 rispetto al franco svizzero, considerato un bene rifugio.
Perché il dollaro sta scendendo?
Che il dollaro si indebolisca in risposta ai dazi statunitensi è un’ovvia conseguenza. In teoria, i dazi dovrebbero ridurre il valore delle valute non statunitensi, diminuendo la domanda da parte degli Stati Uniti. Tuttavia, il valore del biglietto verde è influenzato da una serie di fattori, non solo dalla bilancia commerciale, e uno dei più rilevanti è la differenza tra i tassi di interesse nazionali e internazionali. In sintesi, il dollaro tende a rafforzarsi rispetto ad altre valute quando i tassi di interesse statunitensi sono superiori a quelli di economie comparabili. Tassi più elevati rendono il debito statunitense più attraente per gli investitori e, poiché il debito è denominato in dollari, questa domanda stimola la richiesta di valuta.
Nel quarto trimestre del 2024, i rendimenti dei titoli del Tesoro sono aumentati costantemente, poiché gli investitori, in risposta a un rallentamento della disinflazione e a un mercato del lavoro sorprendentemente robusto, hanno ridotto le aspettative su futuri tagli dei tassi di interesse. Nel contempo, l’economia globale ha mostrato segni di debolezza, soprattutto in Europa, dove la Banca Centrale Europea sembrava pronta a continuare i tagli dei tassi.
Tuttavia, nelle ultime settimane, vari sviluppi a Washington, come i dazi, il rischio recessione e un crescente clima di incertezza geopolitica, hanno cominciato a minacciare la solidità economica che ha permesso ai tassi di interesse di rimanere elevati. Alcuni economisti hanno messo in guardia infatti che i dazi potrebbero scatenare una fase di “stagflazione”, con una crescita lenta e alta inflazione.
Movimenti simili a quelli di una valuta emergente
Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, spiega:
“Il biglietto verde risente dell’aumento delle aspettative di una possibile recessione negli States, della perdita di fiducia di molti investitori sulla stabilità dell’economia Usa guidata da Donald Trump, del clima di incertezza sulle prossime mosse dell’attuale amministrazione in termini di dazi, sul deflusso di capitali dagli Stati Uniti verso altri lidi internazionali, sulla perdita dello status di “valuta rifugio””.
Inizialmente, Wall Street aveva previsto che i dazi avrebbero potuto rafforzare il dollaro, ma contrariamente alle aspettative la valuta statunitense ha perso oltre il 7% dal suo insediamento e più del 2% da quando Trump ha presentato la sua politica commerciale la settimana scorsa. I movimenti del biglietto verde, così forti al ribasso, sono equiparabili, al momento, a quelli di una valuta di un mercato emergente “e non della valuta dell’economia più forte al mondo”.
Cosa cambia per gli investitori
Un dollaro più debole può rendere le esportazioni statunitensi più competitive, stimolando potenzialmente la crescita economica. Inoltre, potrebbe aumentare i profitti delle multinazionali con ampie operazioni all’estero.
Ma al tempo stesso, un dollaro più debole comporta anche un aumento del costo delle importazioni. Teoricamente, questo dovrebbe incentivare una maggiore produzione interna, ma attualmente gli Stati Uniti non dispongono di una base manifatturiera sufficiente a sostituire le importazioni. Secondo il Dipartimento del Commercio, poco più della metà dei beni e dei servizi acquistati negli Stati Uniti nel 2023 è stato prodotto internamente.