“Ditemi che è uno scherzo”: cosa c’è dietro il messaggio social di Ghali sul duetto di Noa e Mira Awad con “Imagine”
Il post sarcastico del rapper milanese che lo scorso anno all'Ariston aveva portato la denuncia dei "bombardamenti sugli ospedali" con la sua canzone "Casa Mia" L'articolo “Ditemi che è uno scherzo”: cosa c’è dietro il messaggio social di Ghali sul duetto di Noa e Mira Awad con “Imagine” proviene da Il Fatto Quotidiano.

L’esibizione di Noa e Mira Awad al Festival di Sanremo 2025 ha scatenato un dibattito sui social. La figura più nota che ha sottolineato la scena – il duetto su Imagine di John Lennon cantata in diverse lingue come simbolo di pace per il Medio Oriente – è stata sicuramente quella Ghali, cantante e rapper nato a Milano da genitori tunisini. “Ditemi che è uno scherzo” ha commentato con sarcasmo postando tra l’altro una foto con le gemelle del film Shining.
Ditemi che è uno scherzo pic.twitter.com/PWPhHFtD0r
— Ghali (@GhaliFoh) February 12, 2025
L’accostamento è stato interpretato come una critica alla scelta di proporre sul palco due artiste israeliane. Noa – molto nota in Italia per aver cantato il tema principale della colonna sonora della Vita è bella di Roberto Benigni – da decenni fa sentire la voce della parte di israeliani che vogliono un percorso di pace. “I miei figli, per legge, devono servire nell’esercito. Mio figlio l’ha già fatto, mia figlia è ancora in servizio. Non è qualcosa che auguro a nessuno, vorrei che non fosse necessario” ha raccontato l’altro giorno in conferenza stampa. Anche Mira Awad è israeliana per quanto di etnia araba: suo padre è palestinese, sua madre bulgara e nel 2009 ha anche rappresentato lo Stato ebraico all’Eurovision.
Da qui nasce la polemica di Ghali e di altri utenti sui social. Un anno fa il rapper aveva portato il tema della guerra a Gaza sul palco dell’Ariston con la canzone Casa Mia, in cui parlava di “bombardamenti sugli ospedali per un pezzo di terra”. Durante la serata finale del Festival, il suo appello “Stop al genocidio”, pronunciato in diretta, aveva sollevato le polemiche politiche con interventi del presidente delle Comunità ebraiche italiane e una presa di posizione della Rai.
La sua protesta di allora è ricordata da utenti che commentano sotto il post del cantante milanese. “Siamo passati da Ghali e Dargen che urlano Palestina libera e Stop al genocidio a questa melliflua e assolutamente non richiesta scenetta con una rappresentante dello Stato di Israele che canta un inno alla pace” scrive per esempio “VperVal3ria”. C’è chi parla di “scena raccapricciante” perché fa “credere che la guerra in Palestina sia equa da entrambe le parti, quando è chiaro che da un lato c’è un popolo oppresso e dall’altro un regime guidato da un tiranno” commenta “choosedlbyh”.
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