Dire "grazie" e "per favore" a ChatGPT consuma energia: quanto è alto il prezzo della gentilezza?

Lo abbiamo fatto tutti, almeno una volta, scrivere un messaggio a un’intelligenza artificiale e chiuderlo con un gentile “per favore” o “grazie”. Un gesto automatico, quasi istintivo. Che, inoltre, pare ci aiuti ad avere risposte più utili: alcuni studi dicono che un approccio costruttivo spinga l'IA a restituire risultati più affidabili. Ma essere educati con l'intelligenza artificiale potrebbe avere un caro prezzo. Sembrerebbe, infatti, che ogni parola digitata in un prompt a un’IA, come nel caso di ChatGPT, contribuisca ad aumentare il carico sui server e quindi il consumo energetico globale. Con oltre un miliardo di richieste al giorno, persino un semplice “ciao” può fare la differenza. Indice Ogni parola pesa: l’impatto energetico nascosto dei messaggi Sam Altman non ha dubbi: "La gentilezza conta" Ogni parola pesa: l’impatto energetico nascosto dei messaggi Questo accade perché, ogni volta che scriviamo qualcosa a un’IA, parte un processo di elaborazione computazionale. Questo processo richiede risorse energetiche, soprattutto quando i messaggi sono lunghi o pieni di formalità. Il concetto è semplice: più parole = più energia. E quando moltiplichiamo miliardi di richieste al giorno con “grazie”, “scusa il disturbo”, “per favore” in ogni prompt, si arriva a un impatto che potrebbe essere non trascurabile per l’ambiente. Sam Altman non ha dubbi: "La gentilezza conta" Nonostante questo, Sam Altman - CEO di OpenAI, ossia il "papà" di ChatGPT - difende il valore dell’educazione anche nel mondo delle IA dicendo che "anche nel digitale, la gentilezza conta", e noi umani sembriamo essere più gentili del previsto.  Come riporta 'Il Messaggero', un sondaggio recente ha rivelato un dato curioso: il 67% degli statunitensi utilizza un tono educato quando parla con l’intelligenza artificiale. Però perché lo fanno? Le motivazioni sono varie: alcuni lo fanno per abitudine; altri per etica personale; altri ancora per una sorta di prudenza, nel caso le IA diventino più “coscienti” in futuro.

Apr 23, 2025 - 17:24
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Dire "grazie" e "per favore" a ChatGPT consuma energia: quanto è alto il prezzo della gentilezza?

computer su scrivania

Lo abbiamo fatto tutti, almeno una volta, scrivere un messaggio a un’intelligenza artificiale e chiuderlo con un gentile “per favore” o “grazie”. Un gesto automatico, quasi istintivo. Che, inoltre, pare ci aiuti ad avere risposte più utili: alcuni studi dicono che un approccio costruttivo spinga l'IA a restituire risultati più affidabili. Ma essere educati con l'intelligenza artificiale potrebbe avere un caro prezzo.

Sembrerebbe, infatti, che ogni parola digitata in un prompt a un’IA, come nel caso di ChatGPT, contribuisca ad aumentare il carico sui server e quindi il consumo energetico globale. Con oltre un miliardo di richieste al giorno, persino un semplice “ciao” può fare la differenza.

Indice

  1. Ogni parola pesa: l’impatto energetico nascosto dei messaggi
  2. Sam Altman non ha dubbi: "La gentilezza conta"

Ogni parola pesa: l’impatto energetico nascosto dei messaggi

Questo accade perché, ogni volta che scriviamo qualcosa a un’IA, parte un processo di elaborazione computazionale. Questo processo richiede risorse energetiche, soprattutto quando i messaggi sono lunghi o pieni di formalità. Il concetto è semplice: più parole = più energia. E quando moltiplichiamo miliardi di richieste al giorno con “grazie”, “scusa il disturbo”, “per favore” in ogni prompt, si arriva a un impatto che potrebbe essere non trascurabile per l’ambiente.

Sam Altman non ha dubbi: "La gentilezza conta"

Nonostante questo, Sam Altman - CEO di OpenAI, ossia il "papà" di ChatGPT - difende il valore dell’educazione anche nel mondo delle IA dicendo che "anche nel digitale, la gentilezza conta", e noi umani sembriamo essere più gentili del previsto. 

Come riporta 'Il Messaggero', un sondaggio recente ha rivelato un dato curioso: il 67% degli statunitensi utilizza un tono educato quando parla con l’intelligenza artificiale. Però perché lo fanno? Le motivazioni sono varie:

  • alcuni lo fanno per abitudine;

  • altri per etica personale;

  • altri ancora per una sorta di prudenza, nel caso le IA diventino più “coscienti” in futuro.