Dior, nuovo direttore creativo: Jonathan Anderson alla prossima sfilata uomo. Arnault: “Il 2025? Inizio turbolento, serve intesa Usa-Ue sui dazi”
Lo stilista Jonathan Anderson prenderà il posto di Kim Jones e dirigerà la prossima sfilata uomo di Christian Dior, a giugno. Lo ha annunciato Bernard Arnault, ceo di Lvmh L'articolo Dior, nuovo direttore creativo: Jonathan Anderson alla prossima sfilata uomo. Arnault: “Il 2025? Inizio turbolento, serve intesa Usa-Ue sui dazi” proviene da FIRSTonline.


Lo stilista Jonathan Anderson dirigerà la prossima sfilata uomo di Christian Dior, prevista per il prossimo giugno. Lo ha annunciato Bernard Arnault, amministratore delegato del colosso francese del lusso Lvmh, durante l’assemblea degli azionisti. “Posso dirvi che la prossima sfilata uomo di Christian Dior, che si svolgerà a giugno, sarà creata da Jonathan Anderson”, ha detto Arnault, quando gli è stato chiesto il nome del successore di Kim Jones, ex direttore creativo di Dior Homme. Jonathan Anderson ha recentemente lasciato la casa spagnola Loewe, sempre di proprietà di Lvmh.
Lvmh, ecco cosa ha detto Arnault sui dazi Usa
Intanto, durante l’assemblea generale annuale di Lvmh, Arnault ha sottolineato: “Il 2025 inizia in modo un po’ turbolento, se così possiamo dire. Fino alla fine di febbraio, tutto è andato molto bene. Poi ci siamo trovati di fronte a una situazione geopolitica ed economica globale, compromessa da potenziali dazi doganali e dall’aggravarsi delle crisi internazionali”.
Il settore del lusso contava sul mercato americano per compensare il rallentamento delle vendite in Cina, ma ora deve fare i conti con i nuovi dazi doganali annunciati da Donald Trump.
Bernard Arnault, il cui gruppo realizza il 25% delle vendite negli Stati Uniti, ha invitato i leader europei a risolvere “amichevolmente” le tensioni commerciali con gli Stati Uniti, affermando di essere “favorevole” a “una zona di libero scambio” tra le due potenze economiche.
“Queste trattative – sottolinea l’Ad a margine dell’assemblea generale – sono di vitale importanza per molte aziende in Francia e, purtroppo, ho l’impressione che i nostri amici britannici siano più concreti nell’avanzamento delle trattative”.
Arnault, i dazi e la viticoltura francese
“Dobbiamo assolutamente trovare un accordo, per la viticoltura francese è fondamentale”, aggiunge Arnault. Il gruppo Lvmh, infatti, realizza il 34% delle vendite di vini e liquori (Dom Pérignon, Hennessy, Krug) negli Stati Uniti. Se le trattative fallissero, aggiunge, e “ci ritrovassimo con dazi doganali elevati, saremmo costretti ad aumentare la nostra produzione americana. E dovremo dare la colpa delle aziende. Se succederà, sarà colpa di Bruxelles”, è la posizione di Arnault, il cui gruppo possiede già tre laboratori Louis Vuitton e quattro laboratori per il marchio americano Tiffany negli Stati Uniti.
Il gruppo aveva annunciato martedì un calo delle vendite del 2% nel primo trimestre, attestandosi a 20,3 miliardi di euro. Ma “la nostra situazione è tutt’altro che preoccupante”, ha rassicurato Arnault gli azionisti. “L’obiettivo è offrire la migliore qualità. E poi la crescita segue più o meno rapidamente, e più si è grandi più è difficile. Oppure si deve accettare di banalizzare le cose, cosa che rifiutiamo categoricamente, soprattutto per i nostri due marchi principali, Louis Vuitton e Dior. Forse vedremo una crescita un po’ minore”, ha detto, aggiungendo: “La cosa non mi preoccupa affatto”.