Deutsche bank, miglior utile da 14 anni
L’utile netto di Deutsche Bank vola a 2 miliardi di euro nei primi tre mesi dell’anno, mettendo a segno una crescita del 39% rispetto allo stesso periodo del 2024, il migliore profitto trimestrale da 14 anni. Anche i ricavi sono aumentati del 10%, raggiungendo quota 8,5 miliardi, mentre il CET1 è rimasto invariato al 13,8%, […] L'articolo Deutsche bank, miglior utile da 14 anni proviene da Iusletter.

L’utile netto di Deutsche Bank vola a 2 miliardi di euro nei primi tre mesi dell’anno, mettendo a segno una crescita del 39% rispetto allo stesso periodo del 2024, il migliore profitto trimestrale da 14 anni. Anche i ricavi sono aumentati del 10%, raggiungendo quota 8,5 miliardi, mentre il CET1 è rimasto invariato al 13,8%, il ritorno sul capitale tangibile pretasse (Rote) è salito all’11,89% oltrepassando il target del 10% nel 2025 e l’importante rapporto cost-to-income (costi operativi/margine di intermediazione) si è normalizzato al 61,2%, sotto l’obiettivo di quest’anno che è inferiore al 65%.
La fotografia pre dazi
Questi risultati di portata storica per il colosso bancario tedesco sono stati conseguiti appena prima il fatidico 2 aprile, giorno dell’annuncio-shock da parte di Donald Trump sulle nuove tariffe che ha scatenato un terremoto geopolitico. Per il top management, il primo trimestre dell’anno promette comunque bene per il 2025: «Siamo molto soddisfatti dei risultati del primo trimestre, che ci permettono di raggiungere tutti i nostri obiettivi per il 2025» ha dichiarato l’ad Christian Sewing. «Il nostro miglior utile trimestrale da quattordici anni a questa parte, ottenuto grazie alla crescita dei ricavi e alla riduzione dei costi, dimostra che la nostra strategia Global Hausbank sta funzionando bene e ci pone in una posizione molto forte per supportare i nostri clienti in un contesto geopolitico e macroeconomico in rapida evoluzione». La reazione a caldo della Borsa di Francoforte gli ha dato ragione: il titolo ha iniziato le contrattazioni con un rialzo del 3%, ha chiuso +4% a 23,40 euro.
In risposta a una domanda del Sole24Ore sui rischi geopolitici in ascesa, nella call con i giornalisti il direttore finanziario e numero due James von Moltke ha sottolineato che la banca «resta molto vigile» e come indicato dai supervisori gestisce i rischi geopolitici con lo strumento degli stress test: «Siamo in allerta, seguiamo le linee guida di regolatori e supervisori, creiamo scenari ipotetici e simuliamo le nostre risposte e questo ci consente di agire prontamente agli eventi che si verificano. Applichiamo rigorosamente le sanzioni e non interagiamo con la clientela segnalata e bandita dalle istituzioni. La geopolitica è un rischio ma anche un’opportunità per una banca come la nostra che opera su scala globale».
Per quanto le maggiori turbolenze si stiano verificando negli Usa, Deutsche bank ritiene che il mercato e l’economia statunitense continuino ad essere fondamentali: la banca ha il 20% di impiegati, ricavi e assorbimento di capitale negli Usa, che per von Moltke rappresenta «un punto di forza competitivo» soprattutto in un momento in cui i capitali in uscita dagli Usa si stanno riversando come investimenti in Europa.
Gli accantonamenti nel primo trimestre di quest’anno sono stati in linea con le attese e dentro la forchetta di guidance del 2025. Un altro importante indicatore di solidità, soprattutto in tempi di grande incertezza ed estrema volatilità, è l’elevata liquidità: nel primo trimestre il liquidity coverage ratio è salito al 134% rispetto al 131% di fine 2024, con un surplus di 58 miliardi rispetto al requisito prudenziale.
La crescita dei profitti è stata supportata da tutte le aree di business: +22% l’investment banking (1,5 miliardi utili lordi), +43% la private bank (490 milioni), la corporate bank +2% (632 milioni) e l’asset management +67% (204 milioni).
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