Delmastro, lite Terranova-Montanari. “Lei vede il fascismo dappertutto”. “Lo chiami dadaismo o Giuseppe, ma è quella roba lì”. Su La7

Dibattito incandescente sulle reazioni scomposte dei meloniani a seguito della condanna del sottosegretario alla Giustizia Delmastro: Montanari evidenzia la deriva autoritaria del governo Meloni, Terranova accusa lo storico di fare propaganda - Il video L'articolo Delmastro, lite Terranova-Montanari. “Lei vede il fascismo dappertutto”. “Lo chiami dadaismo o Giuseppe, ma è quella roba lì”. Su La7 proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 22, 2025 - 13:52
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Delmastro, lite Terranova-Montanari. “Lei vede il fascismo dappertutto”. “Lo chiami dadaismo o Giuseppe, ma è quella roba lì”. Su La7

Scontro vivace a Otto e mezzo (La7) tra Annalisa Terranova, vicedirettrice del Secolo d’Italia ed editoralista di Libero, e Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, sulla condanna a 8 mesi (con pena sospesa) nei confronti del sottosegretario della Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove per rivelazione del segreto d’ufficio nella vicenda che ha portato alla divulgazione della inchiesta sull’anarchico Alfredo Cospito.

La conduttrice Lilli Gruber chiede a Terranova un parere sulle reazioni violente e scomposte sia di Giorgia Meloni, sia del meloniano condannato, che ha paragonato i magistrati agli ayatollah ‘che rivendicano il diritto a non essere commentato’, parole che la segretaria del Pd Elly Schlein ha definito ‘eversive’.
“Queste sono parole eversive tanto quanto i magistrati che sventolano la Costituzione mentre parlava un rappresentante del governo“, risponde Terranova, riferendosi alla protesta dei magistrati in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Napoli mentre parlava il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Al commento allibito di Montanari e di Gruber, la giornalista replica: “La Costituzione contiene al suo interno l’art. 138 che stabilisce come può essere cambiata. E questo lo fa il Parlamento. In realtà, qui c’è uno scontro tra il governo e una parte della magistratura per la riforma sulla separazione delle carriere”.

Poi si sofferma sulla condanna a Delmastro: “Siamo dinanzi a una condanna in primo grado a 8 mesi verso uno per cui era stato chiesto il non luogo a procedere. E invece abbiamo un’imputazione coatta con un pm che vuole assolvere Delmastro e i giudici che lo condannano”.
Questa è la separazione delle carriere“, commenta Montanati, seguito da Gruber che fa notare come quello della separazione delle carriere sia un falso problema.
“Ma possiamo fare su questo una riflessione? – insorge Terranova – C’è ancora libertà di pensiero?”.
“Certo che sì – risponde Gruber – Possiamo pensare tutto, ma in una democrazia, diciamo, matura, un sottosegretario alla Giustizia non deve commentare delle sentenze che lo riguardano“.

Montanari replica citando una frase di Alfredo Rocco, ministro fascista della Giustizia dal 1925 al 1932: “La magistratura non deve far politica di nessun genere; non vogliamo che faccia politica governativa o fascista, ma esigiamo fermamente che non faccia politica antigovernativa o antifascista“.
Lo storico dell’arte sottolinea: “Era il 10 giugno del 1925. È una frase che fa una certa impressione e si riferisce alla presentazione del progetto di riforma della magistratura presentata dal regime fascista: la magistratura non deve fare politica e non deve fare politica antigovernativa”.
Vabbè, ma lei vede il fascismo dappertutto“, ribatte Terranova.
“È esattamente un secolo fa e le parole sono esattamente identiche – risponde Montanari – Non è colpa mia se dicono le parole dei fascisti”.
“Sì, ma cerchiamo di entrare nel 2025 e di non stare nel 1925”, commenta stizzita la giornalista.
“Ma, secondo lei, chi ci sta? – chiede lo storico dell’arte – Chi dice esattamente le stesse parole del 1925 o chi nota che sono le stesse?”.
“Io sto parlando di uno scontro politico su una riforma che una parte della magistratura vede come il fumo negli occhi – rilancia Terranova – Non sto parlando di fascismo e antifascismo. È lei che riconduce sempre tutto a questa semplificazione e propaganda“.
Montanari replica: “Stavo parlando di un potere esecutivo che vuole mettere le mani sul potere giudiziario, accanto a un’altra riforma, quella del premierato, che vuole sostanzialmente abbattere anche il potere legislativo e mettere nelle mani della maggioranza tutti gli organi di controllo, dal presidente della Repubblica alla Corte Costituzionale. Uniamo i puntini – chiosa – Poi non lo vuole chiamare fascismo? Lo vuole chiamare dadaismo o Giuseppe? Lo chiami come le pare, ma è quella roba lì”.

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