Decreto accise: cosa cambia per gasolio, benzina, elettricità e gas
È iniziato l’iter di revisione delle accise che porterà entro fine decennio a un allineamento delle aliquote tra benzina e gasolio per autotrazione. All’interno del pacchetto fiscale approvato ieri dal governo in Consiglio dei Ministri è infatti arrivato l’ok al cosiddetto “decreto legislativo accise”. Per ridurre i sussidi ambientalmente dannosi (“Sad”, che si contrappongono ai […] The post Decreto accise: cosa cambia per gasolio, benzina, elettricità e gas first appeared on QualEnergia.it.

È iniziato l’iter di revisione delle accise che porterà entro fine decennio a un allineamento delle aliquote tra benzina e gasolio per autotrazione.
All’interno del pacchetto fiscale approvato ieri dal governo in Consiglio dei Ministri è infatti arrivato l’ok al cosiddetto “decreto legislativo accise”.
Per ridurre i sussidi ambientalmente dannosi (“Sad”, che si contrappongono ai Sussidi ambientalmente favorevoli, “Saf”), l’esecutivo potrà quindi aumentare le accise sul gasolio riducendo contestualmente quelle sulla benzina.
Un “riallineamento” che il governo Meloni aveva anticipato nel Piano strutturale di bilancio a settembre e che è stato ora approvato in via definitiva nel quindicesimo decreto di attuazione della riforma fiscale, che prevede anche novità per quanto riguarda la tassazione dell’energia elettrica e del gas.
Questa manovra sulle accise verrà portata a termine nell’arco di cinque anni. Entro il 2030, quindi, dovrà essere applicata la stessa aliquota alle due differenti tipologie di carburanti.
La bozza del decreto che abbiamo potuto consultare prevede che i maggiori incassi provenienti da questo bilanciamento saranno tutti destinati al trasporto pubblico locale.
L’Italia e i Sad
Secondo l’ultima relazione del Mase, pubblicata a dicembre 2024 per la sesta edizione del catalogo dei Sad e dei Saf, i Sussidi ambientalmente dannosi in Italia sono aumentati del 15% nel 2022 (ultimo periodo per cui sono disponibili i dati), rispetto all’anno precedente, salendo a 24,2 miliardi di euro (si veda Sussidi ambientalmente dannosi: +15% in Italia, ma molti sono eliminabili)
I Sussidi ambientalmente favorevoli (Saf) sono invece aumentati del 2,5% a 20,3 miliardi di euro nello stesso periodo.
Non essendoci una definizione condivisa a livello internazionale su questi sussidi, le stime sono comunque molto variabili. Mentre il governo parla di 24,2 miliardi, per lo stesso anno il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha stimato 63 miliardi di dollari, e Legambiente 94,8 miliardi di euro.
L’Unione europea non ha adottato provvedimenti specifici sulla riduzione dei Sad, ma le sue strategie per la sostenibilità e la riduzione delle emissioni sono tutte volte a incoraggiare gli Stati membri a rivedere e modificare questi sussidi, nel contesto delle loro politiche nazionali.
In Italia, nell’ambito della revisione del Pnrr per consentire l’integrazione degli obiettivi di RePowerEU, sono state approvate la nuova Missione 7 e la Riforma 2 per la riduzione dei Sad. In particolare, la riforma pone un primo obiettivo al 2026 e un percorso di ulteriore graduale riduzione fino al 2030.
Come cambiano le accise
In ciascuno dei prossimi cinque anni sarà applicata una riduzione dell’accisa sulla benzina in un range tra 1 e 1,5 centesimi di euro per litro, accompagnata da un aumento, nella stessa misura, di quella che grava sul gasolio usato come carburante; gli aumenti non si applicheranno al diesel impiegato per il trasporto merci e passeggeri, il cosiddetto “gasolio commerciale”.
A fissare le aliquote sarà un futuro decreto interministeriale che coinvolgerà i dicasteri dell’Ambiente, dell’Economia, dei Trasporti e dell’Agricoltura.
Il differente trattamento tributario tra gasolio e benzina attualmente è di 11,1 centesimi di euro/litro in favore del primo. Questo “appare oggi non del tutto ragionevole sia in relazione all’attuale configurazione del mercato nazionale dei carburanti, che registra consumi di benzina assai inferiori a quelli del gasolio, sia con riguardo all’impatto negativo che il gasolio ha sull’ambiente in termini di emissioni di CO2”, si legge nella relazione che accompagna il decreto.
Biocarburanti, gas ed elettricità
Per i biocarburanti “è previsto che l’aliquota di accisa resti fissata al valore di euro 617,40 per mille litri”, ma solo per biodiesel e Hvo (“Hydrotreated Vegetable Oil” ottenuto da residui vegetali, oli e colture), utilizzati come carburanti per autotrazione.
Il decreto introduce poi alcune modifiche che riguardano l’imposizione fiscale su gas naturale ed energia elettrica. Per il primo, vengono definite le modalità di tassazione per usi domestici e non domestici.
Ai fini della tassazione si considerano gas naturale anche le miscele contenenti metano e altri idrocarburi gassosi in misura non inferiore al 70% in volume. Per le miscele che ne contengono una quantità inferiore a questa percentuale, sono applicate le aliquote di accisa relative al gas naturale in proporzione al contenuto complessivo di metano e altri idrocarburi.
Per quanto riguarda l’energia elettrica, invece, sono specificate le esenzioni e le aliquote applicabili in diversi contesti, inclusi gli impianti da fonti rinnovabili.
È ad esempio esente dall’accisa l’energia elettrica prodotta con impianti azionati da fonti rinnovabili con potenza disponibile non superiore a 20 kW e consumata per uso proprio, oppure quella consumata per qualsiasi applicazione nelle abitazioni di residenza anagrafica degli utenti, con potenza impegnata fino a 3 kW, fino ad un consumo mensile di 150 kWh.
Le reazioni dei consumatori
“In tema di carburanti il governo deve operare per una riduzione della tassazione complessiva che pesa su benzina e gasolio, e che porta i listini alla pompa praticati in Italia ad essere tra i più cari in Europa“, afferma in una nota Assoutenti.
“Oggi le tasse (Iva e accise, ndr) pesano per il 58,5% sulla benzina e per il 54,3% sul gasolio: questo significa che su ogni litro di verde acquistato dagli automobilisti oltre 1,05 euro se ne vanno in tasse, 0,924 euro su ogni litro di diesel”, spiega il presidente Gabriele Melluso.
Il Codacons si è invece spinto a fare alcuni calcoli. Un aumento delle accise di 1 centesimo di euro per il gasolio equivarrebbe ad una maggiore spesa annuale di 14,64 euro ad autovettura, con un aggravio complessivo da 243 milioni di euro annui sulla totalità delle auto diesel circolanti in Italia (considerando di fare due pieni mensili da 50 litri).
Se invece l’aumento delle accise fosse di 1,5 centesimi, la maggiore spesa per un pieno di diesel, considerata anche l’Iva, sarebbe di 0,915 euro, 21,96 euro all’anno nell’ipotesi di due pieni al mese.The post Decreto accise: cosa cambia per gasolio, benzina, elettricità e gas first appeared on QualEnergia.it.