Dazi USA sulle merci UE al 20% dal 9 aprile
Nel suo Liberation Day, Donald Trump ha svelato i nuovi dazi USA: tariffe doganali al 10% per tutte le importazioni USA, per l'Europa al 20% dal 9 aprile.

Dopo settimane di attesa, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato la consistenza dei dazi sulle importazioni e i paesi verso i quai sono diretti: per l’Unione Europea le tariffe doganali sono del 20% e si applicheranno dal 9 aprile; la Cina ha una barriera all’ingresso del 34% e ci sono Stati verso i quali le misure sono ancora più rigide.
La decisione della Casa Bianca è modulata nel seguente modo: c’è un dazio di base del 10% su tutte le importazioni negli Stati Uniti e tariffe più alte verso un gruppo di paesi che l’amministrazione USA ritiene abbiano politiche commerciali penalizzanti nei confronti degli Stati Uniti. I dazi base del 10% partono dal 5 aprile, quelli verso i paesi con barriere più alte dal 9 aprile.
La strategia della guerra commerciale
Donald Trump ha definitivamente intrapreso la via protezionistica, che la strategia comunicativa definisce Liberation Day, dopo mese di annunci e marce indietro che hanno contribuito a creare un clima internazionale di incertezza. Ora le carte sono in qualche modo scoperte, e si attendono di conseguenza le contromosse dei diversi paesi. Da capire, infatti, in che modo risponderanno i vari paesi in termini di diversificazione delle strategie commerciali.
Sullo sfondo resta la variabile rappresentata dall’impatto sulla stessa economia americana. L’obiettivo di Trump è sostenere la produzione nazionale, e magari attirare imprese straniere a produrre negli Stati Uniti. Ma i dazi rischiano di avere un più immediato impatto sull’inflazione e, di conseguenza, sui consumi e sulla crescita.
Comunque, la strategia stessa fin qui seguita, con roboanti annunci seguiti da marce indietro, non può far escludere nuovi colpi di scena.
Le merci colpite dai dazi USA
I dazi riguardano praticamente tutti i prodotti importati negli Usa, con alcune eccezioni. Non sono ricompresi acciaio e alluminio, già colpiti da tariffe del 25% dallo scorso 12 marzo, auto e componentistica, per i quali sono scattati oggi i dazi del 25%, rame, prodotti farmaceutici, semiconduttori, legname, alcune materie prime, energia e prodotti energetici.
I dazi per la UE
L’Europa risulta particolarmente colpita da questa ondata di tariffe, non essendo fra le aree del mondo a cui si applica il dazio di base del 10%, ma non è nemmeno fra i più penalizzati. Ora bisognerà capire come intende rispondere l’Unione Europea alle tariffe doganali del 20% dal 9 aprile, che ha già a più riprese annunciato la volontà di attuare contromisure adeguate, pur non abbandonando la strada del negoziato con quello che resta comunque il più importante partner economico.
Per l’Italia si tratta di un duro colpo, essendo la sua esposizione netta sul mercato statunitense pari al 24% del valore totale dell’export.
Gli Stati con i dazi più elevati
Particolarmente rigide le misure nei confronti dei paesi della penisola indocinese: Vietnam, Laos, Cambogia, Myanmar hanno tariffe superiori al 40%, Thailandia al 38%. Meno pesanti, ma comunque più alti di quelli europei, anche i dazi verso India, 27%, Indonesia, 32%, Taiwan, 32%. Tariffe più alte di quelle UE per Svizzera, 32%, Liechtenstein, 37%, Bosnia Herzegovina, 36%.
La Gran Bretagna è invece fra gli Stati a cui si applica il dazio di base del 10%.