Dazi Usa del 200% sul vino italiano, a rischio 1,9 mld di export
Le dichiarazioni di Donald Trump sui dazi del 200% su vino e champagne provenienti dall'Unione Europea mettono a rischio le esportazioni italiane.

Le dichiarazioni di Donald Trump riguardo a una possibile imposizione di dazi del 200% su tutti i vini e champagne provenienti dall’Unione europea, quindi anche quelli italiani, non sono passate inosservate. Una minaccia che, se concretizzata, potrebbe scatenare effetti devastanti sulle esportazioni nostrane negli Stati Uniti. Ciò metterebbe a rischio un comparto vitivinicolo che negli ultimi anni ha visto crescere in modo esponenziale il proprio fatturato.
Quanto rischia di perdere l’Italia a causa dei dazi sul vino
Nel 2024 il valore delle esportazioni italiane di vino negli Stati Uniti ha raggiunto, secondo i dati riportati da Coldiretti, i 1,94 miliardi di euro, un traguardo straordinario che ha visto il mercato statunitense diventare il principale destinatario delle bottiglie tricolori.
Gli Stati Uniti sono, infatti, il primo consumatore mondiale di vino nel mondo, con 33,3 milioni di ettolitri all’anno. Di questi, il vino italiano costituisce l’ossatura, secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV). L’export verso gli Stati Uniti è pari a 2,9 milioni di ettolitri (su un totale di 3,6 milioni esportati dall’Italia in tutto il mondo).
Il Paese rappresenta infatti una quota significativa – circa il 25% – delle esportazioni italiane di vino. Il rischio di vedere applicato un dazio del 200% su questa fetta di mercato rappresenterebbe una minaccia senza precedenti per l’economia del settore.
Il motivo dietro i dazi, un braccio di ferro commerciale
La proposta di Donald Trump di introdurre dazi su vino, champagne e altri alcolici europei giunge come risposta alle tariffe imposte dall’Unione europea sui prodotti statunitensi, in particolare il whisky.
L’annuncio del presidente USA ha scatenato una reazione immediata in Europa e ha messo l’industria vitivinicola italiana in allerta per le potenziali ripercussioni. Coldiretti e Filiera Italia, in un’analisi diffusa al pubblico il 13 marzo 2025, hanno sottolineato come il rischio di perdere il mercato statunitense sarebbe un colpo durissimo per il comparto, che, come detto, ha visto crescere le proprie vendite negli ultimi 20 anni in modo quasi esponenziale, con un incremento del 162%, secondo i dati Istat.
I danni dei dazi sull’industria vitivinicola italiana
La previsione di un dazio del 200% sui prodotti vitivinicoli, se venissero applicati, si tradurrebbero in danni diretti per l’Italia, che potrebbero superare i 470 milioni di euro, secondo una stima di Unione Italiana Vini. Il rischio, però, non si limita a un effetto diretto sui volumi di vendita.
Le conseguenze indirette, infatti, potrebbero estendersi a livello globale, con una perdita complessiva che potrebbe toccare il miliardo di euro. Un danno enorme, che minaccia non solo il presente, ma anche il futuro dell’intero settore vitivinicolo.
In particolare, a essere colpiti sarebbero i vini di fascia media, che costituiscono circa l’80% dell’export italiano verso gli Stati Uniti. I produttori di vino premium, quelli più noti e costosi, potrebbero invece subire danni minori in termini di volumi, ma la perdita di quota di mercato sarebbe comunque rilevante.