Dazi, sopressa e prosecco

I dazi di Donald Trump, in attesa di una versione definitiva, hanno paralizzato gran parte dell’economia mondiale, dall’automotive ai piccoli produttori locali. “Una delle peggiori porcherie che può fare un ignorante. I peggiori sono proprio gli ignoranti. E stavolta, in America, è toccato a uno di loro” è l’opinione di Paolo Vicari, fondatore dell’Osteria alle Botti di Vicenza, presente in diverse guide internazionali e famoso caposaldo della cultura enogastronomica locale, a chilometro zero o poco più. A chi si riferisce? “Trump, ovviamente. Guarda, le parenti di mia moglie hanno votato per lui. Ho sentito le sue ragioni, e mi sembravano allucinanti. Sono pensionate, vivono con la pensione e un’assicurazione sanitaria, come tante altre. Eppure hanno votato per uno che ha promesso mari e monti… ma non farà nulla, anzi: distruggerà l’America. E ci siamo arrivati”. Cosa pensa dei dazi? “È una follia. Stamattina mi ricordavo che Trump, con la Cina, voleva fare una guerra economica. Dice che vuole “portare i dazi a 100 punti”. E lo fa con l’idea che così spaventa gli europei, li obbliga ad andare in ginocchio a trattare con lui, come a Canossa. E lo sapeva che non l’avremmo affrontato a muso duro. Secondo me, se l’Europa accetta di stare contro la Cina, Trump è capace perfino di portare i dazi europei a zero. Ma il suo vero obiettivo è fare guerra economica alla Cina. E la perderà. Economia 5 Aprile 2025 Oro e petrolio: chi sale e chi scende con i dazi di Trump I timori di una possibile recessione sono stati confermati anche dalle ultime dichiarazioni della direttrice del Fondo monetario internazionale 5 Aprile 2025 petrolio usa oro donald trump dazi Guarda ora Perché? “Perché la Cina è la prima economia mondiale, o quasi. Gli americani gliel’hanno permesso, ma ora non sanno come fermarla. Allora cosa fanno? Impongono dazi, e poi cercano di convincere il mondo a mettersi contro la Cina. Ti portano a Washington, ti fanno sedere, e ti dicono: “Se vieni con me, ti tolgo i dazi”. È questa la sua strategia”. Nel frattempo, però, ci vanno di mezzo aziende italiane. Giusto? “Esatto. Ti faccio un esempio concreto: il vino. Mia figlia e mio genero hanno partecipato al Vinitaly per aiutare una nostra amica. Tre giorni lì, pieno di gente, promesse ovunque… ma ordini zero. Il vino che era già partito, quello fuori dazio, arriverà. Ma le nuove spedizioni? Tutto fermo in cantina”. Quindi il danno è già concreto? “Sì. I milioni, anzi miliardi, di valore di vino restano in cantina. Con la spada di Damocle dei dazi sulla testa. C’è chi sostiene che i dazi cambierebbero poco, perché l’americano che ama il vino italiano continuerà a comprarlo. Ma secondo me non è così. Economia 3 Aprile 2025 “Trump pensa più che altro di giocare a scacchi” Pizzati, professore di Economia all'University of Southern California offre una panoramica più ampia 3 Aprile 2025 donald trump

Apr 10, 2025 - 16:57
 0
Dazi, sopressa e prosecco

I dazi di Donald Trump, in attesa di una versione definitiva, hanno paralizzato gran parte dell’economia mondiale, dall’automotive ai piccoli produttori locali. “Una delle peggiori porcherie che può fare un ignorante. I peggiori sono proprio gli ignoranti. E stavolta, in America, è toccato a uno di loro” è l’opinione di Paolo Vicari, fondatore dell’Osteria alle Botti di Vicenza, presente in diverse guide internazionali e famoso caposaldo della cultura enogastronomica locale, a chilometro zero o poco più.

A chi si riferisce?
“Trump, ovviamente. Guarda, le parenti di mia moglie hanno votato per lui. Ho sentito le sue ragioni, e mi sembravano allucinanti. Sono pensionate, vivono con la pensione e un’assicurazione sanitaria, come tante altre. Eppure hanno votato per uno che ha promesso mari e monti… ma non farà nulla, anzi: distruggerà l’America. E ci siamo arrivati”.

Cosa pensa dei dazi?
“È una follia. Stamattina mi ricordavo che Trump, con la Cina, voleva fare una guerra economica. Dice che vuole “portare i dazi a 100 punti”. E lo fa con l’idea che così spaventa gli europei, li obbliga ad andare in ginocchio a trattare con lui, come a Canossa. E lo sapeva che non l’avremmo affrontato a muso duro. Secondo me, se l’Europa accetta di stare contro la Cina, Trump è capace perfino di portare i dazi europei a zero. Ma il suo vero obiettivo è fare guerra economica alla Cina. E la perderà.

Economia
5 Aprile 2025
Guarda ora

Perché?
“Perché la Cina è la prima economia mondiale, o quasi. Gli americani gliel’hanno permesso, ma ora non sanno come fermarla. Allora cosa fanno? Impongono dazi, e poi cercano di convincere il mondo a mettersi contro la Cina. Ti portano a Washington, ti fanno sedere, e ti dicono: “Se vieni con me, ti tolgo i dazi”. È questa la sua strategia”.

Nel frattempo, però, ci vanno di mezzo aziende italiane. Giusto?
“Esatto. Ti faccio un esempio concreto: il vino. Mia figlia e mio genero hanno partecipato al Vinitaly per aiutare una nostra amica. Tre giorni lì, pieno di gente, promesse ovunque… ma ordini zero. Il vino che era già partito, quello fuori dazio, arriverà. Ma le nuove spedizioni? Tutto fermo in cantina”.

Quindi il danno è già concreto?
“Sì. I milioni, anzi miliardi, di valore di vino restano in cantina. Con la spada di Damocle dei dazi sulla testa. C’è chi sostiene che i dazi cambierebbero poco, perché l’americano che ama il vino italiano continuerà a comprarlo. Ma secondo me non è così.

Economia
3 Aprile 2025
Guarda ora

Perché no?
“Perché io ho parenti là, ho un termometro diretto. Tutti i parenti di mia moglie stanno negli Stati Uniti, da dopo la guerra. E ti dico che la gente normale – quella che vive con la pensione, con l’assicurazione – se il vino italiano costa troppo, smette di comprarlo. Anche se è affezionata all’Italia. E parliamo non solo di vino, ma anche di mozzarella, pasta… tutto. E con i dazi, tutti questi prodotti diventano beni di lusso”.

In America si producono anche alimenti “italian style”…
“Esatto. Come diceva anche Farinetti – sì, lui, quello di Eataly – lì hanno materie prime, spazi, clima: possono produrre “mozzarella”, “prosecco”, “parmigiano”. Ovviamente sono “imitazioni”, più o meno di qualità, ma con i dazi questi prodotti locali diventano più competitivi. E le nostre aziende che puntavano sul mercato USA o chiudono o si spostano là”.

Secondo lei possono addirittura superare la qualità italiana?
“Assolutamente no. Te lo dico da uomo di cucina. Un guanciale fatto in Umbria, nel Lazio, ad Amatrice… non lo puoi fare in Veneto, figuriamoci in California. L’Italia ha una biodiversità alimentare pazzesca. Un formaggio fatto a Reggio Emilia non è replicabile a Chicago. Ma l’industria americana ci prova. E i dazi le danno una mano”.

I dazi sono una forma di autarchia?
“Certo! Trump vuole riportare tutto in casa, produrre tutto in America, far lavorare solo gli americani. Si chiama autarchia. Ma siamo nel 2025! Siamo in un mondo globale! Quando voglio le ciliegie d’inverno, vado e le trovo. Perché arrivano dall’Argentina. E va bene così. Chi vuole bloccare tutto questo è un nostalgico del Medioevo. E io, per quanto ami il Medioevo, non lo vorrei oggi. Perché bloccare il commercio globale significa regredire, fermare la cultura, l’economia”.

Però Trump dice che è per difendere l’America.
“Difendere l’America? E chi l’ha chiesto? È solo un pretesto per fare la guerra commerciale alla Cina. E la Cina, attenzione, non è come l’America. Là c’è un partito che decide tutto. Se Xi Jinping vuole mandare i carri armati, li manda. Punto. Non c’è opinione pubblica che si indigna. Trump invece deve fare i conti con l’opinione pubblica, con le lobby, con i suoi stessi elettori. È tutto molto più complesso. Ma lui pensa ancora di poter costruire un patto economico alternativo alla NATO: se lavori con me, dazi zero. Se fai il furbo, ti metto il 60%. È una strategia di pressione, per spingere Europa e altri paesi a stare dalla sua parte”.

Quindi secondo lei è tutta una partita a scacchi?
“Esatto. Una grande partita a scacchi. Lui bastona prima e poi ti cura. Ti fa male, poi ti dice: “Se vieni con me, guarirai”. Ma così facendo ci rende tutti suoi servi. E l’Europa, tra qualche mese, accetterà. Avremo dazi zero, sì, ma in cambio saremo economicamente dipendenti dagli Stati Uniti. E non potremo più lavorare con la Cina”.

Questo fronte anti-Cina funzionerà?
“Io sono scettico. I cinesi non mollano mai. E hanno una forza che gli americani non hanno: la decisione unilaterale. Là non esiste opposizione. Xi decide, e si fa. Trump invece è già in crisi con Elon Musk, con le lobby, con l’opinione pubblica. Quindi, per me, è una guerra sbagliata. E pure mal gestita”.

(foto copertina per gentile concessione Paolo Vicari)

 

L'articolo Dazi, sopressa e prosecco proviene da Business24tv.it.