È Leclerc il vero leader della Ferrari 2025
Le prime quattro gare della stagione di F1 ci hanno detto come la Ferrari sia nata molto peggio del previsto. I proclami invernali, la bella storia dell’arrivo di Lewis Hamilton, tutto messo decisamente in secondo piano dalle prestazioni più che negative della SF-25 tra Melbourne e Bahrain. Soltanto a Sakhir abbiamo visto un primo vero […]

Le prime quattro gare della stagione di F1 ci hanno detto come la Ferrari sia nata molto peggio del previsto. I proclami invernali, la bella storia dell’arrivo di Lewis Hamilton, tutto messo decisamente in secondo piano dalle prestazioni più che negative della SF-25 tra Melbourne e Bahrain. Soltanto a Sakhir abbiamo visto un primo vero sprazzo di competitività nel corso del secondo stint con gomme medie, poi le solite difficoltà.
Charles e Lewis spaesati nelle prime gare
I due piloti però hanno avuto un’evoluzione diametralmente opposta dall’esordio dell’Albert Park fino alla bandiera a scacchi di Sakhir: entrambi partiti male, da una base particolarmente incomprensibile, hanno cercato di trovare il bandolo della matassa con accorgimenti piuttosto invasivi, e che su una vettura molto sensibile come pare sia la SF-25 difficilmente si riesce ad avere una soluzione a breve termine.
Eppure lo scorso anno la monoposto ha dato le risposte cercate: la SF-24 è nata bene e si è sviluppata alla grande, eccezion fatta per quei mesi orrendi successivi agli aggiornamenti disastrosi di Barcellona voluti da Enrico Cardile, che dopo aver messo nei guai il mondiale della rossa è stato bellamente allontanato, direzione Aston Martin. La squadra guidata da Vasseur è riuscita a rimettersi in carreggiata, rischiando seriamente di vincere il mondiale costruttori.
Purtroppo per i ferraristi, tutto questo non è avvenuto a favore di una McLaren che, al contrario della Scuderia italiana, è riuscita a mantenere un livello altissimo anche durante l’inverno, partorendo una MCL39 in grado di battere tutta la concorrenza. La vettura papaya è fortissima, segno di una crescita costante iniziata a metà 2023 con l’aggiornamento portato in Austria.
In Ferrari invece si è deciso di ribaltare la piattaforma, portando una macchina completamente diversa rispetto a quella vista lo scorso anno. Vettura plafonata? Probabile, ma rischiare così tanto nell’ultima stagione di un’era regolamentare è da avventurieri, e con un nuovo pilota in squadra, c’era il pericolo di mettere troppa carne al fuoco tutta in una volta, con il rischio di scottarsi.
Ferrari, la “cura” Leclerc
La Ferrari non si è fatta trovare pronta al 2025, e anche Lewis Hamilton continua ad avere grosse difficoltà di adattamento alla nuova macchina. È tutto normale, perché quando hai una certa routine lavorativa e sette titoli mondiali alle spalle, nulla può cancellarsi con un click. L’inglese è apparso molto scoraggiato nel sabato del Bahrain, salvo poi risollevarsi con una metà gara piuttosto decente.
Dall’altra parte c’è il vero leader di queste prime quattro gare, ovvero Charles Leclerc, snobbato per quasi tutto l’inverno. Il monegasco ha messo subito le cose in chiaro, sin dai primi due weekend di questo campionato: la scelta è di andare in una direzione totalmente diversa rispetto a quella presa all’alba del mondiale, e i frutti si vedono, perché i quarti posti di Suzuka e Bahrain non sono certo frutto della casualità o dell’aggiornamento al fondo di Sakhir.
E se la squadra, a inizio anno, magari con il bene placito di Loic Serra e Jerome d’Ambrosio, abbia voluto prendere una direzione di setup più vicina alle esigenze di Hamilton? Questo potrebbe spiegare le continue difficoltà del sette volte iridato, abbagliato probabilmente dalla bella prestazione nella Sprint Race della Cina, ma male nel resto dei weekend finora disputati.
Non parliamo di aggiornamenti, sarebbe ancora troppo presto e insignificante, ma di direzioni da prendere in termini di assetto: sai, arriva il campione, potrebbe dare qualcosa in più in tal senso. Spiegherebbe le parole e di conseguenza i risultati ottenuti da Leclerc nelle ultime due gare, perché Charles conosce benissimo la macchina e il team che ha attorno, e se fosse davvero andata come pensiamo, quello della Ferrari sarebbe stato un clamoroso autogol.
Il vero leader è il monegasco
È evidente che Hamilton ci stia capendo poco della SF-25, ma è normalissimo, ecco perché deve essere, in questo momento, il monegasco a prendere le redini del leader, quantomeno in questa prima parte di campionato, anche per aiutare Lewis ad adattarsi e avere una macchina più comprensibile. I problemi della Ferrari esistono e continueranno ancora per un po’ di tempo, ma forse bisognerebbe dare più ascolto a Leclerc.
Le parole di Charles dopo le prime due gare fanno intendere che all’inizio del campionato non si è lavorato bene, non si sa bene su che fronte, ma questa potrebbe essere un’ipotesi. Il monegasco ha cambiato strada e sta iniziando a sentire meglio la macchina, Lewis invece sbatte contro un muro che non riesce a scalfire. Tutto potrebbe tornare, in attesa di un pacchetto di aggiornamenti che ribalti questa Ferrari, così da dare un senso al 2025 che altrimenti non ne avrebbe.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Scuderia Ferrari