Dazi, le reazioni italiane. Meloni: misure sbagliate. “Serve intesa con gli Usa”
La premier: agire con i partner Ue e per i nostri interessi. Il Colle: compattezza. Tajani: no a risposte di pancia. Farmindustria: impatto da 2,5 miliardi

Roma, 3 aprile 2025 – Massima riprovazione. Immediata reazione. Il piano-dazi di Trump è talmente pericoloso che già prima di mezzanotte Confindustria chiama la politica italiana ed europea a confezionare una replica intelligente e credibile. “La sfida europea è mantenere e aumentare la presenza di industria e lavoratori in Europa – commenta a caldo il presidente Emanuele Orsini –. Occorre un piano straordinario su tre capitoli: investimenti, sburocratizzazione per eliminare i dazi interni, e recupero di competitività su fattori chiave quali l’energia. Contiamo su una risposta compatta e responsabile di tutte le forze politiche per arrivare ad un’azione che sia immediata e tangibile”. “Il momento straordinario – continua Orsini – ha bisogno di decisioni straordinarie”.
Sin dal primo pomeriggio governo, partiti e associazioni di categoria si compattano contro l’aggressione commerciale americana. Misure protezionistiche – è bene precisarlo – che si aggiungono a quelle già esistenti. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, incontrando al Quirinale il presidente estone Alar Karis, pronuncia parole affilate: i dazi americani sono un “errore profondo” ai quali “serve una risposta compatta, serena, determinata” di tutta l’Europa. Auspicabile “recuperare i rapporti transatlantici” (messi in tensione dalle scelte statunitensi in economia e politica estera), ma nessuno si sogni di farlo da solo: il senso del messaggio presidenziale è questo.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo tanta prudenza e reiterati inviti a non agire “per impulso” cercando “con diplomazia un punto di equilibrio”, mantiene un profilo attendista: “L’introduzione di dazi verso l’Unione Europea è una misura che considero sbagliata e che non conviene a nessuna delle parti”, scrive sui social dopo lo show trumpiano. Promette: “Faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’Occidente a favore di altri attori globali”. Rivendica: “Agiremo nell’interesse dell’Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei”.
“Il governo non lascerà indifeso il sistema produttivo italiano – assicura il ministro degli Esteri Antonio Tajani –. Siamo già al lavoro con la Ue e i partner europei per una prima valutazione e una risposta comune: a Bruxelles vedrò il commissario Sefcovic. Serve un negoziato costruttivo, con la schiena dritta, che tenga conto delle preoccupazioni americane ma tuteli i sacrosanti interessi europei”.
La reazione della commissaria Ue Ursula von der Leyen, programmata all’alba di stamattina da Samarcanda, in Uzbekistan, oggi darà il tono alla discussione. Ma a Bruxelles il Partito popolare europeo, la forza di maggioranza relativa dell’Europarlamento, è propenso ad azioni risolute. “Per i nostri amici americani, non è il giorno della liberazione, è il giorno del risentimento – scrive su X il presidente Manfred Weber –. I dazi di Trump non difendono il commercio equo, lo attaccano per paura e danneggiano entrambe le sponde dell’Atlantico. L’Europa è unita, pronta a difendere i propri interessi e aperta a colloqui equi e fermi”.
Per Brando Benifei, presidente della Delegazione per le Relazioni con gli Stati Uniti dell’Europarlamento e coordinatore del gruppo dei Socialisti e Democratici per il commercio Internazionale, la Ue “deve mantenere la lucidità per esplorare tutte le strade possibili”. E suggerisce che gli Stati Uniti siano colpiti “nei punti più sensibili, non solo sui beni, ma anche sui servizi, a partire dalle grandi aziende tecnologiche e dal settore finanziario”. Nella fila dell’opposizione, Alleanza Verdi Sinistra si mobilita e lancia l’app Trumptax per conoscere l’esatta provenienza delle merci: un modo “per permettere ai cittadini di scegliere se respingere la tracotanza di Trump”, proclama il numero uno ecologista Angelo Bonelli.